Ve la ricordate Perla? Non serve specificare chi sia Perla perché, a Scurcola, ce ne era una sola: Perla di Borgo Pio. Me la ricordo anche io Perla. Me la ricordo perché ho vissuto la mia infanzia proprio a Borgo Pio, piccolo angolo di paese sorto nei pressi della Chiesa di Sant'Egidio, una tra le più antiche di Scurcola e, ai tempi del suo massimo splendore, molto più grande e composita di quella che vediamo oggi. Ma di questo parlerò a tempo debito, ora torno a Perla. Una donna piccola, con gli occhi svegli e i capelli ben tirati dietro la testa a formare uno chignon. Ricordo di Perla i suoi passi svelti, la sua voce sottile, il suo arrivare di corsa nella bottega di Lodovico per ordinare ciò che le sarebbe servito per cucinare. La fama dei suoi piatti, soprattutto delle sue "Fettuccine alla Perla", la cui ricetta rimane ancora un mezzo mistero, era arrivata lontano e aveva reso Scurcola famosa anche oltre i confini regionali. Da Perla arrivavano personaggi importanti: politici, attori, prelati. Un posto semplice, la trattoria Borgo Pio, ma pieno di storia e di ricordi per molti scurcolani e non solo.
Il fondatore dell'osteria Nazzareno Damia con un nipotino |
Il primo a pensare di aprire un posto in cui potersi sedere a bere un bicchiere di vino fu Nazzareno Damia. Svolgendo qualche ricerca su di lui ho scoperto che era nato il 24 dicembre del 1853 (Cosimo Bontempi sindaco), figlio di Andrea Damia (nato nel 1810) e Pasqua Corazza (nata nel 1811). Sembra che Nazzareno abbia tentato la fortuna in Argentina: un documento rintraccia il suo sbarco nel Paese sudamericano il 23 settembre 1889. Al tempo Nazzareno era già sposato. Evidentemente qualcosa, in quel tentativo di fare fortuna nelle Americhe, non deve essere andato come si aspettava, per cui Nazzareno è tornato a casa, a Scurcola. Alla fine dell'800 apre la sua osteria in una piccola porzione di quello che era il palazzo della famiglia Tuzi. Era anche un carrettiere Nazzareno, aveva un calesse e un cavallo e trasportava le persone a destinazione, in un tempo in cui non c'erano ancora le automobili o i bus.
Palazzo Tuzi ai primi del '900 |
A lui gli scurcolani avevano attribuito il soprannome di "Viola" per via di certe storie che, col tempo, hanno assunto il colore della leggenda. Si narra, infatti, che nella sua osteria, che all'occorrenza si tramutava in locanda, Nazzareno avesse più volte accolto il famoso brigante Berardino Viola (1838-1906) dandogli da mangiare e da dormire. Nazzareno non fu mai implicato né accusato di nulla, ma la presenza del brigante Viola, evidentemente, non era sfuggita ai suoi compaesani del tempo. Nazzareno, ormai anziano, lasciò l'osteria a suo figlio Tullio Damia che, in realtà, svolgeva l'arte del maniscalco: colui che forgia i ferri e li applica agli zoccoli di vacche, cavalli, somari e muli. Sarà anche per questo che, dopo un po' di tempo, Tullio decise di lasciare l'attività a suo fratello Italo Damia.
Il brigante Viola |
Italo, come suo padre, aveva provato l'avventura oltreoceano andando negli Stati Uniti ma, esattamente come suo padre, aveva deciso di tornare a casa. A lui il compito di portare avanti l'osteria di Borgo Pio insieme a sua moglie Cisalpina Corazza. I due misero al mondo tre figlie: Ancizia, nata nel 1920; Perla, nata nel 1924 e Lillida, nata nel 1927. Tre figlie e tre nomi sicuramente originali. Ancizia avrebbe dovuto chiamarsi Angizia, in onore della dea tanto cara all'antico popolo marso, il cui tempio si trovava lungo le sponde del Lago Fucino, ma qualcuno sbagliò a pronunciare o a scrivere il suo nome e da Angizia, sui documenti, si ritrova Ancizia. I nomi di Perla e Lillida, invece, sembrano derivare da quelli di due bellissime attrici americane che, probabilmente, Italo aveva visto e sentito nominare durante la sua breve permanenza negli States.
Una fiera a Scurcola a metà degli anni '50 |
Italo, Cisalpina, Ancizia, Perla e Lillida. Furono loro a portare avanti l'osteria per tanti anni. Fondamentalmente ai tavoli di Borgo Pio si giocava a carte e si dispensava il celebre "mezzo litro e una gassosa". Tutto però cambiava quando a Scurcola c'erano le fiere. Durante la Fiera di S. Matteo, il 21 settembre, Borgo Pio si animava come non mai. L'osteria diventava una vera trattoria preparando piatti semplici della cucina povera locale: trippa, zuppa di ceci e baccalà. Quando possibile si friggevano anche piccoli pesci, quelli che arrivavano a Scurcola grazie a Giovannina di Capistrello (la mamma di Bruno "glio pesciarolo": un'altra storia!). Durante la fiera tutta la piazza di Sant'Egidio si riempiva di persone arrivate anche da lontano e la famiglia Damia si metteva in azione fin dai giorni precedenti.
Italo Damia con la moglie Cisalpina e la figlia Lillida |
Cisalpina, donna dallo spiccato spirito imprenditoriale, nei primi anni Sessanta pensò di ampliare l'offerta dell'osteria e cominciò con l'offrire agli avventori i supplì caldi. L'idea ebbe successo e, col fatto che a Scurcola erano già attivi Monna Laura e Renzo, i Damia pensarono di chiedere la licenza di osteria con cucina. In questo modo Borgo Pio cominciò a diventare un locale in cui si poteva mangiare e bere bene. Italo e Cisalpina lasciarono tutto nelle mani delle loro figlie anche se Lillida si era trasferita con la sua famiglia a Roma. Durante la bella stagione, in ogni caso, le tre sorelle tornavano insieme a cucinare coadiuvate da mariti, cognati, figli e figlie.
Borgo Pio nei primi anni '80 |
Ho scelto di fermarmi alla gestione di Borgo Pio di Perla, Ancizia e Lillida perché queste tre donne hanno rappresentato una parte della storia dell'accoglienza scurcolana. L'osteria Borgo Pio è stata l'osteria storica di Scurcola, la prima o tra le prime a essere aperte in paese. Nazzareno, Italo, Perla: tre generazioni di persone che hanno portato avanti ininterrottamente la loro attività con passione, genuinità e gentilezza almeno per un secolo. Per ragioni anagrafiche posso ricordare personalmente solo le ultime fasi di questa storia, ma i miei ricordi di Borgo Pio sono pieni di affetto.
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Questo post non sarebbe mai stato scritto se non avessi avuto la preziosa, paziente e cortese collaborazione di Italo Camilli, Nevio Frezzini e Maria Agostina Talone, discendenti e rappresentanti della famiglia Damia. Ringrazio con tutto il cuore Italo, Nevio e Maria Agostina per avermi raccontato delle loro zie, dei loro nonni e delle loro infanzie. Li ringrazio per avermi concesso il loro tempo e la loro attenzione. Lo hanno fatto con disponibilità e gentilezza, permettendomi di recuperare la memoria di persone, luoghi e vicende che spero vengano ricordate e apprezzate anche da molti altri scurcolani.