martedì 20 ottobre 2020

Fernando Nuccitelli, il "sovversivo" di origini scurcolane morto a Mauthausen nel 1944


Fernando Nuccitelli (foto sopra) era nato a Roma il 19 gennaio 1903, figlio dello scurcolano Rocco Nuccetelli (nato a Scurcola il 21 marzo del 1864 da Settimio Nuccetelli e Agnese Valente) e di Annunziata Ruberti. Rocco era emigrato nella capitale sul finire dell'800. Annunziata, anche lei nata a Scurcola, si era trasferita a Roma da bambina insieme alla sua famiglia. L'oscillazione del cognome Nuccetelli/Nuccitelli era comune al tempo e gli errori nelle trascrizioni anagrafiche rimangono costanti. Ho conosciuto la triste vicenda di Fernando Nuccitelli grazie a Maurizio Moretti che ha messo a mia disposizione le immagini, i documenti, le lettere e i ricordi e so che, oltre alle notizie a lui già note, altri elementi utili a ricostruire la triste vicenda di Fernando Nuccetelli, sono stati forniti dalle sue nipoti. 

Rocco e Annunziata: i genitori di Fernando Nuccitelli

Fernando Nuccitelli lavora come pittore decoratore. È ancora giovane quando il Fascismo prende piede nel nostro Paese ma lui si distingue da subito per il suo spirito antifascista. Nel 1923 si iscrive alla Federazione Giovanile Comunista d'Italia e nei due anni successivi ne diventa Segretario per la città di Roma. Nel novembre del 1926 le leggi volute dal regime fascista sopprimono il Partito Comunista che viene comunque tenuto vivo in maniera clandestina, anche dagli esiliati all'estero. Fernando è tra coloro che continuano a lavorare nell'ombra e, anche per questo, è sorvegliato dall'OVRA (polizia segreta dell'Italia fascista). Il 7 maggio del 1928 Fernando Nuccitelli viene arrestato e condannato a quattro anni e sei mesi, più altri tre anni di vigilanza speciale, per cospirazione contro i poteri dello Stato

Copia del fonogramma del 1937 con condanna di Fernando

Nel 1932, con l'amnistia concessa da Mussolini, Fernando cessa la vigilanza speciale e torna a lavorare nella Federazione romana del PC portandola avanti per alcuni anni fino a quando, il 25 marzo 1937, viene nuovamente arrestato. È accusato di ricostruzione del Partito Comunista e, stavolta, il Tribunale Speciale lo condanna a ben 10 anni di prigione (vedi copia fonogramma). La pena viene scontata prima nel carcere di Fossano (provincia di Cuneo), poi in quello di Civitavecchia e a seguire in quello di Castelfranco Emilia. Dalla sua cella di Fossano, Fernando scrive una bellissima lettera ai suoi genitori datata 2 agosto (1937). Nella sua missiva ricorda e celebra il paese di Scurcola: "L'aria è salubre ed il paesaggio bellissimo" scrive Fernando "è quel che ci vuole per la ricreazione dello spirito e per la salute del corpo". E continua poco dopo "E ci sono i monti, all'intorno, e c'è il Velino maestoso che al mattino colora le sue cime di riflessi d'oro. E c'è la popolazione semplice e buona che non vive la nostra vita complicata, gente un po' rude come i suoi monti ma accogliente e sincera". 

Stralcio della lettera ai genitori (sottolineato mio)

Fernando viene liberato nell'estate del 1943, dopo la caduta del regime fascista. A seguito dell'occupazione di Roma da parte dei soldati tedeschi, decide di lasciare la città e di trovare riparo a Scurcola. Ed è in questo periodo scurcolano che conosce Gertie Stern, una giovane ebrea esule a Scurcola insieme ad altri ebrei (tra cui il pittore Sigfrido Pfau). Gertie era nata a Vienna il 22 ottobre del 1925 da Ermanno Stern [nato a Nagymagyar (Ungheria) l'11 novembre 1892] e Maria Pinkas [nata a Kabold l'8 gennaio 1893]. La famiglia Stern, formata anche dalle sorelle di Gertie, Edit ed Elfi, venne internata e trasferita a Scurcola. Negli anni precedenti, Fernando era stato sposato ed era divenuto anche padre di una bambina di nome Marisa. Purtroppo perse sia la figlia, che era nata con una grave malformazione, che la moglie, deceduta a causa della TBC. Il suo legame con Gertie lo induce a portarla con sé al Pigneto dove entrambi si nascondono. Nel dicembre del 1943 viene nuovamente arrestato nella sua abitazione dalla Pubblica Sicurezza del Commissariato Porta Maggiore e condotto nel carcere di Regina Coeli. 

Documento di arresto del 1943

La sua deportazione avviene poco più tardi. Fernando Nuccitelli arriva nel campo di concentramento di Mauthausen il 13 gennaio 1944. È immatricolato con il numero 42154, incluso nella categoria "Pol" (prigioniero politico) e assegnato al blocco della quarantena. Successivamente viene destinato al sottocampo di Ebensee dove i prigionieri venivano impiegati per scavare gallerie nelle montagne circostanti. Ed è proprio qui, ad Ebensee, che Fernando morirà di malattia e di stenti il 23 marzo 1944. A Fernando Nuccitelli e a Ferdinando Persiani (anche lui morto in campo di sterminio), nel 2006, sono stati intitolati un Centro sportivo e i nuovi giardini del quartiere romano del Pigneto. A Fernando è stata dedicata una pietra di inciampo che ricorda le vittime del nazismo, collocata in prossimità dell'abitazione dalla quale Fernando è stato prelevato per essere poi deportato a Mauthausen.

Targa e pietra d'inciampo dedicate a Fernando Nuccitelli

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Ringrazio Maurizio Moretti che, con gentilezza e pazienza, ha risposto a molte mie domande su Fernando Nuccitelli, che mi ha inviato foto, lettere e documenti che ho pubblicato qui per ricostruire e rendere nota la storia di un uomo morto in un campo di concentramento nazista a soli 41 anni. Ringrazio anche le nipoti di Fernando che hanno condiviso con Maurizio, e indirettamente anche con me, i loro ricordi dello zio.


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