martedì 2 luglio 2024

Il filosofo Antonio Rocco tra “Le Glorie degli Incogniti” (1647)

Siamo nella Venezia del Seicento, la città più cosmopolita della penisola. Giovanni Francesco Loredan ha solo 27 anni quando, da giovane nobile e ribelle, nel 1630, fonda l’Accademia degli Incogniti, società di intellettuali e liberi pensatori che andrà a esercitare un notevole impatto sulla vita culturale e politica della città. I membri sono impegnati in vivaci dibattiti, scambiano idee e collaborano alla creazione di opere in cui si riflette lo spirito innovativo e le prospettive non convenzionali dell'Accademia.

Tra i membri dell’Accademia degli Incogniti figura anche il nostro Antonio Rocco, filosofo e teologo nato a Scurcola nel 1586. A Roma, Antonio frequenta il Collegio romano, per passare poi allo Studio di Perugia, dove è allievo di Giovan Tommaso Giglioli per la filosofia e Girolamo Roberti per la teologia. Conclude i suoi studi all’Università di Padova, discepolo di Cesare Cremonini. Della vita e delle opere di Antonio Rocco si parla in un testo, pubblicato a Venezia nel 1647, intitolato “Le glorie degli Incogniti ovvero gli uomini illustri dell’Accademia dei Signori Incogniti di Venezia”.

Frontespizio del volume "Le Glorie degli Incogniti" 1647

A pagina 58 del volume troviamo un ritratto di Antonio Rocco (vedi immagine di apertura del post). Si tratta di un’incisione realizzata nel 1640 dall’incisore e artista veneziano Giacomo Pecini. Rocco è indicato come dottore in filosofia e teologia. Nella pagina seguente troviamo un testo che ci consente di conoscere un po' meglio Antonio Rocco qui definito “romano” anche se, come sappiamo, era originario di Scurcola. 

Vado di seguito a trascrivere le parole con le quali viene “raccontato” lo studioso scurcolano:

Sotto l'aure felici del Cielo Latino trasse i primi alimenti della vita nell’augusta Città di Roma Antonio Rocco figliuolo di Fabio Medico, e Filosofo di gran nome, ed appresi nel Colleggio Romano i principi della Filosofia passato all'Università di Perugia sotto la disciplina di Giovan Tomaso Giliolo [Giovan Tommaso Giglioli, ndr] Filosofo chiarissimo, e di Girolamo Roberto [Girolamo Roberti, ndr] Teologo eminentissimo, s’inoltrò nella cognizione della Filolofia, e della Teologia, donde trasferitosi a Padova ascoltò l’Aristotele de’ nostri tempi Cesare Cremonino [Cesare Cremonini, ndr], dando l’ultima perfettione all’eccellenza de’ suoi studi. Che però divenuto buon Maestro in età di Discepolo, portatosi a Venetia ha letto per lo spatio di venticinque anni, e legge ancora la Filosofia con tanto concorso di Gioventù Nobile, che sovra a trecento soggetti sono usciti dalla sua Accademia con la Laurea del Dottorato. Quindi il Senato Veneto ottimo riconoscitore del merito degli huomini segnalati, essendo vacata nell’Università di Padova la Cattedra di Filosofia, per la morte di Mario Belloni Soggetto di chiarissima fama, l’honorò spontaneamente di quella nobilissima carica, ma venne ritenuto dall’accettarla dalle persuasioni degli Amici, che gli mostrarono esser la sua preferenza più necessaria in Venetia, che in Padova: e per questa medesima cagione rifiutò parimente la lettura di Filosofia offertagli dal Gran Duca di Toscana con l’annuale stipendio di mille Scudi nell’Università di Pisa. Fu poscia da medesimo Senato Veneto, in riguardo a’ suoi meriti, e alla singolar affettione, ch’ei porta a questa Città, ch’egli suol chiamare gran Patria del mondo, e Riposo degli huomini Letterati, senza che egli mai ne havesse concetto pur’un principio di pensiero, eletto pubblico Lettore della Filosofia Morale, ed honorato con pienezza di voti, ed applauso universale d’un luogo del Colleggio nobilissimo de’ Medici, e de’ Filosofi. Il che egli meritò non tanto per l’eminenza della Dottrina, quanto per la placidezza de’ costumi, e per la nobiltà delle maniere, essendo affabile, cortese, gentile osservatore dell’altrui virtù, e fornito d’una sincerità di procedere incomparabile. L’Opere delle quali, per lasciare alla Posterità testimonianza del suo grandissimo Ingegno egli hà arricchite le stampe vanno attorno con questi titoli in fronte:

In Universam Arist. Philosophiam, tria Volumina
In Eiusdem Logicam, Volum. unum.
Exercitationes Philosophiae, uel Apologia pro Aristotele contra Galileum Calilei, et Lynceum.
E presto usciranno alla luce del mondo
Metaphysica; et De Immortalitate Animae Rationalis via quadam sublimi Peripatetica, sed nondum post Aristotelem signata vestigys.


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