Se dovessi scegliere una fotografia da tramandare ai posteri per conservare l'immagine di una scurcolana del primo Novecento, sceglierei questa. Non so chi sia la ragazza con la conca sul capo, non so chi sia l'autore dello scatto, non so quali vicende siano legate a questa meravigliosa foto d'epoca: essa rientra tra gli svariati e preziosi materiali fotografici e documentali che Aulo Colucci mi ha affidato diverso tempo fa. Ho riconosciuto lo scorcio, sicuramente. Si tratta di via dello Statuto: la strada che da piazza Umberto I conduce fino all'Arco di Scoccetta. Via dello Statuto, così come quella che un tempo si chiamava via dei Gradini, è una delle più belle scalinate del borgo di Scurcola.
Via dello Statuto oggi |
La giovane scurcolana, che sorregge la conca sul capo, ha le mani appoggiate sui fianchi e il tipico abbigliamento delle donne del tempo: fazzoletto sul capo, scialle sulle spalle, bustino, gonna lunga e grembiule a pieghe. La trovo semplicemente commovente. Ho cercato di fotografare lo stesso scorcio per mostrarlo così come è adesso e, come si può notare, molto è mutato. Come è accaduto altrove, le storiche "pallotte" bianche sono state soppiantate da sanpietrini in porfido scuro, materiale molto lontano da quello che si adatta, per natura, colore e forma, ai nostri borghi. Sono cambiate anche le mura delle abitazioni: la pietra è stata ricoperta di intonaco colorato e le forme tondeggianti delle mura, probabilmente dovute alla presenza di edifici costruiti diversi secoli fa in difesa del paese, ora sono lisci, lineari, ordinati.
Il paese è un organismo vivo, è noto. Il paese muta in continuazione e, per farlo, perde ciò che era. Le fotografie, invece, hanno il potere di cristallizzare il tempo, permettendoci di vedere e di capire com'era ciò che c'era e perché c'era. Non è solo nostalgia ma, più lucidamente, rispetto di quel che siamo stati e non torneremo a essere. Ciò che è perduto quasi sempre lo è per sempre: via dello Statuto non tornerà mai più a essere quella immortalata nella fotografia in bianco e nero. Non ci sono soluzioni. Possono esserci, però, ancora cure e attenzioni nei riguardi di quel che abbiamo mantenuto affinché non vada smarrito definitivamente, affinché non diventi, tra qualche anno, solo un emozionante ricordo da ammirare in fotografia.
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INTEGRAZIONE: sono stata contattata da Aldo Bovi il quale mi ha fornito preziose informazioni in merito all'immagine della "scurcolana con la conca". La giovane ritratta nella bella foto d'epoca è sua madre, Irene Di Pietro, chiamata Vittoria. Di lei ho già scritto in passato parlando di "Quattro bambini, una giovane donna e un somarello". Irene, o Vittoria che dir si voglia, abitava in Via dello Statuto n. 4. La fotografia venne scattata nel 1940 da Alberto Bovi, allora fidanzato di Irene, che sposerà l'anno successivo. "Mia madre aveva all'epoca appena 21 anni" spiega Aldo "Quel costume tipico non era già più in uso generalizzato e si poteva vedere solo indossato da alcune donne molto anziane (e questo lo ricordo perfettamente anche io qualche anno dopo). Credo che mia madre lo indossasse solo quella volta ad uso del fidanzato appassionato di fotografia".