domenica 15 maggio 2022

Amerigo D'Amia, illustre giurista e poeta di origini scurcolane


Il cognome Damia, a Scurcola, oggi è ancora presente. La versione D'Amia, probabilmente dovuta a un errore di interpretazione o trascrizione, invece, da noi non è mai esistita. Eppure il personaggio di cui voglio scrivere si chiama Amerigo D'Amia e ha origini scurcolane. Suo padre era Silvestro Damia (nato il 30 agosto 1857, figlio di Francesco, contadino trentenne, e della ventiquattrenne Maria Fortuna, filatrice). Silvestro sposò Virginia Mazzocchi e visse a Roma lavorando per il Ministero delle Poste e Telegrafi: la sua prima nomina risale al 1° settembre 1887. Secondo un vecchio "Bullettino delle Poste e Telegrafi", datato 1897, Silvestro Damia risulta dipendente con ruolo di "servente di seconda classe" mentre nel 1910 ha ottenuto il ruolo di Ufficiale d'Ordine, compito che sembra svolgere ancora nel 1916.

Amerigo D'Amia, come detto, è figlio dello scurcolano Silvestro, emigrato nella Capitale sul finire dell'Ottocento, come moltissimi altri compaesani. Amerigo, infatti, nacque a Roma il 20 luglio del 1891 e, secondo i ricordi di Dario Colucci [1], Amerigo e la sua famiglia erano soliti tornare a Scurcola regolarmente, soprattutto durante le vacanze estive. Il nome di Amerigo D'Amia è legato al successo e al prestigio che riuscì a ottenere, nel corso della sua lunga vita, come giurista (fu professore di diritto a Milano e a Pisa) ma anche come poeta, saggista e scrittore. In un Bollettino ufficiale Ministero dell'educazione nazionale del 1931 ho rintracciato la "Relazione della Commissione giudicatrice per l'abilitazione della libera docenza in storia del diritto italiano" [2] la quale, in data 11 febbraio 1931, si riunì per decretare:

"Il candidato dott. Amerigo D'Amia, laureato in giurisprudenza nel 1917, fu impiegato degli archivi di Stato; attualmente è professore ordinario di materie giuridiche nei RR. Istituti tecnici. Presenta parecchie pubblicazioni, anche in materia paleografica e sul diritto vigente: ma ha anche notevoli lavori attinenti alla storia del diritto italiano. Tra questi ultimi, la Commissione considerò principalmente i due scritti sulle curie pisane e sulle sentenze pisane; e un grosso lavoro dattilografato sulla storia della schiavitù nel medio evo, il quale ultimo presente anche una notevole serie di documenti inediti estratti dall'Archivio di Stato di Pisa". In conclusione, i commissari, dopo aver esaminato e giudicato i lavori di Amerigo D'Amia, decretarono di concedergli l'abilitazione alla docenza nella storia del diritto italiano.

Una delle numerose pubblicazioni di Amerigo D'Amia

Amerigo D'Amia, come detto, è autore di serie e puntuali opere di diritto, ma anche di alcune raccolte liriche. Tra i documenti recuperati tra le carte di Gaetano Rosa, c'è un biglietto che D'Amia, evidentemente, aveva inviato a Rosa rivolgendogli i suoi auguri per il Natale e per il nuovo anno. Purtroppo non ci sono riferimenti temporali precisi ma dal testo stampato sul biglietto si ricava che il dott. Amerigo D'Amia fosse "Capo della sezione per le provincie di Pisa e Livorno dell'Ufficio storiografico della Mobilitazione (Ministero per le Armi e Munizioni) presso il R. Archivio di Stato di Pisa". Ciò lascia intendere che questo breve messaggio inviato a Gaetano Rosa possa risalire al tempo in cui, in Italia, fu necessario istituire un "Ministero per le Armi e Munizioni", ossia durante gli anni finali della Prima Guerra Mondiale (fu istituito nel 1917 [3] soppresso nel 1918 [4]).

Bigliettino che D'Amia scrisse a Gaetano Rosa (1917-1918)

Amerigo D'Amia si è spento il 27 febbraio 1994: aveva 103 anni, tra le opere che ha lasciato è possibile ricordare: "Albori - Versi" (1913); "Giambattista Fauché nell'epopea dei Mille. Cenni storici e documenti esposti nel primo centenario della sua nascita" (1915); "L'insegnamento della paleografia e gli archivi di stato" (1916); "Studi sull'ordinamento giudiziario e sulla procedura delle curie pisane nel secolo XII" (1922); "Cenni Paleografici a proposito di scritti notarili dei secoli VIII, IX e X: La corsiva pisana" (1924); "Le vigilie e i soliloqui" (1929); "L'atto di costituzione di un comune valtellinese nel 1204" (1937); "Motivi storico-giuridici del Medio Evo italiano" (1939); "Circa la personalità giuridica dell'eredità giacente" (1940); "Diritto e sentenze di Pisa ai primordi del rinascimento giuridico" (1960); "Fulgori ed ombre, l'impresa di Sicilia e l'armatore dei Mille" (1961); "Le Vicende e la Parola" (1967); "Elevazione" (1975); "Rinascenza Pisana del diritto e di cultura e d'arte" (1975); "Medio evo Pisano trasmettitore del diritto Custodia e consultazione del codice pisano delle Pandette in S. Pietro in Vincoli. Lapide inaugurata dall'Ordine degli Avvocati. Documenti" (1979); "Romanità di Pisa. Il Prologo Costituzionale (A.1160), nucleo della sua Storia" (1992). 



Note:
[1] Dario Colucci, "De Scurcola Marsorum", 2008, p. 266.
[2] Ministero dell'educazione nazionale, Bollettino Ufficiale, II Atti di Amministrazione, Anno 58, Vol. I, Roma, 1° gennaio 1931, Anno IX, n. 1, pp. 917, 918.
[3] Regio Decreto 16 giugno 1917, n. 980.
[4] Decreto Luogotenenziale 15 settembre 1918, n. 1318.



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2 commenti:

  1. Ho conosciuto a Milano l’avvocato D’Amia in quanto compagno di vita di Natalina Donna sorella di mia nonna. Lui l’ha lasciata quando erano entrati ultra ottantenni per trasferirsi a Pisa con una nuova compagna. La sua vita sentimentale è stata piuttosto movimentata. Ho sue lettere e foto. Giannone Alda

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    1. Non conoscevo i dettagli relativi alla vita privata di Amerigo D'Amia. Non ho trovato informazioni su Natalina Donna né sulla compagna scelta in tarda età. Credo che le esperienze sentimentali del prof. D'Amia debbano rimanere private. Immagino che i suoi discendenti preferiscano così.
      Grazie, in ogni caso, per il suo commento.

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