Lo scorso 24 febbraio, presso la Sala consiliare del Comune di
Scurcola Marsicana, si è tenuto un incontro per commemorare il drammatico
terremoto che colpì il nostro paese 120 anni fa, nel 1904. L’evento è stato possibile
grazie all'associazione "Il Punto d'Incontro" APS ETS e, soprattutto,
all'impegno di Ernesto Andreoli che ha lavorato instancabilmente per garantire
che tutto fosse organizzato nel migliore dei modi. Durante l'incontro erano
previsti due interventi: il mio e quello del professor Fabrizio Galadini,
dirigente di ricerca presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e
docente di Geologia per il Rischio Sismico presso l'Università Roma Tre.
Ed è proprio dalla relazione del prof. Galadini che nasce il
mio interesse nei riguardi di uno dei contenuti illustrati nel corso dell’incontro
del 24 Febbraio 2024. Il professore, infatti, durante la sua esposizione,
ha mostrato ai presenti diversi documenti dell’epoca, tra cui un articolo pubblicato
sulle pagine de “Il Messaggero” in data 13 Marzo 1904. Il dettaglio che ha
attirato immediatamente la mia attenzione è stata la firma dell’articolista:
Fablas. Per me non ci sono dubbi, è stata una sorta di illuminazione: Fa-Blas vale a dire Fa-biano Blas-etti. Il
maestro Fabiano Blasetti del quale, negli anni passati, ho scritto in un paio
di circostanze.
Parte iniziale dell'articolo con il nome "Fablas" |
Il maestro Blasetti fu insegnante elementare a Scurcola tra la fine dell’Ottocento e la prima parte del Novecento. Fu anche un appassionato cultore di storia, archeologia e cronaca locale. È autore di componimenti poetici, di saggi storici ma scrisse anche pezzi per “Marsica Nuova”, il giornale dei marsicani migrati negli Stati Uniti. L’esistenza dell’articolo de “Il Messaggero” ci fa chiaramente intendere che Fabiano Blasetti ebbe modo di curare contenuti giornalistici anche per la testata romana.
Fabiano Blasetti, originario di Petrella Liri, si traferì a
Scurcola dopo il matrimonio, avvenuto il 20 Marzo 1871, con la scurcolana Maria
Aurora Liberati (1), rappresentante della famiglia dei noti proprietari terrieri locali.
L’avvocato Ennio Giuseppe Colucci (Scurcola Marsicana 1907 - Roma 1985), nei
suoi scritti, descrive il maestro Blasetti come un liberale, un patriota e,
soprattutto come un "mangiapreti". Nel 1904, dunque, Fabiano Blasetti
scriveva per “Il Messaggero” e raccontava cosa stava avvenendo a Scurcola nei
giorni e nelle settimane immediatamente successive al terremoto che colpì, in
primis, i paesi di Rosciolo e di Magliano.
Soldati del Genio Zappatori in via Corradino |
Trascrivo per intero, qui di seguito, il testo dell’articolo che il professor Galadini ha messo gentilmente a mia disposizione. Blasetti, attraverso la sua cronaca, ci restituisce il quadro di una situazione angosciante e tragica che gli scurcolani si trovarono a vivere a causa dello sciame sismico che colpì il nostro paese subito dopo la prima, violenta scossa delle ore 16.53 del 24 Febbraio 1904:
“Il nostro paese che, dopo subite circa 60 scosse
telluriche, più o meno forti, sembrava quasi incolume da qualsiasi rovina,
colle scosse ripetutesi fra questa notte e nella giornata di oggi si sono
aperte maggiormente nei fabbricati le piccole lesioni dei giorni passati,
manifestandosene delle nuove, determinando la immediata rovina dalla maggior
parte del paese, per le molte case lesionate, quasi cadenti, anzi quattro o
cinque sono da demolirsi.
Le case malamente costruite, la posizione impossibile del
paese disteso ad anfiteatro sopra una collina disgregatasi dal monte San
Nicola, fanno sì che la caduta di una casa al di sopra, cagioni la rovina di
una o più case sottostanti. Per non allarmare la popolazione, si è fatto male a
non palesare il grandissimo pericolo e disastro pur troppo prevedibili, come
hanno fatto altri paesi con invidiabile sollecitudine. Il nostro egregio
sindaco conte Angelo Vetoli, ha saputo consigliare e dirigere la intera
popolazione, avvicinandola giorno e notte, facendo venire tende per copertura
nelle rigide e nevose notti, portandosi tutta ad accampare all'aperto.
Ora si sta procedendo al puntellamento delle case
pericolanti sotto la direzione dell'ing. Uffreduzzi del genio civile. La
popolazione si è nuovamente attendata all'aperto dopo le scosse della scorsa
notte, scosse violente che hanno maggiormente danneggiato gli abitati di
Cappelle, Rosciolo, Magliano, Massa d'Albe, oltre il nostro paese. E ciò che
maggiormente preoccupa è il timore che nuove scosse e nuovi danni sovrastino i
paesi situati sulla zona agitata da intestini sconvolgimenti. Il sottoprefetto
di Avezzano si è portato sul luogo rimanendo sconcertato dalle tristi
condizioni del caseggiato lesionato e cadente.
Fra le case maggiormente cadute in rovina sono la chiesuola di S. Vincenzo, condannata alla demolizione; l'asilo Anzini che è prossimo a
crollare, per cui sono state sospese le scuole; il convento delle monache a
Sant'Antonio, che si doveva adibire ad ospedale per i poveri è rimasto colle
mura fortemente lesionate e distaccate negli angoli interni ed esterni; colla
volta in parte caduta in un lungo dormitorio, con altre camere e coll'artistica chiesa annessa in condizioni disperate. La casina del conte Alberto Vetoli è
screpolata in mille guise. Insomma i danni sono immensi; la popolazione è
terrorizzata. Occorrono soccorsi solleciti”.
***
Ringrazio il prof. Fabrizio Galadini per aver risposto alla mia richiesta e per avermi permesso di leggere e acquisire l'articolo del 1904 riguardante Scurcola. Senza la sua disponibilità, non avrei potuto scrivere questo nuovo post.
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