martedì 30 giugno 2020

La casa di Antonio Rocchi, eminente filosofo di Scurcola Marsicana


Del filosofo Antonio Rocchi o Rocco (Scurcola Marsicana, 1586 - Venezia, 1652) si è scritto molto. Praticamente ogni libro dedicato alla storia di Scurcola ha menzionato il grande filosofo scurcolano vissuto tra il XVI e XVII secolo. Di lui conosciamo le origini, le sue dispute con Galileo Galilei, i suoi scritti più famosi e, grazie alle ricerche di Aulo Colucci, siamo venuti a conoscenza anche del suo testamento, pubblicato nel libro "Scurcola Marsicana… dove senz'arme vinse il vecchio Alardo" di Tito Spinelli. Con questo post voglio tornare sulla figura di Antonio Rocchi, ma voglio farlo attraverso un bellissimo articolo, risalente all'8 settembre 1906, scritto dal maestro Fabiano Blasetti (di cui ho già parlato in precedenza) e pubblicato su "Italica. Rivista abruzzese-molisana di scienze, lettere ed arti", precisamente all'interno del n. 15-16 del 15 ottobre 1906.

Intestazione della rivista in cui si trova l'articolo di Blasetti
Ho potuto rintracciare l'interessante pezzo di Blasetti facendo una ricerca nella Biblioteca digitale italiana presente sul sito Internet Culturale. L'articolo del maestro elementare di Scurcola, oltre che storico, poeta e scrittore, è intitolato "Il filosofo Antonio Rocchi di Scurcola de' Marsi". Il tono enfatico dello stile di Blasetti è tipico degli autori d'inizio Novecento ed è caratterizzato da una retorica linguistica tipica di quel tempo. Fabiano Blasetti, dopo una breve introduzione, scrive: "Sono dolente oltre ogni credere di sconoscere se il suo frale venisse racchiuso dentro urna marmorea sotto la volta del sontuoso Tempio di San Marco, ovvero in quel Camposanto". Anche Blasetti, proprio come noi oggi, non sa dire dove sia sepolto Antonio Rocchi; può solo ipotizzare che sia stato tumulato a Venezia, la città in cui visse e insegnò per molti anni
Esercitazioni filosofiche contro Galilei (1633)
Blasetti recupera poi gli accenni al Rocchi che diversi autori marsicani hanno lasciato nei loro libri: Febonio, Corsignani, Di Pietro. Il maestro fa notare che Febonio lo nomina "Antonio" Rocchi nell'indice della sua opera e "Pietro" nel paragrafo a lui dedicato. L'incongruenza relativa al nome di Rocchi, viene così risolta dal nostro maestro: "Senza tema di errare, io ritengo che il suo nome di battesimo fosse Pietro, e venisse chiamato Antonio, entrando in Convento, nel quale, in taluni ordini, si cambiano nomi, e si travisano anche i costumi". Inoltre Blasetti puntualizza che non ci sia alcun dubbio che Rocchi fosse di Scurcola: così viene chiaramente riportato nel frontespizio di una delle opere del filosofo che il maestro afferma di aver più volte osservato presso la Biblioteca Vittorio Emanuele di Roma

Iscrizione dell'architrave del balcone della casa dei Rocchi
Per attestare l'esistenza dei Rocchi a Scurcola, il maestro Blasetti scrive: "La prova inoppugnabile però che la famiglia Rocchi sia esistita a Scurcola, si ha nella seguente iscrizione, che trovasi tuttavia nell'architrave di un balcone esistente nel fabbricato di proprietà degli eredi del fu Vespasiano Barnaba [nato il 29 maggio 1830, figlio di Giovanni e Mariadomenica Frezzini - proprietari, ndr], con prospettiva verso il piccolo spiazzale detto di S. Angelo, adiacente alle mura di cinta nell'antico castello: Excubia, oggi Scurcola". Un'informazione preziosissima, quella che nel 1906 veniva fornita da Blasetti perché, ancora oggi, non siamo sicuri di quale fosse la casa di Scurcola in cui nacque Antonio Rocchi. Continua Blasetti: "Le lettere di stile lapidario di mm. 0,700 sembrano scolpite di fresco […] L'antico ingresso e scalinata della famiglia Rocchi, per tradizione, si dice fosse in marmo e di sorprendente bellezza architettonica, ma l'angelo della distruzione portò via con sé que' lavori artistici, lasciando un fabbricato di modeste proporzioni, riconoscibile soltanto dalla riportata iscrizione".

Ovviamente sono andata a cercare l'iscrizione a cui fa riferimento il maestro Blasetti nella zona da lui indicata ma, purtroppo, da quanto ho potuto constatare, non esiste più: potrebbe essere andata persa a causa dei crolli del terremoto del 1915 o per via della scarsa avvedutezza di chi ha vissuto o vive in quella casa. In merito a quale fosse la casa del filosofo scurcolano Antonio Rocchi (o Rocco), ho rintracciato un appunto lasciato da don Antonio Rosa (1920-2009) il quale sembra avesse riconosciuto nella casa materna (sua madre era Maddalena Barnaba), sita in Via delle Scuole n. 28 nel borgo di Scurcola, come il luogo in cui nacque Rocchi, anche se non ci sono conferme specifiche e più precise.

Probabile casa di Antonio Rocchi
In ogni caso, a prescindere da tutto, ciò che ha suscitato il mio interesse, è l'aver rinvenuto un articolo così particolare e unico che getta un po' di luce sia su Antonio Rocchi, che resta una delle figure più eminenti della storia di Scurcola, sia su Fabiano Blasetti, uno studioso, storico, archeologo, giornalista e maestro che ha dato tanto al nostro paese anche se probabilmente Scurcola non gli ha mai riconosciuto meriti particolari.



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