Sono sicura che in alcuni album di famiglia sono tuttora conservate foto come quella che apre questo post. Non conosco i nomi delle persone ritratte nell'immagine, so solo che la splendida fotografia d'epoca che mi è stato concesso di pubblicare, ritrae una famiglia scurcolana agli inizi del '900. Forse 1908 o 1910. Non è facile stabilire la data precisa. La foto è in parte sbiadita, in parte segnata dal tempo e da qualche piega, eppure ha permesso di fissare fino ai nostri giorni i volti, gli sguardi e l'atmosfera capaci di riportarci indietro di un secolo o più.
Un padre con gli occhi severi e le mani appoggiate sulle gambe. Una madre che sostiene tra le braccia l'ultima nata (dai fiocchi e le vesti a me sembra sia una bimba). Attorno altri sei bambini. La più grande è tra i genitori con un bel fiocco in testa e i boccoli scuri. I tre maschietti sono più vicini al padre, ben vestiti e attenti a quello che, probabilmente, sta facendo il fotografo.
C'è un altro particolare che accomuna i protagonisti di questo magnifico ritratto di famiglia e che, a ben vedere, riguarda solitamente tutti i ritratti fotografici che risalgono a questo periodo: le persone non sorridono mai. Adulti e bambini hanno sempre espressioni serie, a volte anche accigliate. La spiegazione arriva da lontano: le prime fotografie hanno ereditato le "posture" dei classici ritratti dipinti e nei ritratti dipinti di solito nessuno sorride. L'essere seri e composti serviva a restituire un'immagine solenne, austera, moralmente incorrotta. Il sorriso veniva associato alle persone poco serie e poco educate.
Inoltre i tempi di esposizione, all'epoca, erano molto lunghi per cui sarebbe stato complicato mantenere un sorriso spontaneo per il lungo periodo di posa che un ritratto richiedeva. Farsi scattare una foto, agli inizi del '900, era una rarità perché non tutti potevano permetterselo. La famiglia scurcolana che vediamo, evidentemente, aveva le possibilità economiche per farsi ritrarre e che i signori qui immortalati vivessero discretamente si deduce anche dalla fattura dei loro abiti e dalle belle scarpe che potevano indossare.
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