martedì 20 settembre 2022

Perché Scurcola si chiama Scurcola?


Della necessità che ha condotto gli amministratori del tempo a richiedere ed ottenere l'apposizione dell'aggettivo "Marsicana" al nome di Scurcola ho già scritto diverso tempo fa. In questo post, invece, vado a raccogliere e descrivere le analisi di chi, nel tempo, si è dedicato allo studio dell'origine del nome di Scurcola. Diversi esperti, infatti, hanno analizzato la nascita del toponimo da cui poi si è generato il nome Scurcola così come viene utilizzato oggi. 

Come fa rilevare Enzo Colucci attraverso un suo studio dedicato a questo argomento: "Si è dibattuto, soprattutto nel passato, sul toponimo di Scurcola facendo riferimento al confronto tra l'origine latina "excubiae" e quella longobarda di "sculk". Si può senz'altro confermare che entrambi i termini hanno lo stesso significato di "sentinella", "guardia" e convalidare l'appellativo felicemente dato al luogo in cui giace il paese visto che effettivamente da esso si controllano tre direttrici importanti degli antichi (e moderni) itinerari e cioè Roma a ovest attraverso la valle dell'Aniene inizialmente e poi il valico di Monte Bove; la Sabina a nord attraverso la valle Cicolana e la Campania a sud attraverso la valle Roveto". 

Nel corso del tempo, infatti, la radice del nome Scurcola è stata spesso associata sia al termine latino "excubiae" sia a quello longobardo "skulk". Secondo quanto scrive il professor Giuseppe Grossi a pagina 11 di "Scurcola Marsicana Historia", "il nome dell'abitato Sculcule attestato nei Piani Palentini per la prima volta nel 1150, deriva dal longobardo skulk il cui significato originario è legato alla presenza nel luogo nel VI-VII secolo di un "posto di guardia" longobardo che controllava il percorso della Valeria sul ponte del ramo minore del vecchio corso del torrente Raffia". 


Tornando, infatti, al documento redatto da Enzo Colucci si legge: "La maggior parte dei filologi concorda nel ritenete il termine derivante da radice germanica. L'uso in territori a dominazione longobarda ne conferma l'ipotesi e Scurcola è situata nel ducato longobardo di Spoleto". 

Un merito particolare va riconosciuto allo scurcolano Simone Pompei che nel suo scritto "Sul toponimo Sculcula" pubblicato in "Abruzzo - Supplemento" rivista dell'Istituto di studi abruzzesi, gennaio 1967, fu tra i primi ad associare "Scurcola" al nome originario longobardo "Skulka" divenuto poi, in latino tardo antico, "Sculca". Infatti, nel breve saggio di Pompei, tra le altre cose, si legge: "mi venne fatto di pensare alla voce latina sculca (scorta, guardia), che è documentata per la prima volta proprio nell'anno 392, attraverso una lettera scritta dal pontefice Gregorio Magno agli strateghi bizantini Maurizio e Vitaliano […] La radice germ. *skulk si rinviene, oltre che nel toponimo di cui stiamo trattando, anche nel toscano antico scolca e nell'antico portoghese escolca, nel senso di guardia. Dopo aver messo in relazione il toponimo "Sculcula" con "sculca", mi resi conto che tale accostamento, per quanto linguisticamente irreprensibile ed oggettivamente convincente, poteva essere avvalorato solo dalla comprovata esistenza di un certo numero di derivati, ascrivibili con sicurezza alla radice predetta e diffusi in un'area sufficientemente ampia. Ed infatti tale radice, sia pure variamente trasformata sotto il profilo fonetico e con diversa connotazione topografica, è documentata in un'area che va dalla Sabina e dal Piceno, attraverso Lazio, Abruzzi e Molise, fin alla Calabria". L'intuizione di Pompei, come rileva lo stesso Grossi, è stata poi confermata dagli studiosi Walter Cianciusi ed Ernesto Giammarco. Chiunque abbia analizzato le origini del toponimo, ha potuto constatare come esso sia presente sia in altre aree d'Abruzzo, sia in numerosi altri territori italiani

Enzo Colucci ne ha raccolti parecchi: "Nel 1029 in Scolcola a Pieve di Socana (Castel Focognano - Arezzo). Nel 1040 Sculcule ad Asciano (Siena) e nelle seguenti località: Scurcola, colle a nord di fonte Capo la Maina tra Forme e S. Iona (L'Aquila) a controllo sia dei Piani Palentini che della gola di Ovindoli; Castri Sculcule presso Anagni; Scocchia a Montefollonico (Torrita - Siena); Scorcola a Poggio di Monticano (Treviso?); Scurcola a Campagnatico (Grosseto); Un castello di Sculcula in Porto d’Ascoli citato nel 1102; Un casale Sculcule (XIII sec.) è presente presso Serracapriola (Foggia); una masseria Sculcula è nei pressi di Casalnovo M. (Foggia); La Scolca a Gavi (Alessandria); Escolca in Sardegna (Cagliari); Scolca di Bastia, Scolca a Isola Rossa, Scolca di Oletta tutte in Corsica; Scruccula ad Attigio, vicino Fabriano; Piaggia della Sculcula a Campodonico (Ancona); Monte Sculcolo a Castelleone di Suasa (Ancona); Fosso della Sculcula a Barbara (Ancona); Il castello di Sculcula a Monteprandone (Ascoli Piceno); Il castello di Sculcula a Fermo; Scorcola, rione di Trieste; Sculca (Cosenza), Sculca a Camignatello Silano; Sgurgola (Frosinone). Fossato Sculcule ad Ofiani nel Reatino".



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