sabato 30 luglio 2022

Veduta tra Scurcola e Alba Fucens in una litografia tedesca del 1824


Sono davvero innumerevoli i testi di storia tedesca che descrivono o, almeno, citano la storica Battaglia dei Piani Palentini o, più semplicemente, la Battaglia di Scurcola del 23 agosto 1268. Dopo aver parlato della splendida litografia del 1860, contenuta nel testo bilingue dell'autore militare spagnolo Mariano Pérez de Castro, in cui vengono ricostruiti nel dettaglio gli schieramenti angioini e svevi presenti sul campo, ho individuato un'altra suggestiva litografia dedicata agli stessi luoghi, quelli tra Scurcola, Alba Fucens e Cappelle, in cui si consumò l'epico scontro tra Carlo I d'Angiò e Corradino di Svevia.

Geschichte der Hohenstaufen und ihrer Zeit
(Frontespizio)

Il testo [1] all'interno del quale è contenuto il disegno a stampa è opera dello scrittore, storico e politico tedesco Friedrich Ludwig Georg von Raumer (1781-1873). Si tratta di un corposo lavoro in sei volumi intitolato (in italiano) "Storia degli Hohenstaufen e della loro epoca". Hohenstaufen, per chi non lo sapesse, è il nome col quale viene indicata la stirpe della casata Sveva, le cui origini risalgono attorno all'anno mille, alla quale apparteneva il giovane Corradino. La didascalia posta sotto alla litografia dedicata a Scurcola recita: "Ansicht der Gegend um Scurcola und Alba" ossia "Veduta del territorio intorno a Scurcola e Alba".

Friedrich Ludwig Georg von Raumer

Ovviamente uno studioso che si dedica alla storia degli Hohenstaufen non poteva non descrivere, anche visivamente, la tragica battaglia del 23 agosto 1268 che sancì la sconfitta degli Svevi e, di conseguenza, consegnò l'Italia nelle mani dei francesi e del Papa. Come accade sempre, sotto alla litografia, è tracciato il nome dell'artista che l'ha realizzata, si tratta del disegnatore e incisore (anche lui tedesco) Philipp Veith (1768-1837) autore, soprattutto, di vedute e paesaggi, illustrazioni per libri di viaggi oltre che di disegni per le porcellane di Meissen. Come si può rilevare, all'interno del disegno a stampa di Veith, in un paesaggio agreste e verdeggiante, sono rappresentate le rovine dell'Abbazia cistercense di Santa Maria della Vittoria, la cui edificazione venne fortemente voluta da Carlo I d'Angiò per celebrare la vittoria su Corradino. Sul lato sinistro, in alto, il borgo di Alba Fucens. I vari elementi del paesaggio, a ben guardare, non sono esattamente collocati dove dovrebbero, ma credo di poter affermare con discreta sicurezza che Philipp Veith non sia mai passato dalle nostre parti.

Ritratti di Carlo I d'Angiò e Corradino di Svevia

All'interno dello stesso volume, altri litografi i cui nomi, purtroppo, faccio fatica a decifrare, hanno realizzato disegni a stampa dei volti dei due protagonisti della celebre battaglia, Carlo I d'Angiò e Corradino di Svevia. Carlo è raffigurato di profilo e, ovviamente, è presentato come un uomo maturo, con i primi evidenti segni dell'età che scavano il suo volto. Non bisogna dimenticare, infatti, che nel 1268 il re francese aveva 42 anni mentre Corradino era  solo un ragazzino di 16 anni. Il ritratto dell'erede degli Hohenstaufen, nipote dell'imperatore del Sacro Romano Impero Federico II, infatti, ci restituisce il volto di un giovane dall'aria innocente e seria.



Note:
[1] Friedrich Ludwig Georg von Raumer, "Geschichte der Hohenstaufen und ihrer Zeit. 4", Leipzig, Brockhaus, 1824.



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