giovedì 15 luglio 2021

PATRONUS FECIT: il reperto romano donato al Comune di Scurcola Marsicana


Sono diverse le testimonianze d'epoca romana rinvenute nel territorio di Scurcola (che si trovava nell'orbita della colonia di diritto latino di Alba Fucens). E non è raro che certe "scoperte" siano avvenute per mano di privati cittadini. È il caso di Fernando Di Pietro, lo scurcolano di cui ho già scritto in passato perché protagonista di una splendida avventura: sposarsi sulla cima del Monte Bianco. Parecchi anni fa, Fernando si trovava presso un campo di sua proprietà, in zona "Pratelluccio" detto anche "La difesa", oltre la linea ferroviaria di Scurcola. Mentre lavorava la terra notò la presenza di un blocco di pietra, sepolto da detriti e terriccio, che riportava un'iscrizione in latino. Fernando prelevò quella pietra e la portò a casa, sistemandola nel suo giardino.


Successivamente contattò Enzo Colucci e pose alla sua attenzione il reperto trovato per caso. Enzo, come spesso è accaduto, ha segnalato la pietra scoperta da Fernando Di Pietro al professor Cesare Letta che l'ha analizzata e studiata rilevando il significato e la funzione di quel reperto. Il prof. Letta ha raccolto le sue conclusioni in un testo incluso all'interno del volume dedicato al Secondo Convegno di Archeologia dell'Archeoclub Marsica [1]. Nello specifico, lo studioso spiega: "Si tratta della parte inferiore di un blocco calcareo di cm 80 x 29,5 c. (in due pezzi combacianti), probabilmente pertinente a un monumento sepolcrale, con la parte finale di un'iscrizione in bei caratteri della fine del I sec. a.C. o degli inizi del I sec. d.C.". E poco dopo: "Purtroppo i nomi sono andati perduti, ma si può dire che il dedicante aveva eretto la tomba per un suo liberto o una sua liberta".

Donazione del reperto da Fiorella Di Pietro
al Comune di Scurcola

La ricostruzione che lo studioso compie, quindi, chiarisce il senso del frammento di iscrizione presente sul reperto millenario rinvenuto da Fernando Di Pietro e segnalato da Enzo Colucci al professor Letta. Vale anche la pena far sapere che il reperto d'epoca romana è stato donato al Comune di Scurcola Marsicana dalla figlia di Fernando, Fiorella Di Pietro, in data 4 novembre 2020. L'intento di Fiorella è stato quello di realizzare un desiderio di suo padre, venuto a mancare lo scorso anno: donare al suo paese natale, a cui è sempre stato molto legato, l'antico reperto che aveva rinvenuto per caso e che per anni aveva conservato nel suo giardino. 

Targa da apporre accanto al reperto

Attualmente, la preziosa pietra dovrebbe trovarsi nel Municipio di Scurcola (sperando che nessuno l'abbia spostata o sottratta) in attesa di una collocazione migliore e più degna. Forse sarebbe il momento di pensare a un vero e proprio spazio museale dedicato ai reperti, alle opere e ai numerosi oggetti storici che Scurcola possiede, non ultima la splendida statua togata romana di età claudia che, purtroppo, giace praticamente dimenticata all'ingresso della vecchia sede comunale.



Note:
[1] "Il Fucino e le aree limitrofe nell'antichità" a cura dell'Archeoclub d'Italia - Sezione della Marsica, 2001, p. 218.

***

Ringrazio Fiorella Di Pietro per avermi tenuta al corrente della donazione del reperto d'età romana al Comune di Scurcola e Enzo Colucci per avermi indicato l'esito delle analisi condotte dal prof. Cesare Letta.



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1 commento:

  1. Grazie di cuore Maria. Sono felicissima di questo tuo articolo. Sono convinta che ci sia qualcosa di molto importante sepolto da secoli sotto i territori di Scurcola. Tutti gli scurcolani devono saperlo, e ciascuno nel suo piccolo dovrebbe cercare una via, o spingere affinché si cerchi una via per fare emergere queste ricchezze archeologiche e storiche in modo strutturato e serio, affinché restino come dono al comune e al mondo. Abbiamo grandi tesori da proteggere, conservare e svelare al mondo. Io auspico di cuore, come suggerito saggiamente da Maria, l apertura di un museo a Scurcola, dove molti scurcolani possano affidare i reperti rinvenuti, o anche gli oggetti contadini di epoche passate, affinché restino a perenne ricordo della storia vissuta da chi ci ha preceduto. Inoltre i reperti di epoca romana potrebbero nel loro insieme convincere chi preposto a compiere dei veri scavi archeologici effettuati da personale esperto e qualificato. Se venisse fuori la vera ricchezza archeologica di Scurcola, tutto il paese accrescerebbe enormemente il suo valore, come è accaduto ad esempio a Pompei. Inoltre porterebbe anche la ricchezza del turismo. Il mio sogno è che Scurcola non continui a spopolarsi, ma al contrario diventi un fiorente centro culturale e turistico, valorizzando le enormi ricchezze storiche sepolte sotto i suoi piedi. Per favore cerchiamo tutti insieme di realizzare questo bellissimo sogno.

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