martedì 24 marzo 2020

Gioacchino Bontempi, lo scurcolano che volle farsi eremita


Pochi sanno che a Scurcola, tra la seconda parte del '700 e i primi dell'800, vivesse un eremita. Le notizie circa la sua esistenza, come immaginabile, sono pochissime. Ciò che è certo è che si chiamava Gioacchino Bontempi ma, nonostante il cognome, la sua discendenza non è riconducibile alla famosa e prestigiosa famiglia Bontempi che, fin dal XV secolo, aveva scelto Scurcola come luogo di residenza per amministrare e gestire vaste proprietà in nome e per conto della potente famiglia Colonna di Roma. Gioacchino, come dicevo, non discende direttamente dai Bontempi che conosciamo anche se ha il loro stesso cognome. 

Grazie ai noti report redatti da Enzo Colucci (da me utilizzati di recente per descrivere la terribile epidemia di colera che colpì Scurcola nel 1854-1855) ho potuto recuperare qualche piccola informazione sul nostro eremita. Gioacchino era nato a Scurcola nel 1744, figlio di Paolantonio Bontempi e Gesualda Di Pietro. Di lui sappiamo anche che morì il 7 gennaio del 1827 alla rispettabilissima età, considerati i tempi, di 83 anni

Sul sito "Antenati. Gli Archivi per la Ricerca Anagrafica" del Mibact ho potuto recuperare l'atto autentico di morte di Gioacchino Bontempi. Da questo documento ufficiale, numero d'ordine 3 del Registro degli Atti di morte di Scurcola relativi all'anno 1827, ho potuto leggere e rinvenire alcuni dettagli interessanti. Prima di tutto, il sindaco di Scurcola, al tempo, era Francescantonio Liberati. Al cospetto del sindaco del tempo, per la circostanza, si sono presentati Pietro Paolo Frezzini, professione proprietario di anni 50, e Angelantonio Bontempi, professione lavoratore di anni 48, i quali hanno dichiarato che il giorno 7 gennaio 1827, alle ore dodici di notte, è morto "nella chiesa sotto il nome della Vittoria, stante in qualità d'eremita Gioacchino Bontempi di ottantatré anni nato a Scurcola di professione eremita domiciliato in Scurcola". 

La targa che riporta il nome di re Ferdinando II

Gioacchino Bontempi, dunque, aveva scelto di vivere, in completo ritiro, in un piccolo ambiente contiguo alla Chiesa della Madonna della Vittoria, posto sopra l'attuale spazio adibito a sacrestia. Come detto, l'eremita scurcolano visse fino al gennaio del 1827 e va specificato che, nel periodo in cui professava vita eremitica, probabilmente senza aver mai preso i voti, la Chiesa in questione aveva un aspetto e una struttura diversi da come li vediamo e conosciamo oggi. Bisogna rammentare che l'edificio dedicato alla Madonna della Vittoria subì interventi radicali e mutamenti sostanziali terminati nel 1849 grazie all'intervento di re Ferdinando II, come ricorda una targa visibile nei pressi dell'ingresso laterale della Chiesa.



* A inizio post un quadro di Jan Brueghel il Vecchio.



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