martedì 15 febbraio 2022

La Rocca Orsini di Scurcola Marsicana com'era: le foto di Max Hutzel


Max Hutzel è un fotografo tedesco vissuto tra il 1911 e il 1988. L'Italia è divenuta, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il suo paese d'adozione. Hutzel ha lavorato come fotografo di moda e di cinema ma, a partire dalla metà degli anni Cinquanta, si è dedicato alla documentazione fotografica. Quindi iniziò a viaggiare per i piccoli paesi poco noti del centro Italia, soprattutto in Abruzzo. Hutzel realizzò uno studio intitolato "Foto Arte Minore" in cui ha raccolto i suoi lavori di documentazione fotografica che sono confluiti, oggi, nella Getty Photo Library come parte del programma Open Content.

La parete posteriore della Rocca Orsini

Ed è proprio nell'immenso archivio della Getty che ho rintracciato alcuni importanti scatti che Max Hutzel realizzò a Scurcola probabilmente negli anni Sessanta (la data precisa non è disponibile). Uno dei "soggetti" delle sue fotografie è stato il nostro castello, meglio noto semplicemente come Rocca Orsini. Gli scatti in bianco e nero realizzati dal fotografo tedesco ci mostrano il fortilizio così come appariva al tempo: in totale stato di degrado e di abbandono.

Torrione della Rocca Orsini

Ricordo perfettamente, avendo comunque l'età sufficiente per farlo, il Castello prima che iniziassero i lavori di ripuliturarecupero e ripristino dello storico edificio che sovrasta il nostro borgo ormai da tanti secoli, grazie all'interessamento di scurcolani visionari e coraggiosi (tra i primissimi: Loreto Tortora ed Erminio Di Gasbarro). Ho ritenuto utile recuperare la memoria visiva che Hutzel ci ha lasciato per far rilevare anche ai più giovani o ai più piccoli come si presentava la Rocca "prima".

Max Hutzel

Le passate amministrazioni hanno dato il via ai lavori e li hanno portati avanti per anni, la presente amministrazione ha ereditato quello che in passato è stato fatto e dovrà, si spera, condurlo a termine. Il desiderio di tutti è che il magnifico edificio storico, prezioso per Scurcola ma anche per tutto l'Abruzzo, sia definitivamente rimesso in sesto e, finalmente, dopo almeno tre decenni di opere, attese, rimandi, scartoffie e promesse, possa essere reso accessibile a chiunque voglia visitarlo. Sarà necessario recuperare la sua lunga e preziosa storia e porlo, una volta per tutte, al centro dei progetti culturali, turistici e urbanistici essenziali per Scurcola, per gli scurcolani e per tutto il territorio.

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