mercoledì 10 novembre 2021

La bottega di Lodovico (ricordo d'infanzia)


Questo non è un post, tanto vale confessarlo da subito. Questo è un racconto emozionale, e vagamente nostalgico, di una piccola parte della mia vita. Userò nomignoli e soprannomi, riferimenti a persone che ho vissuto e amato e che, in parte, non ci sono più, purtroppo. Ognuna di loro è entrata nella mia esistenza e ne conserverò memoria, inevitabilmente. La mia mente torna al tempo in cui, con la mia famiglia, abitavo in una casa all'ingresso di Scurcola, accanto all'ex caserma dei Carabinieri, proprio di fronte alla piazzetta di Sant'Egidio. Lì ho trascorso la mia infanzia e da lì, quando necessario, dopo aver attraversato la statale, con le raccomandazioni di mia madre Maria Teresa bene in mente, andavo a fare la spesa da Lodovico.

La bottega di Lodovico nel 2008 (già rinnovata)

Parlare di Lodovico agli scurcolani vuol dire sfiorare un'autentica "istituzione". Lodovico ha visto passare, nella sua bottega, diverse generazioni, compresa la mia. D'estate si entrava dopo aver scansato i fili di una tenda, magari trovando decine di persone (i "romani") in attesa, d'inverno si entrava e basta. Se si voleva il prosciutto tagliato a mano, era meglio passare di pomeriggio. Se si voleva il baccalà ammorbidito, era meglio ordinarlo prima. Se si voleva il tonno fresco, era meglio portarsi un contenitore. Se si voleva assistere a uno spettacolo straordinario, era meglio passare quando Lodovico doveva tagliare la grande forma di Grana (e io ho assistito più di una volta!).

Giovannina e Lodovico al bancone (2010)

Negli ultimi anni la bottega aveva assunto un aspetto più moderno (imposto per legge) ma sono nata in tempo per ricordarla com'era: senza frigo (ma con la dispensa nella roccia), con l'affettatrice a mano, la bilancia con i piatti, i conti fatti su foglietti volanti, gli scaffali consumati e l'odore che era un misto di stoccafisso, detersivo, pane fresco e mortadella appena affettata. Ricordo benissimo il pane e la pizza di Toto e ricordo altrettanto bene le sfuriate che, nemmeno troppo di rado, avvenivano (spesso per inezie) tra Lodovico e la cognata Giovannina (moglie di Antonio - Toto Ansini). Tre persone a cui voglio ancora molto bene e alle quali rimarrò affezionata per sempre, come tutti.

Lodovico e il prosciutto (2003)

Andare da Lodovico, spesso, voleva dire passarci un'ora: tanta gente, calma serafica, coltelli consumati e una precisione difficile da emulare. Da piccola ci trovavo le donne del circondario, e non solo. Seduta sulla cassetta di legno, a destra dell'ingresso, spesso c'era Rosina (deglio Furbitto). Perla passava a tutta velocità, s'infilava a lato del bancone e lasciava la sua lista. Maria (de Cettona), con la sua borsa di paglia, arrivava di fretta per prendere ogni mattina una pagnotta, mezza pizza e mortadella. Poi c'erano: zia Elide, Elsa, Lorenza, Mina, Palmira, Silvana Fortuna, Mariuccia (de Catorcio), Ninetta e Fernanda (da via del Tratturo), Agnesina, zia Berardina, Marina, Bettina, Italia, Secondina, Santarella, Arnalda, Norma, Teresa (della Gobbetta), Titina ed Edelia, Rita, Annina, Silvia, AngelinaMarietta (de Capoccio), Lucietta, Nannina, Carmela, Annona, Lilletta, Crocetta, Maria Villa, Rosina (de Marietta 'e Rita), Emilia, Nazzarena, Fiorenza, Marcella, Nazzarena (de Cipollitto), Antonina, Concetta (de Mamma Santa), Tonina, Elvira, Regina, Vincenza, Bianca, Annina (de Sarchione), Giulietta (deglio Moghetto) e tante altre. Casalinghe e madri, per lo più. Un viavai di persone che lì, da Lodovico, oltre ai prodotti buoni trovavano un po' di tempo per chiacchierare e incontrarsi.

Lodovico e il cartoccio del parmigiano (2003)

Lodovico ha lavorato fin da bambino, iniziando con suo padre Lorenzino. Ho ascoltato decine di volte i suoi racconti sulla povertà di tempi lontani e su come non buttare via niente: l'osso del prosciutto per i fagioli, la buccia del parmigiano per la minestra, il pane secco per il latte. Ricordo che, una volta, gli chiesi se avesse le sottilette. Mi guardò inorridito e anche un po' schifato dicendomi che avrei fatto meglio a mangiare altro. Dopo qualche anno, però, sui suoi scaffali le sottilette ci erano finite lo stesso, insieme a wurstel, maionese e corn flakes. Ancora oggi ripenso con gusto alle "rosette" di Toto col tonno fresco, quello che Lodovico tirava fuori (solo il venerdì) da una grande scatola tonda col solito cucchiaio. Ricordo la bagnarola in cui metteva a mollo lo stoccafisso, ricordo il suo baschetto, i suoi giri in bicicletta, le sue partite a carte, il suo cappotto lungo e le sue mani nodose che, con rara maestria, creavano cartocci e affettavano prosciutti.

Lodovico in bicicletta (2005)

Sono sicura che ogni scurcolano conserva i suoi ricordi e i suoi aneddoti personali legati a Lodovico, alla sua bottega, ai suoi prodotti e alle sue piccole abitudini o manie quotidiane. Non potrebbe essere altrimenti. Questo accade quando una persona, con la sua presenza e col suo mestiere, riesce a distinguersi dagli altri, a divenire punto di riferimento per un paese intero e a farlo per decenni. La perdita di Lodovico, avvenuta ormai da diversi anni, ha generato un vuoto importante. Ogni volta che passo di fronte alla porta chiusa della sua bottega (perché di bottega si tratta) avverto sempre un po' di malinconia. Magari un giorno quel piccolo spazio potrebbe tornare a vivere e forse a Lodovico, Giovannina e Toto farebbe piacere. Chissà.

***

Ringrazio con tutto il cuore Nazzareno (Zeno) Falcone che ha messo a mia disposizione una parte delle fotografie che ha dedicato, negli anni, a Lodovico Ansini. Senza il supporto di Zeno, alla sua attenzione e alla pazienza che ha avuto nel recuperare il materiale dal suo archivio di immagini, non avrei potuto raccontare questa storia alla quale, come forse si intuisce, tengo particolarmente.



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15 commenti:

  1. Questi tuoi ricordi mi riportano indietro nel tempo Grazie

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  2. Quando da bambina andavo da Ludovico non mancava mai di regalarmi una strisciolina di pizza bianca e delle Rossana, conservate con altre caramelle in enormi barattoloni su una mensola altissima, un tesoro per me irraggiungibile. Insieme alla pizza sempre una scaglia di grana o una fettina di prosciutto. Ma il ricordo più bello che ho è quando con pazienza mi insegno a fare i cartoccetti. Una persona d'oro che rimarrà per sempre nel cuore di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo.

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  3. Grazie infinite per questo ricordo!

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  4. Sergio 10/11
    Cara e brava Maria. Hai suscitato i ricordi della mia infanzia a Scurcola.
    La prima volta che conobbi Lodovico è stato a giugno del 1949, avevo quasi 7 anni.
    A giugno, chiuse le scuole io e mia sorella con nostro padre venivamo in villeggiatura a Scurcola con il treno accelerato e con 3/4 ore di viaggio.
    Arrivati, dopo qualche giorno, con papà scendevamo a "valle in piazza" per andare alla bottega di Lodovico per pesarci.
    Lodovico gentilissimo e con pazienza ci metteva sulla bascula, sita a sinistra appena entrati in bottega. Lodovico segnava su un foglietto con la matita i rispettivi pesi di noi bambini e lo consegnava a papà. Stessa procedura si ripeteva a fine settembre poco prima del ritorno a Roma.
    Come vedi la bottega di Lodovico non solo forniva generi alimentari squisiti e genuini, ma anche strumenti utili per la dietologia, come la sua bascula per noi indimenticabile!
    Un abbraccio

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  5. Io ricordo tutto ed il racconto è perfetto... Il pane di Ludovico, lo faceva al forno Toto, era talmente buono che bisognava prenotarlo per non parlare della pizza con la mortadella... Mi dispiace che non sia stata ricordata mia madre Marietta Moglia di Evelinino che aveva un negozio in piazza di casalinghi prima di chiudere alle 12 andava da Ludovico a fare la spesa e tornava poi a casa a fare il pranzo
    Inoltre Ludovico era appassionato di calcio e non perdeva partita della Scurcola al campo della Cesena.
    Ho avuto modo da medico di avere cura di lui, Giovannina e Toto persone di cui porto bellissimi ricordi
    Claudio Letizia

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  6. zio Ludovico e zio Toto erano i fratelli di mia nonna Erminia! Grazie per questo meraviglioso ricordo!

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    1. Non sapevo che Lodovico avesse anche una sorella. Credo che non sia vissuta a Scurcola, altrimenti l'avrei conosciuta.
      Felice di averlo saputo. Grazie!

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    2. Si, e aveva anche un fratello, zio Bruno Ansini che aveva una vineria/pizzeria sulla piazza poco più giù della bottega di zio Ludovico. Il figlio di Bruno, di cui ora mi sfugge il nome, sopra appunto a questo negozio, mi ricordo che aveva uno studio da dentista.Sono tanti anni che non vengo più a Scurcola.
      Mia nonna era sposata con nonno Vincenzo di Borgorose e vivevano a Roma. Li venivamo a trovare ogni tanto gli zii, ma erano tutti e 3 sempre indaffarati. I biscotti di zia Giovannina sono rimasti indimenticabili. In qualche agenda avevo appuntato la ricetta! Ho un bel ricordo di loro. Però a zio Ludovico ero particolarmente affezionata. Non so perché :-) Grazie veramente per l'articolo, bellissimo e veritiero! Le foto uno spettacolo! 

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    3. Sì, conoscevo Bruno sia perché gestiva, assieme a sua moglie Maria, la pizzeria all'angolo di piazza Umberto I sia perché tra i fondatori del Gruppo Alpini di Scurcola Marsicana. Suo figlio si chiama Giovanni ed è dentista, sì.

      Ho voluto molto bene a Lodovico, a Giovannina e a Toto. Tutti a Scurcola li ricordano con immenso affetto. I biscotti e i dolci di Giovannina erano speciali. Ora qui c'è sua sorella Marisa che continua la tradizione: ha un forno anche lei!

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  7. Sono Giovanni, figlio di Bruno.
    Sono ricordi indimenticabili che ho vissuto in prima persona.
    Porto a conoscenza che oltre a mio padre Bruno, c’era un altro fratello, il più grande, che si chiamava Sidney è che è vissuto a Roma. Poi c’era Giovanni Battista (detto Nino, di cui porto il nome) che svolgeva il mestiere di sarto in via Antonio Rocchi e che era coniugato con Eva Fasciani. Inoltre esisteva anche un altro figlio, Anselmo, che è morto in fasce. Mio nonno Lorenzo è stato sposato con Maria Assunta Romano da cui ha avuto 4 figli (Erminia, Sidney, Antonio e Ludovico) è rimasto vedovo si è risposato con Elda Scafati, di Magliano, da cui ha avuto altri 3 figli (Giovanni Battista, Anselmo e mio padre Bruno).

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  8. Ciao Giovanni! Grazie dei dettagli! Nonna Ermine mi aveva raccontato tutto ma non lo ricordavo più!

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    1. Ciao Paddy. Sei figli di Paolo o di Alberto?

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    2. Sono Patrizia figlia di Paolo, fratello di Alberto. Cari saluti a tutti!

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  9. Grazie di nulla Paddy. Sei Consuelo figlia di Alberto o di Paolo?

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