lunedì 15 marzo 2021

La Croce

La Croce (foto di Massimo Tortora)

La Croce, per gli scurcolani, può indicare una cosa sola. Non ci saranno mai dubbi: la Croce è e sarà sempre quella che si trova sulla cima di Monte San Nicola, il colle che sovrasta il borgo di Scurcola. Andare alla Croce è una sorta di tradizione non scritta che molti scurcolani, e non solo, continuano a mantenere viva nel tempo. Andare alla Croce significa inerpicarsi sul dorso sassoso del monte e raggiungere la cima: gli scurcolani lo fanno da generazioni. La Croce è lì da molto tempo ma non da sempre. Prima della Croce che vediamo oggi, rappresentata da un robusto traliccio e adatta a resistere agli agenti atmosferici, su Monte San Nicola esisteva un'altra Croce formata da un semplice telaio di ferro rivestito di lamiere.

Cartolina dei primi del Novecento: Monte San Nicola senza Croce

La prima Croce venne inaugurata, come precisa Erminio Di Gasbarro [1], il 13 aprile del 1924, Domenica delle Palme. L'idea di installare una croce su Monte San Nicola fu proposta dall'Abate che al tempo curava la Chiesa di Santa Maria della Vittoria, lo scurcolano don Ernesto Ansini. All'epoca, per la lavorazione e il trasporto dei materiali necessari a erigere la prima Croce, parteciparono molti scurcolani, ognuno coi mezzi, con l'aiuto e con le esperienze che possedeva. Fu un'opera collettiva che tutto il paese visse con spirito di condivisione perché tutti amavano l'idea che Scurcola fosse protetta dall'alto dalla presenza di una grande Croce.

Prima Croce. Anno 1943
Dario Colucci e suo zio Ennio Giuseppe Colucci

I decenni passarono e i materiali che costituivano la prima Croce di Scurcola cominciarono a logorarsi, la ruggine che ben presto ricoprì l'intera struttura, andò a erodere la base stessa della Croce. Erminio Di Gasbarro mi ha raccontato che un giorno, tornando da Napoli (al tempo sua sede di lavoro), avvicinandosi al paese in treno, non riuscì più a scorgere la Croce che, a causa delle intemperie e del cattivo stato in cui versava, era crollata a terra. Ciò avveniva, verosimilmente, negli anni Sessanta.

Targa ricordo ai piedi della Croce (foto Massimo Tortora)

Negli anni Settanta, un comitato di cittadini scurcolani si impegnò affinché l'emblema cristiano per eccellenza, la Croce, tornasse al suo posto. A ricordare questa volontà e il lavoro di chi, fisicamente, realizzò la nuova Croce oggi c'è una targa metallica posta da Camillo Assetta (che non conosco) nel 2018 che così recita: "Questa croce posta, nel 1974 in cima al Monte S. Nicola a protezione della comunità di Scurcola Marsicana, è stata realizzata nella bottega del fabbro Fabio Occhiuzzi con la collaborazione dei fabbri Alfredo Mastrocesare e Domenico Petitta".

La Croce illuminata (foto Simone Proietti)

Tornando al testo scritto da Erminio Di Gasbarro: "Epocale fu la cerimonia organizzata per l'inaugurazione e, a memoria d'uomo, fu l'unica circostanza che vide il totale esodo della popolazione. In una domenica primaverile cittadini, autorità civili e religiose, tutti si trasferirono sulla montagna. Alcuni già di buon mattino presero a salire". Un'altra grande "innovazione" che riguarda la nostra Croce è avvenuta nel 2015 quando un gruppo di volenterosi giovani scurcolani pensò di illuminarla. Ma questa è un'altra storia che vale la pena raccontare per bene tra qualche tempo.


Note:

[1] Erminio Di Gasbarro, "Divagazioni", LCL, Avezzano, 2017, p. 21-25.



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5 commenti:

  1. Salve io sono del 1959 e anche io come tutti i ragazzini del mio tempo mi arrampicavo fino alla croce con gli amici e ricordo perfettamente la vecchia croce inscatolata a la voglia che mi veniva ogni volta di salirci su. Ricordo pure il deterioramento del tempo e le lastre di metallo staccate e a terra. Devo pertanto correggere il signor Erminio in quanto i suoi ricordi del treno non risalgono agli anni 50 ma almeno ai 60/65 altrimenti io non avrei ancora il ricordo vivido di quella voglia di arrampicarsi fino on cima. (e forse l ho anche fatto almeno fino a un certo punto).
    P.s.
    Maria ho letto il tuo libro e ti ringrazio per averlo scritto. Un breve ma intenso tuffo in ricordi che hanno sfiorato anche me grazie al ricordo dei miei nonni e della loro vita

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    Risposte
    1. Salve. Mi spiace non sapere il tuo nome... in ogni caso mi fa piacere venire a conoscenza della precisazione "temporale": posso correggere il testo del post. Grazie per la puntualizzazione.

      Sono felice che il mio libro ti piaccia. Immagino si tratti de "L'album delle piccole memorie".

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    2. Ciao Maria si si tratta dell album delle piccole memorie. Peccato che mi manca la pagina 5 del racconto vincenzo perduto in guerra anzi se puoi aiutarmi in qualche modo magari anche con uno screen shoot visto che ho segnalato a kobo ben 2 volte il problema ma senza aver risposta potrò sapere come finisce la storia.
      Io mi chiamo Vittorio Nuccetelli credevo si capisse dalla mail e sono uno dei tanti ragazzini che vivevano a roma ma che in estate tornavano alle loro origini vivendo tutte quelle avventure che il nostro bel paese ci regalava.ricordo il magone e la malinconia che mi prendeva ogni volta che finiva l estate e si tornava a roma. Mio nonno si chiamava Vincenzo ( ell'astaria che suppongo voglia dire dell'osteria visto che ne aveva una a s egidio ). Beh chiudo altrimenti inizio coi racconti e non si finisce più. Buone cose

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    3. Salve Vincenzo. Purtroppo nome ed e-mail, per ragioni di riservatezza, sono visibili sono a chi inserisce il commento, non a me.
      Sarò felice di inviarti la pagina mancante relativa al racconto "Vincenzo perduto in guerra" in cui racconto la storia di uno dei fratelli di mia nonna materna di Luco dei Marsi.
      Se vuoi indicarmi un tuo contatto e-mail, ti girerò il racconto.

      Mi spiace non sapere chi fosse tuo nonno. E temo di non conoscere nemmeno te, Vittorio Nuccetelli. Chiederò a mio padre, Enzo, perché sono sicura che lui saprà spiegarmi chi sei.

      I racconti delle persone di Scurcola sono sempre belli da ascoltare. Magari un giorno, quando questo maledetto Covid ci lascerà tornare a vivere, potremo incontrarci e mi dirai di più di tuo nonno e non solo.

      Intanto: grazie!

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  2. Volentieri. La mia mail è vittorio.nuccetelli@gmail.com. noi come riferimento x tuo padre abitiamo alla portella. La mia casa è quella gialla che si vede a fianco allo scheletrone della casa mai costruita riscendendo da via monte s nicola.
    A presto

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