sabato 20 marzo 2021

Ecco come era Scurcola nel 1796


"Dizionario geografico istorico fisico del Regno di Napoli composto dall'abate d. Francesco Sacco dedicato all'altezza reale di Francesco Borbone principe ereditario delle Sicilie. Tomo III". Questo il titolo dell'antico dizionario in cui ho rinvenuto una descrizione settecentesca di Scurcola. Il libro, come da frontespizio, è stato stampato a Napoli, capitale del Regno, presso Vincenzo Flauto nel MDCCXCVI ossia 1796. Come ho spiegato qualche tempo fa, scrivendo dell'opera dell'astronomo De Magistris di Scurcola, una volta era d'uso dedicare la propria opera a una figura eminente: un alto prelato, un regnante, un aristocratico. L'abate Sacco, in questo caso, ha dedicato il terzo volume del suo "Dizionario geografico istorico fisico del Regno di Napoli" a Francesco Borbone (1777-1830), allora diciannovenne principe delle Due Sicilie. I tomi precedenti, il primo e il secondo, erano stati dedicati, rispettivamente, al re Ferdinando I Borbone e a sua moglie Maria Carolina d'Austria, regina delle Due Sicilie, genitori del principe Francesco. 

Ritratto del principe Francesco Borbone da giovane

Il Dizionario, come ogni opera di questo genere, è organizzato alfabeticamente per voci e racchiude l'elenco di tutte le località, paesi, città e quartieri che rientravano nell'amministrazione del Regno di Napoli. Nel tomo III, sotto la lettera "S", alle pagine 402 e 403 del volume, l'abate Francesco Sacco descrive Scurcola. Il nostro paese però, in questa circostanza, è denominato "SCURCULA", una delle tante varianti che, nei secoli, è stata utilizzata. Trascrivo, per intero, la descrizione che veniva data di Scurcola alla fine del Settecento

SCURCULA Terra nella Provincia dell'Aquila, ed in Diocesi de' Marsi, situata alle falde di un monte, e poco lungi dal Lago Fucino, d'aria umida, e nella distanza di ventiquattro miglia in circa dalla Città dell'Aquila, e di cento e due dalla Città di Napoli, che si appartiene con titolo di Ducato alla Famiglia Contestabile Colonna di Roma. Sono da notarsi in questa Terra, appellata un tempo Excubia, per essere stata destinata dall'antica Città di Albe per luogo di sentinelle, una Parrocchia Collegiale di vago disegno, ed ornata di marmi sotto il titolo della Santissima Trinità, la quale vien servita da un Abate Curato, da cinque Canonici, e da varj Sacerdoti; quattro Chiese pubbliche e dentro, e fuori l'abitato sotto l'invocazione di San Sebastiano, di San Vincenzo Ferreri, di Sant'Egidio e di Santo Steffano; tre Confraternite Laicali sotto i titoli della Santissima Trinità, del Sagramento e di San Bernardino da Siena; una Badia di padronato Regio sotto il titolo delle Madonna della Vittoria; due Conventi Regolari, l'uno de' Padri Conventuali del Terzo Ordine di San Francesco nella distanza di un miglio in circa dall'abitato, e l'altro de' Cappuccini in distanza di mezzo miglio da Scurcula: ed un Monte Frumentario, il quale somministra de' grandi, e de' legumi per la semina ai coloni poveri. Le produzioni del suo territorio sono grani, granidindia, legumi, vini, ed erbaggi per pascolo di greggi. La sua popolazione ascende a mille duecento sessantaquattro sotto la cura spirituale di un Abate Curato. Questa stessa Terra è rinomata nella Storia per la sconfitta, ch'ebbe ne' suoi contorni Corradino, figliuolo di Corrado I. Re di Sicilia dal Re Carlo I d'Angiò, il quale per questa gloriosa vittoria lo stesso Carlo I d'Angiò fece edificare in distanza di un miglio da Scurcola un gran Monistero de' Padri Cistercensi con vaga Chiesa sotto il titolo della Madonna della Vittoria. Questo Monistero essendo stato abolito fu eretto in Commenda di libera collazione, il cui Regio Abate Commendario oggi è Monsignor Rossi Arcivescovo di Nicosia, e Confessore di Sua Maestà Siciliana. 

Pagina 402 del Dizionario

Ho riportato esattamente ciò che l'abate Sacco ha scritto su Scurcola: una descrizione breve e sostanziale di ciò che esisteva al tempo. Riferimenti alla geografia, alle origini del nome, alle chiese presenti dentro e fuori dall'abitato. Queste ultime nominate una per una: San Sebastiano, San Vincenzo Ferreri, Sant'Egidio e Santo Stefano. Le Confraternite, come si può leggere, erano tre. La quarta, quella del SS. Suffragio, evidentemente, al tempo, non era stata fondata o forse Sacco non ne conosceva l'esistenza. Vengono nominati i conventi francescani, quello di Sant'Antonio e quello dei Cappuccini, e si fa riferimento anche al tipo di colture agro-pastorali praticate. Due dettagli: il monte frumentario è un'istituzione, presente fin dal Quattrocento, che aveva lo scopo di distribuire ai contadini più poveri cereali e legumi che potessero essere seminati ma che andavano obbligatoriamente restituiti al "monte" dopo il raccolto. Inoltre: il "granodindia" altro non è che il mais, da cui deriva la cosiddetta "farina gialla" usata per la polenta e non solo. 

Cartina del Regno di Napoli

Alla fine del Settecento, dunque, la popolazione era composta da 1264 persone. Ovviamente non poteva mancare, come non manca mai in testi di questo genere, il riferimento alla famosa Battaglia del 1268 tra Carlo I d'Angiò e Corradino di Svevia. Per quanto riguarda il "Regio Abate Commendario" dell'antica Abazia della Madonna della Vittoria, si tratta di Monsignor Giuseppe Rossi vescovo titolare di Nicosia, confessore del re, e precettore delle reali principesse, insigne letterato e teologo.



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4 commenti:

  1. Sempre molto interessanti e utili le tue ricerche.
    Scurcola è un pozzo di notizie storiche che tu contribuisci a non disperdere.
    Grazie Maria!

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  2. Bellissimo, grazie Maria, sei preziosa.

    RispondiElimina

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