venerdì 4 settembre 2020

La croce dei missionari che viene dal Convento dei Cappuccini


Sul piazzale antistante la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, a Scurcola Marsicana, c'è una grande croce di metallo. Pochi lo sanno o pochi possono ricordarlo, ma questa croce ha una storia particolare. Prima di tutto vale la pena soffermarsi sulla targa con iscrizione posta sul basamento squadrato che la sostiene da molto tempo: "RICORDO MISSIONE PP REDENTORISTI 1939". E' facile capire che la croce ricordi la presenza dei padri (PP) Redentoristi che giunsero a Scurcola nell'anno 1939.

Targa con iscrizione del 1939

I padri Redentoristi fanno capo alla Congregazione del Santissimo Redentore fondata nel 1732 da Alfonso Maria de' Liguori, beatificato nel 1816 e poi proclamato santo da papa Gregorio XVI nel 1839. Nel corso del XIX secolo molti Redentoristi furono impegnati in Missioni in luoghi molto distanti dall'Italia. C'erano missioni redentoriste in Colombia, Cile, Argentina, Brasile, Uruguay ma anche in Congo, Algeria, Niger, Sud Africa e, negli anni Venti del Novecento, anche in Cina e Indocina. 

Il giovane don Carlo Grassi

Lo spirito missionario dei Redentoristi venne celebrato nella Marsica, per volontà del Vescovo del tempo, Monsignor Pio Marcello Bagnoli, proprio nell'anno 1939. Secondo il racconto scritto da Dario Colucci nella 2a Appendice a "De Scurcola Marsorum" (2015), il parroco di Scurcola, che al tempo era un giovanissimo don Carlo Grassi, appena giunto in paese, venne incaricato di organizzare tre giornate missionarie per accogliere i padri Redentoristi, far ascoltare ai fedeli scurcolani le loro prediche e raccogliere delle offerte che i missionari avrebbero portato con sé. I paesani risposero con entusiasmo e decisero di lasciare un segno delle giornate missionarie che si sarebbero svolte da lì a poco

L'idea che tutti accolsero favorevolmente fu quella di installare sul Colle di Sant'Antonio, proprio davanti alla Chiesa, la vecchia croce dei Cappuccini che, al tempo, era stata abbandona lì dove sorgeva il vecchio Convento francescano. Vittorio Di Massimo, detto "glio Prefetto", fece preparare il basamento e, nel corso dell'ultima giornata missionaria, insieme ad altri uomini di Scurcola, andò a recuperare la croce dei Cappuccini che, con una discreta fatica, venne estratta dalla pietra che la sorreggeva e condotta a spalla fino a Sant'Antonio.

Chiesa di Sant'Antonio e la croce antistante

Al termine della predica conclusiva dei padri Redentoristi, quella che era stata la croce del Convento dei Cappuccini, venne installata sulla base già precedentemente predisposta. Ai suoi piedi, come detto, vennero incise le parole "RICORDO MISSIONE PP REDENTORISTI 1939" in memoria di quanto avvenuto. Dunque: la croce che ancora oggi vediamo di fronte alla Chiesa di Sant'Antonio è stata per molto tempo la croce dei Cappuccini ed è, forse, uno dei pochi oggetti sopravvissuti alla distruzione di uno dei Conventi più importanti del territorio.

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