L'11 agosto del 1938 Benito Mussolini venne a visitare la Marsica. Solo un mese più tardi, davanti al Municipio in Piazza Unità d'Italia a Trieste, il Duce annuncerà la promulgazione delle Leggi razziali fasciste rivolte prevalentemente contro gli ebrei italiani. Le immagini della sua visita trionfale ad Avezzano, accolto dalla popolazione festante, sono riproposte di tanto in tanto sul web. Prima di raggiungere il capoluogo marsicano, il Duce attraversò il paese di Scurcola Marsicana. Qualcuno aveva già pensato di rendergli onore realizzando una grande scritta "DUCE" sulle pendici di Monte San Nicola. La scritta è stata immortalata nella foto che apre questo post, una foto che non conoscevo e che Costantino Oddi, che ringrazio, mi ha gentilmente permesso di riproporre qui.
L'evento è stato ricordato dall'avvocato Ennio Giuseppe Colucci nel suo racconto "Ricordi paesani". Ecco cosa scrive: "io ricordo che un giorno d'estate Mussolini, passando per la via Valeria, vide nei presi del paese una trebbiatrice in azione (si sa che Mussolini era anche un trebbiatore): si fermò, si informò, si congratulò con i lavoratori e regalò 400 lire al proprietario trebbiatore, Biagio Nuccitelli, che era invece uno dei più ricchi contadini del paese!". Non è dato sapere se Colucci fosse presente ma, di certo, in quel lontano agosto del 1938, diverse persone riuscirono ad assistere alla scena e in molti furono pronti a raccontargli quanto era avvenuto nella campagna che si trova proprio all'ingresso del paese.
Di questo particolare episodio, che vide Mussolini nelle vesti di trebbiatore, ho raccolto personalmente anche il ricordo diretto di un'altra scurcolana che preferisce mantenersi anonima. Anche lei, in quell'agosto del 1938, era nello spiazzo erboso di proprietà di Biagio, la cosiddetta "ara de Biaso". La nostra testimone era un'adolescente al tempo e ricorda che proprio mentre suo padre e altri scurcolani stavano "tritando" le fascine di grano, si sono trovati di fronte il Duce in persona. Mussolini è arrivato all'improvviso, racconta la scurcolana, sopra un sidecar guidato da un suo collaboratore. Ha chiesto di poter salire sulla macchina tritatrice e ha fatto finta di infilare un "manoppio" [1] di grano all'imbocco del macchinario, giusto il tempo di mettersi in posa e farsi fare una foto. Subito dopo è risalito sul sidecar ed è andato verso Avezzano.
A margine: Emilio Di Gasbarro ricorda che la grande scritta "DUCE" sul lato di Monte San Nicola, formata da molte pietre bianche, rimase in bella vista per diversi anni, almeno fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopodiché venne smantellata e quindi definitivamente cancellata così come molte altre tracce, iscrizioni, segni e toponimi nati sotto la dittatura fascista.
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A margine: Emilio Di Gasbarro ricorda che la grande scritta "DUCE" sul lato di Monte San Nicola, formata da molte pietre bianche, rimase in bella vista per diversi anni, almeno fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Dopodiché venne smantellata e quindi definitivamente cancellata così come molte altre tracce, iscrizioni, segni e toponimi nati sotto la dittatura fascista.
Note
[1] Manoppio: la quantità di grano che può essere contenuta tra le braccia e che si può definire anche "covone". Dalla parola "manoppio" deriverebbe il nome del paese di Manoppello, in provincia di Pescara.
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