sabato 21 dicembre 2019

Che Natale sarebbe senza le coperchiole?


Come accade in altri luoghi, anche a Scurcola il Natale vuol dire, tradizionalmente, dolci di Natale. E i dolci di Natale per eccellenza, a Scurcola Marsicana, sono le coperchiole. C'è chi, nei paesi vicini, le chiama ferratelle, ma per noi il nome corretto è solo uno. Le coperchiole hanno origini antiche che, inevitabilmente, ogni nonna o mamma scurcolana mantiene intatte. Per realizzare le coperchiole serve un po' di tempo e una discreta manualità. Prima di tutto occorre preparare i "coperchi" (da cui il nome coperchiole) rappresentati da cialde dolci, leggere e croccanti ottenute attraverso il ricorso a un apposito stampo (da noi chiamato "ferro") nel quale si posiziona una pallina di impasto che verrà schiacciata e cotta rapidamente. Il coperchio, da solo, da noi si chiama neóla ed è buonissimo anche così.

Dopo aver realizzato i coperchi, si passa a preparare il ripieno. Una ricetta univoca, a Scurcola, non esiste. Ogni donna scurcolana ha la sua e, volendo, potrebbe essere anche disposta a divulgarla. In generale possiamo dire che tra i due coperchi c'è un impasto formato da miele, frutta secca, scorza d'agrume e qualche aroma a piacimento. Le quantità e le combinazioni sono variabili perché ogni famiglia ha le proprie ricette, le proprie preferenze e i propri gusti. Ciò che resta immutabile è la preparazione delle coperchiole in vista del Natale. In ogni casa di Scurcola, in questo periodo, se ne trovano sempre anche perché, solitamente, vengono regalate ai vicini, ai parenti e a chiunque si voglia far felice.

(Nella foto le coperchiole fatte da mia madre)

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