È un immenso piacere per me poter scrivere e raccontare la storia legata a una figura femminile scurcolana molto speciale, quella di Lea De Giorgio, figlia del maestro Vincenzo. Qualche tempo fa avevo letto online un paio di articoli, custoditi nelle emeroteche storiche australiane, in cui viene descritto un concerto che Lea tenne nella serata di mercoledì 14 aprile del 1926 presso la sala del Conservatorio di Sidney. Per conoscere dettagli più precisi sulla vita e sulla carriera artistica di Lea De Giorgio mi sono rivolta a sua figlia, la professoressa Annarita Puglielli che, con grande sensibilità, ha messo a mia disposizione sia lo splendido ritratto della giovanissima Lea De Giorgio che apre questo post, sia le informazioni biografiche che sono alla base al mio racconto.
Lea De Giorgio è la figlia minore di Vincenzo e di sua moglie Agnese Bontempi. Il maestro De Giorgio era giunto per la prima volta in Australia, per la precisione ad Adelaide, nel 1898 e qui, nella serata del 6 agosto, tenne il suo primo concerto. De Giorgio rimase ad Adelaide fino al 1902 per poi rientrare in Italia. Lea nacque nel 1906 e quando aveva appena 3 anni, suo padre scelse di tornare, insieme a tutta la famiglia, in Australia. Stavolta però si stabilì a Sidney, lì dove Lea crebbe ed ebbe una prima fondamentale formazione scolastica e musicale. Quando aveva 14 anni, quindi attorno al 1920, la figlia del maestro rientrò in Italia e per tre anni studiò violino con il maestro Mario Corti presso il Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.
Conseguito il diploma tornò nuovamente in Australia e, seppur giovanissima, diede inizio alla sua carriera di violinista solista. Ed è proprio a questa epoca che risale l'articolo pubblicato da "The Sun" il 15 aprile del 1926: "Il signor Lionel Lawson ieri sera ha presentato una sua allieva, la signorina Lea De Giorgio, in un recital al Conservatorio. La giovane musicista, figlia del signor V. De Giorgio, suonando la "Ciaccona" di Vitali, si è dimostrata una violinista di compiuta e promettente. Nell'andante del "Concerto in re maggiore" di Mozart (suonato con il signor Lindleyn Evans), il suo tono era fermo e "cantante". La sua memoria è eccellente. Attualmente la signorina De Giorgio manca di vivacità. Questo era evidente nel rondò del concerto. La sua intonazione non era precisa nella "Serenade spagnola" di Chaminade-Kreisler. La "Cradle Song" di Tor Aulin è stata suonata in modo espressivo. In programma anche "Largo" di Veracini e "Chanson Arabe" di Rimsky-Korsakoff. Le canzoni di Miss Bessie Blake includevano "Zingarella" di Paisiello e "Shadow Song" da "Dinorah"".
Pochissimo tempo più tardi la madre Agnese decise di rientrare in Italia, mentre il maestro De Giorgio continuò a lavorare a Sidney. Lea scelse di accompagnare sua madre e di restare con lei. Quando la giovane musicista arrivò a Scurcola, tra il 1926 e il 1927, probabilmente si trovò completamente spaesata: era cresciuta in un ambiente molto diverso da quello scurcolano, abituata a parlare inglese, vissuta in un clima artistico e culturale che il nostro piccolo paese non poteva di certo offrirle. Per questo si spostò ad Avezzano, portando con sé Agnese, e iniziò a dare lezioni di musica. Una donna molto emancipata Lea, considerati i tempi e i luoghi: non era semplice incontrare una ragazza che avesse la sua formazione e, soprattutto, che lavorasse per conto proprio.
La professoressa Puglielli, nella sua nota, spiega che Lea aveva messo a punto un sistema che permetteva anche ai bimbi più piccoli (di 4 o 5 anni) di leggere la musica e di solfeggiare. A tale scopo aveva elaborato una favola intitolata "Fata Musica" (testo e musica di Lea De Giorgio, copyright del 10 novembre 1947) che sarebbe dovuta diventare anche il soggetto per un cartone animato che, purtroppo, non vide mai la luce. Lea si sposò ed ebbe quattro figli ma non smise mai di insegnare musica (violino e pianoforte) e inglese. Fu tra le fondatrici, negli anni Cinquanta, della "Scuola di cultura drammatica" dell'Aquila. Lea De Giorgio ha rappresentato una figura femminile rivoluzionaria per il nostro paese: un'artista colta, impegnata, intelligente. Ha percorso strade che nessun'altra donna, prima di lei, a Scurcola (e non solo) ha avuto il coraggio o la possibilità di seguire.
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Ringrazio la professoressa Annarita Puglielli per aver trovato il tempo e la pazienza per raccontarmi dettagli della vita di sua madre, Lea De Giorgio.
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