giovedì 15 aprile 2021

La perduta Chiesa di San Sebastiano


La Chiesa di San Sebastiano di Scurcola Marsicana oggi non esiste più. Qualche furtivo scatto fotografico, realizzato nel corso degli anni Quaranta del secolo scorso, ci restituisce l'immagine di un edificio sacro ormai quasi diruto: il tetto inesistente, le mura rovinate, la struttura fatiscente. Ennesimo grave "peccato" aver lasciato che anche questa Chiesa di Scurcola andasse perduta per incuria, incapacità e abbandono. C'è anche un'immagine, meno nitida ma più vecchia (vedi sotto), risalente alla fine dell'Ottocento o ai primissimi del Novecento, in cui si nota l'aspetto ancora integro della Chiesa di San Sebastiano.

Cosa sappiamo della Chiesa di San Sebastiano? Prima di tutto che in diversi documenti viene indicata come "fuori le mura". Questo significa che era stata edificata oltre i limiti del centro abitato. Come si evince dalle immagini, la Chiesa era costituita da un unico volume, aveva un portale di ottima fattura rivolto verso est, ossia verso il paese, era dotata di tre sottili finestre per ogni parete laterale e di un piccolo campanile a vela nel quale era collocata, presumibilmente, un'unica campana che, come si può rilevare dalla fotografia che apre questo post, negli anni Quaranta doveva essere stata già rimossa o spostata o rubata.

Nel riquadro la Chiesa di S. Sebastiano ancora integra

Ci si può domandare come mai a Scurcola vi fosse una Chiesa dedicata a San Sebastiano. In generale, si può affermare che la figura di questo amato e popolare martire cristiano, che l'iconografia cattolica immortala sempre nella figura di un bel giovane legato e flagellato dalle frecce, è sempre stata considerata come quella di un soccorritore in grado di aiutare chi soffre. Un tempo era invocato anche contro le malattie, in particolare contro la peste. Non è un caso, infatti, che a San Sebastiano siano dedicate moltissime chiese, cappelle, altari ed edicole votive in tutto il mondo. Molti sono presenti anche nella Marsica e a lui fanno richiamo anche i nomi di alcuni paesi del nostro territorio come Villa San Sebastiano e San Sebastiano dei Marsi, frazione del Comune di Bisegna.

In un documento del 1833 [1] riportato da Fulvio D'Amore in "Scurcola Marsicana Historia" [2], a proposito delle Chiese, degli altari e dei benefici esistenti a Scurcola, si legge: "Li Protettori meno principali [di Scurcola, ndr] sono S. Antonio Abbate, S. Sebastiano, S. Bernardino e S. Rocco, le quali feste non si considerano di precetto, ma di divozione e si celebrano col rito corrente". Poco oltre continua: "Nella Chiesa di S. Sebastiano le indulgenze sono a settennio". La prima traccia storica documentale relativa all'esistenza della Chiesa di San Sebastiano di Scurcola, però, si individua in un documento del 1682 [3] relativo alla visita pastorale che Monsignor Francesco Berardino Corradini effettuò a Scurcola. Dal documento in questione si ricava che il giorno lunedì 4 maggio 1682, il Vescovo dei Marsi visitò proprio la Chiesa di San Sebastiano.

Venerdì Santo fine anni '40 - Portale Chiesa S. Sebastiano

In un ulteriore atto risalente al 1779 [4] e riportato dal D'Amore [5] si rileva che "il priore della Confraternita laicale del SS. Sacramento (Michele Soldati), percepiva 30 ducati annui «in oltre a detta Confraternita trovarsi aggregata la Chiesa sita fuori dell'Abitato di questa Terra, dedicata a S. Sebastiano Martire, la quale non tiene rendita di sorte alcuna, ma viene mantenuta a spese della stessa Confraternita»". La traccia storica della Chiesa di San Sebastiano, in generale, è affidata ai ricordi di chi, negli anni passati, ha lasciato di questo edificio sacro di Scurcola qualche sporadica memoria. Secondo la reminiscenza di alcuni scurcolani ormai scomparsi, la Chiesa era di discrete dimensioni, a una sola navata, possedeva degli affreschi e alcune statue. Sembra inoltre che, al di sopra della porta d'ingresso, si trovasse un organo raggiungibile attraverso una scala di legno.

Della Chiesa di San Sebastiano ci rimane anche quel che ha lasciato scritto don Antonio Rosa il quale la ricorda composta da un grande, unico vano che accoglieva la statua del Santo a cui era dedicata. Il sacerdote rammenta anche di aver assistito alle preghiere di triduo (riti religiosi della durata di tre giorni) per preparare la festa di San Sebastiano che viene celebrata il 20 Gennaio. Nella seconda metà degli anni Cinquanta, l'amministrazione del Sindaco del tempo, Antonello Pompei, deliberò di abbattere ciò che restava della Chiesa di San Sebastiano perché ormai ritenuta una struttura pericolante. Al posto di una porzione di quella che era stata la Chiesa venne così realizzata una casa tuttora abitata lungo via Maccallè presso la quale continua a fare sosta la processione del Venerdì Santo.

Statua di San Sebastiano (XVII sec.)

Dunque: cosa ci resta, oggi, della perduta Chiesa di San Sebastiano? Verosimilmente due soli oggetti: la statua del santo, attualmente collocata presso la Sagrestia della Chiesa della Concezione, e la pietra che costituiva l'altare principale della Chiesa scomparsa. La statua è realizzata in terracotta modellata e dipinta e risale al Seicento. In merito alla pietra d'altare, in un vecchio numero del giornalino Scurcola Domani [6], viene descritta la "Consacrazione del nuovo altare della Chiesa di S. Egidio" avvenuta il 16 Luglio 2012 alla presenza dell'Arcivescovo dell'Aquila, Mons. Molinari, e a quella del Vescovo dei Marsi, Mons. Santoro. Dall'articolo si evince che: "è stata recuperata l'antica mensa di altare della diruta Chiesa di San Sebastiano, che giaceva nel giardino dell'ex sito menzionato, oggi di proprietà della famiglia Pietrantoni Angelo con le figlie Elena, Teresa e Anna che, su richiesta di don Nunzio, sono state concordi e felici di donare la storica pietra di altare".


Note

[1] Archivio della Diocesi dei Marsi, Fondo C, b. 92, fasc. 2292, Scurcola, s.d. (Sec. XIX).
[2] Grossi, Colapietra, D'Amore, "Scurcola Marsicana Historia", 2005, p. 401.
[3] Archivio della Diocesi dei Marsi, Fondo B/4, Vol. 17, Scurcola 2 maggio 1682.
[4] Archivio della Diocesi dei Marsi, Fondo B, b. 53, varie, Scurcola, 10 maggio 1779.
[5] Grossi, Colapietra, D'Amore, "Scurcola Marsicana Historia", 2005, p. 345.
[6] "Scurcola Domani", Anno IX, n. 43, p. 12.



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3 commenti:

  1. 😃🤩🤩🤩incredibile!!!! Non ne sapevo nulla. Grazie x questi pezzi di storia che salvi dall' oblio. Era così grande!!! Che peccato che sia andata persa. Almeno però ne restano ancora tracce, e grazie a te, il ricordo.Fiorella

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    1. A Scurcola più o meno tutti sanno che in quel punto di via Maccallè c'era la Chiesa di San Sebastiano. Lo sanno perché, durante la processione del venerdì santo, quel luogo rappresenta ancora una sosta fissa.

      Forse qualcuno non sapeva proprio tutti i dettagli che ho raccolto nel post oppure non aveva mai visto come fosse la Chiesa di San Sebastiano ma, in generale, si tratta di una "storia nota".

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  2. Non comprendo come non sia stato possibile tentare di recuperarla in passato!!!

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