domenica 10 gennaio 2021

L'incendio che nel 1922 distrusse il Municipio di Scurcola Marsicana


Tra le più imponenti e devastanti perdite della storia umana e amministrativa di Scurcola vi è, senza alcun dubbio, quella degli archivi storici comunali. Le cronache, riprese già da altri autori prima di me, riferiscono che, nella serata dell'11 gennaio 1922, le stanze del Municipio di Scurcola vennero improvvisamente avvolte dalle fiamme. Negli archivi della Prefettura dell'Aquila è conservata una comunicazione ufficiale, ripresa da Fulvio D'amore in "Scurcola Marsicana Historia" [1], con la quale il Prefetto comunicava al Ministero dell'Interno che "nei locali del municipio di Scurcola Marsicana, per cause non bene precisate, si sviluppò un violento incendio che in breve distrusse lo stabile con tutti i mobili e le suppellettili, e gli incartamenti che vi erano conservati". 

Nei ricordi di molte famiglie scurcolane, ancora oggi, restano i racconti di quel che avvenne in quel lontano gennaio del 1922 perché in tanti, al tempo, cercarono di partecipare alle operazioni di spegnimento. Anche nella mia famiglia, ad esempio, rimane qualche piccola memoria di quel disastro: mio nonno Antonio Tortora, al tempo poco più che ventenne, ha raccontato che, insieme ad altri giovani di Scurcola, tentò di placare le fiamme e di salvare gli archivi comunali. Fu tutto inutile. Ovviamente venne avviata un'inchiesta, seguita dall'ispettore di Polizia Baldi, per capire cosa fosse avvenuto e chi, eventualmente, avesse appiccato l'incendio. 

Palazzo del Municipio in una foto di inizio '900

Tutto si concluse con un nulla di fatto. Nessuno venne incriminato anche se le indagini portarono ad accertare che, quasi sicuramente, l'incendio fu di natura dolosa. Nella serata dell'11 gennaio del 1922, dunque, qualcuno, probabilmente passando attraverso una finestra della Camera di Consiglio, rimasta danneggiata dal terremoto del 1915 e mai riparata, si introdusse nel Municipio e diede alle fiamme vecchi incartamenti da cui divamparono le fiamme che distrussero tutto il resto. Secondo le testimonianze raccolte, uno dei consiglieri comunali dell'epoca, Alvise Nuccetelli, si trovava nei pressi dell'edificio comunale e, accorgendosi che qualcosa non andava, diede immediatamente l'allarme. "L'incendio avvolse tutto il locale che si componeva dell'archivio, camera del Segretario, di quella degli impiegati comunali, di quella già gabinetto del Sindaco, per le riunioni consiliari e pel Consorzio Idraulico e di quella appartenente già agli impiegati e poscia ai catasti ed altro". [2] 

Nove giorni dopo l'incendio, il 24 gennaio 1922, il Sindaco di Scurcola, Costantino Oddi, inviò a molti altri sindaci del territorio, e non solo, una richiesta di aiuto. A documentare questo momento, un interessante documento pubblicato per la prima volta da Dario Colucci [3] attraverso il quale Oddi cercava un sostegno economico per "procedere alla ricostituzione di un Comune gravemente provato dall'avversa fortuna". Non è chiaro se l'appello del primo cittadino venne raccolto e se qualche altra amministrazione inviò denaro a Scurcola. Di certo, come spiega lo studioso D'Amore, l'amministrazione comunale decise di dimettersi in blocco (quattordici consiglieri su venti) e il Municipio venne affidato a un commissario prefettizio (dott. Luigi Sestili della Regia Sottoprefettura di Avezzano) il quale tentò di ricostruire, almeno in parte, la documentazione distrutta mettendo in luce, alla fine, l'esistenza di delibere e vertenze su contenziosi aperti, soprattutto in materia demaniale, che potrebbero spiegare perché qualcuno scelse di cancellare ogni traccia e ogni potenziale problema dando alle fiamme l'intero Municipio. Per necessità, gli uffici comunali furono trasferiti temporaneamente prima presso i locali della Congregazione di Carità (Confraternita della S.S. Trinità) e successivamente (1929) presso la casa di Vittorio Nuccitelli, in Via della Stazione.


Note:
[1] Fulvio D'amore, "Scurcola Marsicana. Historia", DVG Studio, Avezzano, 2005, p. 469.
[2] Archivio di Stato L'Aquila, Archivio Prefettura, Serie II, Affari dei Comuni, VIII Versamento, Scurcola Marsicana, Anni 1922-24, b. 770.
[3] Dario Colucci, "1a Appendice a De Scurcola Marsorum", 2011, p. 30.

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