mercoledì 23 dicembre 2020

L'albero di Natale


Il mio "regalo" di Natale a Scurcola Marsicana Blog, quest'anno, è rappresentato da uno dei racconti contenuti nella raccolta "L'album delle piccole memorie" che ho auto-pubblicato online, solo in forma digitale, la scorsa primavera. Il breve scritto si intitola "L'albero di Natale" e ricorda ciò che succedeva nella casa dei miei nonni scurcolani, Antonio Tortora e Maria Falcone, quando ci si preparava a festeggiare il Natale col poco che si poteva avere. Protagonisti i miei zii: Lina, Elide, Domenico e Giovanni. La vicenda, ovviamente, è stata "addolcita" dalla narrazione ma i fatti sono realmente accaduti. Buon Natale a tutti!

***

L'albero di Natale
(da "L'album delle piccole memorie" di Maria Tortora)

Al padre l'avevano già chiesto da qualche giorno, ma l'albero tardava ad arrivare. Serviva una pianta piccola. Una di quelle che si potevano tenere vicino alla porta sulle scale, pensava Antoniuccio ricordandosi la promessa fatta a Lina e a Elide. Le figlie, come ogni anno, gli chiedevano un piccolo albero di Natale. I soldi erano pochi ma un albero si poteva prendere dalla montagna e non sarebbe costato niente. Lui, guardia campestre per il Comune di Scurcola ormai da anni, conosceva a memoria ogni metro della campagna del paese.
La festa della Concetta era passata da qualche giorno e le due ragazzine volevano preparare l'albero prima che fosse Natale. Antoniuccio salì sul fianco di Monte San Nicola e, col freddo che gelava la faccia, si decise a trovare una pianta da portare alle sue figlie. Ne scelse una piuttosto giovane e, a dire il vero, un po' sbilenca. Non poteva togliere alla montagna un albero giovane e perfetto, meglio un esemplare che probabilmente il tempo e le stagioni avrebbero comunque condannato a soccombere. Alle sue figlie non sarebbe importato.
E infatti Lina ed Elide fecero i salti di gioia quando, alla sera, videro rientrare il padre con un piccolo abete tra le mani. Certo era un po' striminzito e persino un po' storto, ma a loro sarebbe bastato. Decisero di addobbarlo come potevano. Intanto misero della sabbia mista a sassolini in una pentolaccia di casa. Poi fecero in modo che l'alberello rimanesse in piedi infilzando la base del tronco nella sabbia, infine cominciarono ad addobbarlo a modo loro. In casa non c'era molto così bisognava inventarsi qualcosa.
Presero qualche mandarino, un paio di confetti avanzati dall'anno prima, delle noci, due o tre caramelle e recuperarono persino la carta argentata che stava nei pacchetti delle sigarette da usare come guarnizione luccicante. Non ci volle molto tempo e le due sorelle, alla fine, osservarono il frutto del loro lavoro. Non c'erano stelle o palline a scintillare, ma Lina ed Elide erano comunque soddisfatte.
Il problema era rappresentato dai fratelli più grandi, Domenico e Giovannino. Se i due si fossero trovati nei paraggi, si sarebbero divertiti a spogliare l'albero mangiando tutto quello che avrebbero trovato. E quindi: addio mandarini, addio noci e addio caramelle. Durante il giorno, per evitare i rimproveri di Mariuccia, i due fratelli cercavano di evitare persino di passare dalle parti dell'alberello di Natale ma, alla sera, quando più o meno tutti andavano a dormire, si avvicinavano sgraffignando quel poco che lo decorava.
Lina ed Elide cercarono una soluzione. Dovevano proteggere il loro albero di Natale dalle scorrerie dei fratelli. Come fare? Alla fine a Lina venne un'idea: la sera avrebbero nascosto l'albero sotto il letto. Se Domenico e Giovannino si fossero avvicinati, li avrebbero sentiti. Così fecero: ogni sera le due sorelle prendevano il piccolo abete addobbato e, con grande delicatezza, lo sradicavano dalla pentola per infilarlo sotto il letto. La mattina, con la stessa attenzione, lo recuperavano e lo riportavano dove doveva stare, nel poco spazio vicino alla porta sulle scale. Almeno fino a quando non fosse arrivato Natale.


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2 commenti:

  1. Grazie carissima. Sempre belli i tuoi racconti: fanno rivivere i tempi dei nostri genitori. C erano meno cose, ma in fondo da sempre i sentimenti umani sono gli stessi che proviamo noi e i nostri cari. Ciò su cui mi hai fatto riflettere è che solo i decori amati, rendono bello il natale. Grazie

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  2. Ciao Maria, se ti interessa ho dei miniracconti di una pagina A4 che riguardano le mie vacanze scurcolane

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