venerdì 17 luglio 2020

La pineta di Scurcola a tre anni dall'incendio


Come molti ricorderanno, nel luglio del 2017 un vasto incendio ha devastato la nostra montagna. Le fiamme, causate dal gesto idiota di uno sconsiderato (che temo non sia mai stato identificato e, quindi, non abbia mai pagato per ciò che ha fatto), si sono sviluppate a partire dalla strada per Sorbo e, a causa del forte vento e del gran caldo, nell'arco di poco tempo, hanno divorato quasi completamente la grande pineta che, fin dalla metà del Novecento, occupava una vasta area di Monte San Nicola, sopra alla Rocca Orsini. L'incendio si è propagato fino a lambire alcune abitazioni del paese e ha creato panico e preoccupazione a tutti gli scurcolani. L'intervento dei Vigili del Fuoco, lungo e complesso, è stato provvidenziale e ha permesso di non avere vittime o danni al borgo di Scurcola.

Ciò che resta di alcuni pini
L'unica a pagare a carissimo prezzo il gesto insensato di un solo, sciocco individuo, che mi limito a definire incosciente, è stata proprio la nostra pineta. Sono trascorsi tre anni da quel terribile pomeriggio del 20 luglio del 2017 e la pineta, purtroppo, si trova nelle stesse identiche condizioni in cui l'ha lasciata l'incendio. Ho camminato tra quei tronchi carbonizzati, tra le radici di alberi crollati, tra i rami scheletrici e neri di fumo. Uno spettacolo desolante e una condizione di pericolo costante. 

Ramo carbonizzato
Ho deciso di pubblicare le immagini della pineta così come è adesso affinché lo strazio della montagna e dei suoi alberi distrutti rimanga negli occhi di chi legge questo post. Per capire, per ricordare, per evitare che ciò accada di nuovo. Ci sono tronchi ormai morti che vanno rimossi, alberi pericolanti che vanno portati via e rami precipitati che non hanno più vita. Spero con tutto il cuore che l'amministrazione provveda a definire presto un progetto per bonificare e mettere in sicurezza l'area e, soprattutto, spero che si possano piantare nuovi alberi al posto di quelli divorati dalle fiamme

Pini sradicati e crollati
La pineta di Scurcola è nata per iniziativa umana, prima degli anni Cinquanta non esisteva. È stata impiantata grazie a programmi di rimboschimento messi a punto dopo la Seconda Guerra Mondiale che servirono a dare lavoro a parecchie persone al tempo. La montagna venne terrazzata e, nell'arco di due o tre anni di opera laboriosa, venne arricchita da vegetazione sempreverde. Con gli anni quei pini sono cresciuti fino a divenire alberi alti più di dieci o quindici metri. Ora molti di loro non esistono più: l'incendio, putroppo, ne ha risparmiati pochissimi. Inutile dire quanto sia stato grande il danno arrecato al nostro paese, alla nostra montagna, al nostro paesaggio, alla nostra vita. Sì, anche alla nostra vita. Perché resto convinta che distruggere un albero sia e rimanga un enorme delitto.

Scurcola Marsicana con la pineta (anno 2016)

Di seguito una poesia di Aldo Bovi scritta a poche ore dall'incendio:

ADDIO DOLCE PINETA

M'incantavo a guardarti ogni mattina,
appena sveglio dalla mia finestra.
Mi sublimavi l'anima. Mi davi pace con la tua bellezza.
Ora non ci sei più!!! Dolce Pineta mia,
una mente malsana t'ha incendiata.
In un attimo sei volata via, avvolta in fiamme immani;
mentre io, con inutile rabbia e con le mani abbarbicate sulla balaustra,
assistevo impotente al grande rogo e l'anima muta piangeva.
Quanti, quanti cari ricordi son bruciati con te!
Ti avevo vista nascere, dolce pineta mia.
Ero fanciullo ed ancor vivo è in me
il ricordo di quella montagna,
brulla, a quel tempo, rasa e senza piante.
Era appena finita la tremenda guerra,
e quando il treno superava Villa,
mia madre, ansiosa dopo un anno,
di riabbracciare i cari genitori,
s'incollava al finestrino e guardando la Croce avvicinarsi,
sommessamente recitava un Pater.
Fu proprio da quel treno che un bel giorno,
una scritta titanica mi apparve, immensa,
lunga come la montagna tutta, fatta con bianche pietre e sassi:
CANTIERE DI RIMBOSCHIMENTO NAZIONALE, recitava.
E squadre di operai bagnaron di sudore quella terra per lunghi mesi,
per terrazzarla e con badili, zappe e sole braccia, renderla feconda.
E su di essa candide dita di scolari piantarono i tuoi candidi germogli.
Così nascesti tu! Cara Pineta mia
ed anno dopo anno (per ben 60) ti ho vista crescere
e diventare, come florida donna,
splendida e matura, ricca di aromi, di nidi e di animali
Mi davi pace con la tua presenza e passavo serate ad ammirarti.
E ora dalla mia finestra vedo solo carbone
ed un'angoscia mi serra il cuore.
Certo, lo so! Anzi lo voglio credere!
Noi tutti ti ripianteremo: pianta per pianta.
E son sicuro che i miei nipoti ti rivedranno bella come prima
Certo non io! A me rimarrà per sempre solo il ricordo della tua bellezza
e del lontano faticoso lavoro che ti fece.

(Aldo Bovi - Scurcola Marsicana, 21 luglio 2017)

Disegno dell'incendio di Giuseppe Nuccitelli (4 anni nel 2017)
Voglio aggiungere un ulteriore elemento al post. Un disegno molto speciale realizzato da un bambino di Scurcola, Giuseppe Nuccitelli che, nel 2017, aveva solo 4 anni. Giuseppe, figlio di Agostino Nuccitelli e Antonella Curini, è rimasto molto colpito dalle fiamme che vedeva sulla montagna e dai Vigili del Fuoco all'opera. "Fece questo disegno con tutti i mezzi che cercano di spegnere gli alberi in fiamme, alcuni sono ormai carbonizzati. In basso a destra la polizia arresta il colpevole con le mani in alto..." mi ha spiegato sua madre Antonella. Un disegno che attesta lo shock provato da un bimbo, il suo modo di vedere e interpretare un disastro immane ma anche una sorta di "lieto fine" che, come in tutte le fiabe che si rispettino, ci si aspetta: l'arresto del "cattivo".


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