martedì 28 luglio 2020

Conte Rosso

Qualche giorno fa, attraverso una piattaforma online che consente l'auto-pubblicazione, ho creato un e-book che si intitola "L'album delle piccole memorie". Si tratta di una raccolta di quindici racconti brevi che ho scritto lo scorso anno. Storie "minime", come mi piace definirle, perché riguardano episodi semplici di persone semplici appartenenti per lo più alla mia famiglia. Le mie origini sono doppie poiché mio padre è di Scurcola Marsicana e mia madre di Luco dei Marsi per cui ne "L'album delle piccole memorie" ci sono racconti che provengono da entrambe le radici. 

"Conte Rosso" è un racconto a cui sono molto affezionata. Ho cercato di ricostruire, a tratti immaginandola, la vicenda di  immigrazione di Peppe ossia Giuseppe Falcone, fratello di mia nonna paterna, Maria (dalla quale ho ereditato il nome che porto). Questa è una delle quindici storie presente ne "L'album delle piccole memorie" (acquistabile QUI).

Zio Peppe con la nipote Lina
Quando Peppe partì per l'America a Scurcola c'era la neve. L'inverno era la stagione peggiore. Quel paese doveva lasciarlo, proprio come aveva già fatto suo fratello e come stavano facendo in tanti. Si poteva trovare lavoro e magari pure un po' di fortuna: i soldi, dicono, in America vengono più facili. Qui, invece, a parte qualche zolla di terra e poche bestie da pascolare e mungere non c'è pane a sufficienza. Soprattutto dopo una Guerra che ha lasciato solo morti da piangere e madri e vedove col nero addosso. Peppe, nato nel 1901, a metà strada tra un fratello e una sorella, ormai sa quello che va fatto. Ha già ventitré anni e sente dentro l'urgenza di trovare un posto su una nave pronta ad attraversare l'Atlantico.
La paura si sente, per forza. Chi è mai uscito dalle viuzze tutte scalini e pietre del paese marsicano? Ma la paura si vince, basta un pizzico d'incoscienza o una bella dose di disperazione. Peppe parte e saluta tutti. Rincuora la madre, si stringe un attimo al padre e sorride come può agli altri. Qualche pezzo di sé resterà qui per sempre, sui gradini della Chiesa della Madonna della Vittoria o in mezzo ai prati della Cene Sante, tra le risate sghembe degli amici d'infanzia e sulle labbra fresche di Serafina. La bella Serafina dagli occhi scuri: Peppe se la vorrebbe sposare, ma qui non c'è granché per vivere e potrebbe darle poco o niente. Andrà dove sono già andati in tanti e, se Dio avesse voluto, un giorno Serafina l'avrebbe sposata per davvero. 
Si imbarca a Napoli. Il porto puzza di gente, di fumo e di attesa irrequieta. Peppe può salire a bordo del transatlantico Conte Rosso. Pare sia stato costruito lontano dall'Italia, in una città mai sentita prima che si chiama Glasgow. Da un paio d'anni trasporta migranti italiani fino a New York. Peppe guarda quel mostro galleggiante e crede che potrebbe contenere tutti gli scurcolani più qualcun altro. Ha due alberi altissimi, due giganteschi fumaioli e sicuramente è lungo duecento metri.
Sul Conte Rosso Peppe viaggia alcune settimane tra tanti migranti che, come lui, il mare non l'hanno mai visto né saputo immaginare. Ma di certo a casa non si può più stare. "Ci porterò pure Serafina in America", si dice Peppe salendo sul ponte da dove si vede il mare più grande del mondo. Un po' ha paura ma è la paura di tutti e, forse anche per questo, si sente meno solo e meno avvilito.
***
Peppe sbarcherà a Ellis Island il 17 febbraio del 1924, vivrà a New York e tornerà nel suo paese natale, a Scurcola Marsicana, diverse volte nel corso della sua vita. Serafina lo raggiungerà qualche anno più tardi, nel 1929. Si sposeranno e avranno quattro figli maschi. La vita di Peppe sarà illuminata dal successo: diventerà uno dei costruttori più importanti di New York, che forse è più di quanto Peppe si sarebbe mai permesso di sognare.
Il Conte Rosso, l'imponente transatlantico che lo ha condotto fino in America, avrà un'altra storia. Nel 1935 sarà utilizzato come piroscafo per il trasporto di truppe italiane verso l'Etiopia. Pochi anni più tardi, durante la Seconda Guerra Mondiale, come imbarcazione della Marina Militare, farà da spola tra l'Italia e le coste dell'Africa del Nord. Il suo ultimo viaggio risale al 24 maggio 1941. Quel giorno, intorno alle 20.40, a circa dieci miglia da Capo Murro di Porco, al largo di Siracusa, il Conte Rosso viene colpito da due siluri lanciati da un sommergibile inglese. Il transatlantico naufraga nel giro di quindici minuti portando a fondo con sé 1.297 persone. Una tragedia immane di cui, forse, pochi conservano memoria.

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