Probabilmente uno dei difetti peggiori di noi scurcolani è quello di avere scarsa o nessuna considerazione del patrimonio artistico e storico presente nel nostro paese. Un patrimonio che non conosciamo a sufficienza, che trascuriamo senza grandi scrupoli e che corre il rischio di perdersi per sempre. Tra gli oggetti d'arte più preziosi e stranamente meno noti presenti a Scurcola, c'è una splendida tela del '600, dipinta con colori a olio, che raffigura San Michele Arcangelo. Un'opera custodita nella Chiesa di Sant'Antonio da Padova e che, purtroppo, il tempo e la disattenzione di chi ci ha preceduto hanno ridotto in pessimo stato.
Dettaglio: la tensione muscolare del braccio del Santo |
Le immagini che corredano questo post dimostrano la grande qualità pittorica dell'opera, una qualità che gli esperti hanno riconosciuto senza grandi difficoltà. Non sappiamo chi sia l'autore della tela ma, in base al parere dei tecnici, l'artista che l'ha realizzata si è chiaramente ispirato alla corrente classicista seicentesca riconoscibile grazie al plasticismo michelangiolesco, alla rappresentazione in scorcio e all'atteggiamento artificioso del Santo. Questo sta a significare che il pittore che ha rappresentato il nostro San Michele Arcangelo nell'atto di uccidere il drago-demonio, si è ispirato alle figure dipinte da Michelangelo, il genio del Rinascimento, colui che ha affrescato la Cappella Sistina, solo per citare uno dei suoi innumerevoli capolavori.
Cappella Sistina, il Cristo del Giudizio Universale |
Nello stesso tempo le immagini mostrano nel dettaglio anche il grave stato di degrado in cui versa la tela. È evidente che i colori hanno perduto la loro brillantezza e il loro vigore. I rossi e i verdi che caratterizzano le vesti dell'Arcangelo sono coperti da strati di polvere e non hanno mantenuto quasi nulla della vivacità che dovevano possedere alle origini. Anche la figura del drago-demonio collocata nella parte bassa del dipinto, e schiacciata dal piede calzato del Santo, è ormai quasi irriconoscibile. Appare più che logico che un'opera di tale valenza artistica e storica necessiti di un urgente intervento di restauro.
Dettaglio: il piede del Santo che schiaccia il drago-demonio |
Alla pagina 162 del volume "Scurcola Marsicana Monumenta", la dott.ssa Maria Pia Fina così descrive il dipinto di S. Michele Arcangelo: "Il culto per gli angeli è ancora più manifesto nella tela del San Michele Arcangelo che, nonostante il degrado pittorico in cui versa, lascia trasparire una volumetria ben elaborata nella figura, una vigorosa tensione muscolare e una intensità cromatica tale da poterlo datare tra il XVI e XVII secolo e rapportare, per la torsione del corpo, alle figure pittoriche michelangiolesche". Siamo al cospetto, dunque, di un autentico gioiello d'arte. Dovremmo lavorare affinché il suo recupero sia effettuato in tempi ragionevoli: la tela e il supporto originale che la sostiene sono seriamente danneggiati. A noi il compito di tutelare questo bene, a noi il compito di ricondurlo all'antico splendore.
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Ringrazio di cuore Franco Farina che, con la sua consueta gentilezza, ha messo a mia disposizione le fotografie e altri documenti relativi alla bellissima tela raffigurante S. Michele Arcangelo per il cui restauro si sta spendendo con dedizione ormai da tempo.
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