martedì 10 marzo 2020

Coronavirus a Scurcola Marsicana. Istruzioni per non dimenticare troppo in fretta


In maniera forse inaspettata anche Scurcola è stata toccata, seppur in maniera alquanto marginale, dal tristemente noto virus Covid 19. Nella serata del 9 marzo 2020 la sindaca Maria Olimpia Morgante ha annunciato che un cittadino di Scurcola Marsicana è risultato positivo al test del Coronavirus. Nell'arco di pochissimo tempo, probabilmente subissata da chiamate e richieste di spiegazione da parte degli scurcolani, legittimamente spaventati, la sindaca ha provveduto a specificare che la persona infettata non ha avuto alcun contatto con la gente del nostro paese. La sua famiglia si trova in quarantena ed è costantemente vigilata. Qualcuno, poi, mi ha spiegato che si tratta di un individuo che abita a Scurcola ma non è scurcolano e, anche per questo, forse, non frequenta il nostro paese e i suoi abitanti

La situazione, come sappiamo, da ieri sera è mutata per tutti. Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa, ha annunciato che dalla mattina del 10 marzo 2020, tutta l'Italia va considerata "zona rossa". Per un paese piccolo e impaurito come Scurcola, significa restringere ancora di più gli spazi lasciati al contatto sociale. Alle persone si raccomanda di non uscire di casa, di non frequentare luoghi in cui ci siano tante persone, di mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro, di non muoversi se non per ragioni urgenti e necessarie, di chiamare il proprio medico in presenza di febbre e altri sintomi influenzali, di non recarsi al pronto soccorso. 

Situazione assurda, difficile, amara, incredibile ma è solo il presente. Tra un anno, forse, saremo qui a ricordare questi giorni tirando un forte sospiro di sollievo. Tra un anno, forse, saremo tutti vaccinati e protetti. Tra un anno, forse, sorrideremo nel rammentare i giorni in cui le autorità ci hanno costretto a rimanere in casa per evitare pericolosi picchi di contagio. Tra due o tre anni sarà ancora meglio, ovviamente. Poi di anni ne passeranno cinque, dieci e anche di più. L'angoscia sarà sfumata, l'ansia sarà persa, i ricordi andranno a indebolirsi. Eppure credo che dovremmo imparare anche da questa straniante e difficile esperienza. Dovremmo imparare che la paura e l'impotenza ci fanno tutti uguali senza distinzioni di sesso, di etnia, di religione, di lingua. Dovremmo imparare che, nonostante tutto, siamo e rimaniamo creature fragili e che, più di tutto, le nostre esistenze vengono illuminate e salvate dall'affetto, dal rispetto, dalla sicurezza e dalla vicinanza che riceviamo e che sappiamo offrire a chi ne ha bisogno

Tra un anno, due, cinque, dieci e anche oltre, dovremmo ricordare che un virus invisibile ed etereo ha mandato in tilt la nostra vita nell'arco di pochi giorni. Non dobbiamo dimenticare il Coronavirus né i disagi, né il panico, né l'inadeguatezza, né lo sbigottimento che ha generato. Non dobbiamo dimenticare quanto siamo indifesi e deboli in questo momento. In fondo, oltre al male, il temibile Covid 19, nella sua spietata e cieca diffusione, sta impartendo insegnamenti profondamente umani. Ci sta facendo tornare, forse, a una dimensione umana più autentica ed essenziale smorzando le spavalderie degli arroganti, cauterizzando la rabbia di chi sputa veleno a prescindere e ridimensionando la forza di chi pensava di essere invincibile o intoccabile e non lo è affatto. Dobbiamo cercare di memorizzare adesso ogni sensazione per non rinnegarla o insabbiarla, per vigliaccheria o superficialità, quando tutto sarà passato. Dobbiamo memorizzare tutto per mantenerci umili e uniti come adesso.

Nel mio piccolo, da questo blog, voglio augurare a tutti di tornare a una situazione di normalità in tempi ragionevoli. Nel frattempo: calma, pazienza e buon senso.

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