domenica 21 gennaio 2024

Il ritorno a Scurcola della salma del ten. Giuseppe Rosa, morto durante la Prima Guerra Mondiale

 

Giuseppe Rosa, nato a Scurcola Marsicana il 24 Marzo 1895, era figlio di Gaetano Rosa (importante personaggio scurcolano vissuto tra Ottocento e Novecento di cui, in più circostanze, ho parlato attraverso il blog) e di sua moglie Anna Petrocchi (1870-1948). Giuseppe morì, a soli 22 anni, nel corso della Prima Guerra Mondiale, in Albania. Secondo l’Albo d’Oro dei Caduti della Grande Guerra [1], il tenente Giuseppe Rosa risulta essere deceduto il 29 Maggio 1917 a causa di “ferite riportate in combattimento”.

Giuseppe Rosa nell'Albo d'Oro dei Caduti della Prima Guerra Mondiale

La tomba di Giuseppe, presso la quale mi soffermo sempre quando vado a visitare i defunti, è accolta nel cimitero di Scurcola: i resti del giovane militare sono accanto a quelli di sua madre Anna, all’interno dello stesso loculo. Ho notato, però, che la data di morte di Giuseppe incisa sulla lapide funebre non coincide con quella registrata dall’esercito poiché, sulla tomba, è scritto 24 Maggio 1918.

Non riesco a spiegarmi l’origine della discrepanza tra la data di morte che risulta dai registri ufficiali del Ministero della Difesa e quella indicata sulla tomba del giovane. È possibile che ci sia stato un errore di scrittura sulla lapide? Oppure ai genitori, al tempo, fornirono un’informazione sbagliata in merito all’anno della morte del loro figlio? Sinceramente non so fornire interpretazioni convincenti che possano spiegare tale difformità.

Tomba di Anna Petrocchi e Giuseppe Rosa (cimitero Scurcola)

Posso però scrivere qualcosa in merito al rientro a Scurcola Marsicana della salma del tenente Giuseppe Rosa, che aveva prestato servizio militare presso il 20° Reggimento Artiglieria da Campagna. Grazie a un articolo, pubblicato sulla rivista statunitense “Abruzzo-Molise” [2], possiamo conoscere interessanti dettagli circa la partecipata cerimonia che si svolse in paese quando, nel 1926, quindi a distanza di 8/9 anni dalla morte, la salma di Giuseppe Rosa tornò a casa.

Posso dire che nel testo dell’articolo si riporta la stessa data di morte dell’Albo d’Oro, ossia 29 Maggio 1917: "Con eccezionale solennità ha avuto luogo il trasporto funebre dalla stazione ferroviaria della salma del tenente Giuseppe Rosa, reduce dall'Albania, ove il compianto ufficiale moriva il 29 maggio 1917 prestando servizio nell'arma di artiglieria". Il podestà (siamo nei primi anni del Ventennio fascista) Vitantonio Liberati fece affiggere dei manifesti per rievocare la memoria del giovane Rosa.

Non sappiamo con esattezza in quale giorno avvenne la cerimonia per il rientro della salma del militare scurcolano, possiamo solo intuire che fu poco prima del 12 Marzo del 1926. "Alle ore 10" si legge "sfila il corteo che si reca alla stazione ferroviaria per rilevare le sacre spoglie, che attendono già da qualche giorno, nella sala d'aspetto della stazione stessa, trasformata in camera ardente, il commosso omaggio della popolazione tutta, che nel tanto auspicato ritorno, renderà alla cara salma il supremo tributo di rimpianto e di affetto in una espressione di dolore e di orgoglio".

Il corteo che accompagnò la salma del tenente Rosa era formato dalle confraternite locali, dai soci dalla società operaia agricola di Mutuo Soccorso con il presidente avv. Vincenzo Pompei, dal direttore della sezione fascista con il segretario politico avv. Vittorio Bontempi, dai bambini delle elementari con gli insegnanti, da una rappresentanza della Milizia di Scurcola e di Magliano al comando del decurione Carfagno, dagli ufficiali in congedo Gino Macchia e Giuseppe Talone, dal comandante della stazione dei Carabinieri Dante Scorsi e da tutto il consiglio comunale, compreso il podestà Liberati e il giudice conciliatore Francesco Ansini.

Il nome di Giuseppe Rosa sul Monumento ai Caduti

Quando il corteo si avvicinò a piazza Vetoli (che nel 1936 fu rinominata piazza del Littorio e solo dopo il 1946 divenne piazza Risorgimento), il feretro venne deposto per qualche minuto presso il monumento ai Caduti che, per la cronaca, era stato inaugurato solo nella primavera dell'anno precedente (1925). Il nome del tenente Giuseppe Rosa, oggi, è incluso tra quelli dei caduti della Grande Guerra, è leggibile sulla facciata sinistra del monumento, proprio sotto a quello del capitano Luigi Di Giacomo, morto nel 1918.

Subito dopo, la salma di Giuseppe Rosa fu accompagnata presso la parrocchia della SS. Trinità "ove, nella scalinata della chiesa, il sindaco, signor Liberati, porge un commosso saluto alla salma a nome dell'Amministrazione comunale". A seguire pronunciarono parole di rimpianto e di cordoglio il segretario comunale Emilio Nuccitelli e lo studente Nicola Nuccitelli "il quale con forbito discorso commemora il tenente Rosa inserendo la sua memoria fra quelle dei più fulgidi eroi della Patria". Infine vi fu il saluto dell'avv. Vincenzo Pompei a nome dei combattenti di Scurcola. La cerimonia religiosa terminò alle ore 12, si legge nell'articolo pubblicato in "Abruzzo-Molise" nel 1926. Il feretro venne infine tumulato presso il cimitero di Scurcola dove tuttora si trova.

 

 Note:
[1] https://www.cadutigrandeguerra.it/
[2] “Abruzzo-Molise”, Numero 10, 12 marzo 1926.


domenica 14 gennaio 2024

I volti e i nomi di un gruppo di emigrati scurcolani che vivevano a Charlotte, Stato di New York, negli anni Venti


Premessa necessaria: di recente, mentre svolgevo delle ricerche, che esulano dalle attività legate a questo blog, ormai “dormiente” da diverso tempo, mi sono imbattuta in svariati e interessanti articoli pubblicati da un giornale attivo negli Stati Uniti dal 1924 al 1926. Si tratta di una testata nota con il nome di “Abruzzo-Molise” (ex “Marsica Nuova”) diretta, anche in questo caso, dal luchese Vincenzo Massari. Tra le pagine di “Abruzzo-Molise” ho individuato alcuni articoli risalenti al 1926 che raccontano episodi di vita scurcolana ormai dimenticati e che vorrei tornare a condividere attraverso “Scurcola Marsicana Blog”.

***

Il primo articolo che ho avuto modo di individuare è legato ai volti e ai nomi di un gruppo di emigrati scurcolani di cui, temo, oggi quasi nessuno possa conservare memoria. Sulle pagine di “Abruzzo-Molise” del 5 Marzo 1926 venne pubblicata una foto di gruppo dedicata agli “Scurcolani di Charlotte NY”. Quando ho visto l’immagine, l’ho collegata a una fotografia che mi è stata consegnata da Aulo Colucci alcuni anni fa.

Finora, pur avendo tentato di capire, in più circostanze, chi fossero gli uomini del ritratto, non sono mai riuscita a reperire informazioni convincenti. Avevo semplicemente intuito, osservando le due bandiere alle spalle delle persone ritratte, che potesse trattarsi di scurcolati emigrati negli Stati Uniti. Adesso, grazie alla mia recente ricerca, è almeno possibile associare un nome a ognuno dei volti ritratti in foto.

Ritaglio dell'articolo di "Abruzzo-Molise" (1926)

Questo il testo del breve articolo che accompagna la fotografia.

Con piacere pubblichiamo il gruppo dei Scurcolani di Charlotte NY i quali cercano di fondare una Società di M.S. [Mutuo Soccorso, ndr] tra tutti gli oriundi di Scurcola. Essi, entusiasti del nostro giornale, non mancarono di abbonarsi immediatamente. Nel gruppo mancano alcuni che non erano a Charlotte al momento della fotografia. I presenti sono: Prima fila, in piedi: Agostino Nuccitelli, Antonio Tortora, Paolo Petitta, Pietro e Vittorio Petitta.
Seconda fila: Carmine Tortora, Aristide Tortora, Giovanni Nuccitelli, Emilio Tortora, Pietro Mantelli, Angelo Mantelli e Francesco Liberati.
Terza fila, seduti: Angelo Nuccitelli, Tommaso Silvestri, Lorenzo Nuccitelli, Frank Mantelli, nostro corrispondente, e Agostino Panfili.
Seduti a terra: Domenico Nuccitelli e Giovanni Nuccitelli.
Sarà con piacere che nei prossimi numeri, pubblicheremo, se fornitici, i gruppi di altri corregionali di qualsiasi altra parte degli Stati Uniti
”.

Credo che sia quasi impossibile, oggi, conoscere le vicende personali degli scurcolani ritratti in foto. Hanno in comune la stessa provenienza, Scurcola Marsicana, oltre ad aver avuto la necessità di andare oltre Oceano alla ricerca di condizioni di vita migliori. Avranno lasciato in paese molti affetti, molti amici, molti ricordi. Chissà se qualcuno di loro sarà mai riuscito a tornare a Scurcola oppure se, come temo, nessuno di loro abbia più avuto la possibilità di rivedere la propria terra.

Sicuramente vivevano tutti a Charlotte, un grande quartiere della città di Rochester, a nord dello Stato di New York. Un’area che, storicamente parlando, ha accolto moltissimi immigrati italiani tra la fine Ottocento e la prima parte del Novecento. Eppure dei 19 scurcolani immortalati in questo affascinante scatto, non possiamo sapere molto di più. Sarebbe interessante se qualcuno, oggi, potesse riconoscere un volto familiare, un nome noto, una storia degna di essere recuperata e raccontata.


Il filosofo Antonio Rocco tra “Le Glorie degli Incogniti” (1647)

Siamo nella Venezia del Seicento, la città più cosmopolita della penisola. Giovanni Francesco Loredan ha solo 27 anni quando, da giovane no...