martedì 20 luglio 2021

La visita del viaggiatore e pittore inglese Edward Lear a Scurcola nell'agosto del 1843


Edward Lear è stato un pittore, incisore e scrittore inglese ma, soprattutto, Edward Lear è stato un appassionato viaggiatore. Molti marsicani hanno sentito proferire il suo nome e hanno ammirato i suoi disegni perché è stato uno degli artisti che, nel corso dell'Ottocento, ha offerto più attenzioni al nostro territorio. Tra i paesi di cui Lear ha scritto e di cui ha lasciato un disegno c'è anche Scurcola Marsicana anche se, al tempo il nostro paese non aveva ancora acquisito la denominazione di "Marsicana" attribuita qualche decennio più tardi.

Frontespizio del libro di Edward Lear

Nell'agosto nel 1843 Edward Lear si muoveva lungo le nostre strade. Secondo le cronache che lui stesso scrisse in relazione a quel viaggio, raccolte in una pubblicazione del 1846 e intitolata "Illustrated Excursions in Italy", Lear si trovava a Tagliacozzo, ospite della famiglia Mastroddi, nei giorni che vanno dal 17 al 23 agosto 1843. Successivamente si spostò a Magliano dove, per tre giorni, venne ospitato dal ricco don Giambattista (Titta) Masciarelli. È proprio in questa fase che Edward Lear decise di fare una breve visita a Scurcola. Questo il suo racconto [1]:
Durante un pomeriggio ho fatto escursione sui campi di granturco, o grano indiano, a Scurcola, un paesino di millecinquecento abitanti, alla sua sommità si trovano il castello in rovina dei Colonna e la Chiesa di Santa Maria della Vittoria, che prese il posto del convento celestiniano fondato da Carlo d'Angiò dopo la vittoria del 1268. Anche qui si ha una veduta completa della piatta distesa coltivata in cui la battaglia fu combattuta. In cima al paese c'è la casa dei Bontempi, una delle più antiche famiglie di questa zona, alcuni dei cui membri avevo incontrato alla festa di Tagliacozzo: mi hanno accolto con vero calore abruzzese, ed erano molto ansiosi che restassi; ma avevo promesso di tornare a Magliano, cosa che, dopo il mio disegno, feci, accompagnato fino a metà strada da don Cosimo Bontempi.
Del monastero di Santa Maria rimangono solo pochi muri in rovina; le frequenti inondazioni del lago, i terremoti e le altre cause spinsero i monaci ad abbandonarlo nel medioevo; e tutte le cose magnifiche con cui era ornato da Carlo I, che le aveva portate via dalla distrutta Alba, rovinarono in rapido l'oblio. La sua famosa immagine della Madonna, fatta fare in Francia per ordine del re vittorioso, e racchiusa in una cassa di legno, esiste ancora nella chiesa di Santa Maria di Scurcola, nella quale mi è stata fatta vedere.
Come mi è stato riferito, grazie ai fleurs-de-lis dorati che la ricoprivano, nel secolo scorso non è stata saccheggiata da alcuni soldati francesi. La scoperta di questa immagine tra le rovine del monastero risale, secondo un antico documento dei Bontempi, e citato dal Corsignani verso l'anno 1520, quando, secondo la leggenda, la Vergine comparve in sogno ad una donna di Tagliacozzo e le indicò il luogo dove quella reliquia perduta sarebbe stata rinvenuta.
Essa, quando fu portata alla luce, fu ugualmente pretesa come propria dagli abitanti di Scurcola, perché ritrovata nel loro territorio, e da quelli di Tagliacozzo perché, se essi non ne avessero fatta ricerca, mai sarebbe stata ritrovata. Per porre fine ai loro dissensi, il vescovo dei Marsi ordinò che l'immagine e la sua cassa fossero separatamente messe sul dorso di due giovani mule: esse dovevano camminare a loro piacimento e dove si fossero fermate sarebbe stato il sito della nuova chiesa. Le mule andarono a San Donato e in altri luoghi e andarono vicino a Tagliacozzo, lusingandone gli abitanti, ma improvvisamente cambiarono direzione e andarono di corsa a Scurcola, donde non vollero più muoversi; perciò ivi fu eretta l'attuale chiesa di Santa Maria della Vittoria.
La cronaca di Lear, per quanto affascinante, contiene alcune imprecisioni. Andando con ordine: le "frequenti inondazioni del lago" (e qui si intende il Lago Fucino), a causa della distanza, non potevano nemmeno lambire l'Abbazia di Santa Maria della Vittoria in zona Cardosa; la "scoperta" della statua della Madonna della Vittoria tra i ruderi non risale al 1520 ma, secondo documenti più precisi, al 1525; la leggenda narra che la Madonna apparve sì in sogno a una donna di Tagliacozzo ma la mula (non le mule) che la trasportava non andò né a San Donato, né vicino a Tagliacozzo ma si diresse direttamente verso il borgo di Scurcola fermandosi dove ora sorge la Chiesa della Madonna della Vittoria.

Disegno delle rovine dell'Abbazia di Maria SS. della Vittoria di Lear

Nonostante qualche imprecisione, Edward Lear ci ha trasmesso uno splendido racconto della sua esperienza di viaggio. Durante la sua gita scurcolana, inoltre, l'artista inglese volle disegnare le rovine dell'Abbazia cistercense che, anche ai suoi tempi, era già in stato di rovina e di totale abbandono. Il suo disegno (visibile a pagina 72 di "Illustrated Excursions in Italy") è stato eseguito, come detto, nell'estate del 1843 e ci permette di constatare come, al tempo, fossero ancora in piedi le mura principali dell'edificio abbaziale quelle di cui, oggi, non resta più quasi nulla.


Nota

[1] Edward LEAR, "Illustrated Excursions in Italy", Thomas McLean 26 Haymarket, London, 1846, pp. 71-73.

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