Non molto tempo fa mi è stata segnalata la bella fotografia d'epoca che apre questo post. Un'immagine che, personalmente, non conoscevo e che, a ben guardare, racconta una storia che molti scurcolani, soprattutto per ragioni anagrafiche, non possono ricordare.
Tutti riconosciamo il luogo: la raffinata scalinata barocca della chiesa della SS. Trinità, in Piazza del Mercato. Non so quanti conoscano o riconoscano le persone presenti: i ragazzini seduti sulle balaustre, la donna con la lunga gonna e la caratteristica conca sul capo, gli uomini disposti lungo le scale, la piccola folla radunata vicino ai due somari che sembrano trasportare fascine di legna. Una scena di vita quotidiana che oggi è impossibile replicare.
Il dettaglio che ha attratto la mia attenzione, però, è un altro. Si tratta della presenza delle due figure che si trovano sulla balconata, davanti all'ingresso della chiesa. Non ho faticato molto a rilevare che l'uomo sulla destra indossi il tipico fez fascista. Tanto basta a datare, seppur in maniera molto sommaria, questa fotografia: probabilmente risale agli anni Trenta (seconda parte?). Ma questo importante frammento di storia scurcolana richiama anche un'altra vicenda legata a quella sorta di "scatola" che l'altro uomo sulla balconata sorregge con una mano. Non l'ho riconosciuta nell'immediato ma poi, facendo mente locale, ho capito che poteva trattarsi di una radio.
Ho quindi compiuto un'ennesima ricerca e ritengo possa trattarsi di uno degli svariati modelli di un apparecchio chiamato, in epoca fascista, Radio Rurale. Si tratta di un ricevitore, con prezzo imposto dal governo e con caratteristiche standard, promosso dall'Ente Radio Rurale, fondato nel 1933 [1]. La Radio Rurale poteva essere acquistata soltanto dagli istituti scolastici, dalle sedi dell'O.N.B., dal P.N.F., dalle Parrocchie rurali, dalle sedi rurali dell'Opera nazionale dopolavoro, dalle cattedre ambulanti di agricoltura, dalle sedi della Confederazione sindacale fascista dell'agricoltura e dalle sedi della Confederazione agricoltori o per donazione agli stessi. A cosa servisse, ovviamente, possiamo immaginarlo molto facilmente: divulgare i proclami, i messaggi, i notiziari, le informazioni di cui il regime fascista voleva che la gente comune fosse informata.
Radio Rurale Unda (fonte: www.radiorurale.it) |
La radio, all'epoca, era considerata esattamente come per noi oggi è il Web: un canale comunicativo immediato, capillare e accessibile a molti. L'Ente Radio Rurale (ERR) era nato con lo scopo di "contribuire alla elevazione morale e culturale delle popolazioni rurali" ma, nell'arco di poco tempo, il Partito Nazionale Fascista "pose sotto stretto controllo i programmi del nuovo ente e le sempre più insistenti pressioni ad opera del segretario del partito Starace costrinsero Mussolini, nel 1934, a trasferire l'ERR proprio sotto il controllo diretto del segretario". [2] A Scurcola, come si evince dalla fotografia, la Radio Rurale veniva collocata sulla balaustra della chiesa e posta all'ascolto della popolazione presente (a quanto pare non molta, nella circostanza). La radio che si vede potrebbe essere stata a marchio Unda, uno dei dieci produttori autorizzati dal regime. Al centro sono posizionati due fregi in metallo leggero che riproducono i fasci littori. Non sappiamo che fine abbia fatto l'apparecchio scurcolano, non sappiamo se appartenesse alla chiesa, alla scuola o al Comune. Come è accaduto in molti luoghi, potrebbe forse essere stato distrutto dopo la caduta del Fascismo?
Note:
[1] Legge 15 giugno 1933, n. 791.
[2] radiostoria.wordpress.com.
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