venerdì 24 settembre 2021

Prospero Bonafamiglia di Scurcola, cavaliere dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro nel 1595


Lo scorso mese di aprile ho pubblicato un post dedicato alla prestigiosa famiglia Bonafamiglia i cui rappresentanti, secondo quanto ho potuto ricostruire, vissero a Scurcola nel corso del Cinquecento. Tra i membri dei Bonafamiglia di cui ho rintracciato notizie vi sono: Nicola o Cola Bonafamiglia, di professione notaio, alle dipendenze della potente famiglia Colonna (che al tempo governava le nostre terre fino a poco prima dominio degli Orsini); Fabrizio Bonafamiglia, il cui nome è tuttora leggibile su un portale in pietra lungo via Porta Reale, e, infine, Prospero Bonafamiglia nominato da Pietro Antonio Corsignani nella sua "Reggia Marsicana" [1] quale figlio di Fabrizio, uomo "erudito nei versi italiani e latini" ma anche Cavaliere dell'Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro.

Ed è proprio sull'appartenenza di Prospero Bonafamiglia all'antico ordine cavalleresco dei SS. Maurizio e Lazzaro che desidero soffermarmi. Prima di tutto ho potuto compiere questa ricerca grazie al valido suggerimento ricevuto dall'avvocato Giacomo Tutinelli il quale, dopo aver letto, via Internet, il mio post sui Bonafamiglia di Scurcola, mi ha contattata per condividere alcune interessanti informazioni in suo possesso. L'avvocato Tutinelli ha compiuto approfondite ricerche per ricostruire il suo albero genealogico e, soprattutto, è impegnato nel rintracciare notizie a proposito della nobile famiglia dei Conti Resta di Tagliacozzo, di cui è discendente. "Nel ricostruire il filo genealogico dei Resta" mi ha spiegato l'avvocato Tutinelli "mi sono imbattuto nel processo di ammissione all'Ordine Mauriziano (1601) di Giovanni Andrea Resta (nato intorno al 1586), da cui risulta che il padre era il cavaliere Gaspare e la madre Olimpia Bonafamiglia di Nicolò e Bartolomea Cucina".

Portone di Palazzo Resta a Tagliacozzo

Giacomo Tutinelli, dunque, nel corso delle sue ricerche, si è imbattuto nel nome di una rappresentante dei Bonafamiglia, per l'esattezza Olimpia, figlia di Nicolò, moglie di Gaspare Resta. Nel documento studiato dall'avvocato si legge: "Similmente la casata de Bonafamiglia in la Scurcola è nobile e principale vivendo nobilmente…". Il nome di Nicolò, padre di Olimpia, potrebbe essere riconducibile a Nicola o Cola Bonafamiglia, scritto in una variante grafica leggermente differente? Non è da escludere. E, se come ritengo, Fabrizio sia figlio di Nicola o Cola, ciò lascia intuire che Olimpia possa essere sorella di Fabrizio e, di conseguenza, zia di Prospero. Oltre ad arricchire di importanti spunti la ricerca attorno ai Bonafamiglia, l'avvocato Tutinelli mi ha rivelato che nel documento storico da lui consultato vi è anche un accenno allo stemma dei Bonafamiglia costituito da "un pellicano in campo azzurro". Sarebbe splendido rintracciare la presenza di questo emblema in qualche luogo di Scurcola ma, al momento, non mi sembra esista nulla del genere nel nostro paese.

Oltre a tali preziose, e finora ignote, informazioni sui Bonafamiglia, l'avvocato Tutinelli mi ha fornito un utilissimo consiglio: richiedere all'archivio storico dell'Ordine Mauriziano una copia digitale del processo di ammissione di Prospero. Ho seguito l'indicazione ricevuta e ho preso contatto con l'archivio in questione. In questo modo ho potuto leggere le pagine originali, stilate nel 1595, della cosiddetta "prova di nobiltà" di Prospero Bonafamiglia. Purtroppo le prime facciate del fascicolo sono pesantemente danneggiate e quasi del tutto illeggibili ma, fortunatamente, le successive risultano in condizioni migliori. Vale la pena ricordare che l'Ordine "arruolava" prevalentemente uomini nobili ma anche persone che non avevano alcun titolo, come i Bonafamiglia, potevano chiedere di entrare a farne parte. In caso di accettazione, l'Ordine conferiva la nobiltà personale di cavaliere che, però, non era trasferibile né a figli né ad altri familiari. Solo nel caso in cui la carica fosse stata rivestita per tre generazioni consecutive, la nobiltà poteva radicarsi nella famiglia e divenire ereditaria.

Una delle pagine danneggiate del fascicolo

La "prova di nobiltà" di Prospero è rappresentata, tecnicamente, dalle deposizioni di alcune persone che attestano le sue autentiche origini cristiane e la specchiata onorabilità della famiglia di provenienza. Leggendo documenti così antichi e così speciali, confesso di aver provato un'immensa emozione. Credo di essere la prima scurcolana ad aver consultato il fascicolo storico (seppur in versione digitale) relativo al tentativo di ingresso nell'Ordine cavalleresco dei SS. Maurizio e Lazzaro di un concittadino vissuto più di 400 anni fa. Fin dalla prima pagina si evince la richiesta all'autorità preposta di concedere "l'habito dei Santi Maurizio et Lazzaro di grazia a Prospero Bonafameglia dalla Scurcola" e, soprattutto, dettaglio rilevante, "dispensando sopra la sua minorità" [minore età, ndr]. Anche dalle testimonianze successive, infatti, si evince che nel 1595 Prospero avesse intorno ai dieci o undici anni. Ciò lascia intendere che fosse nato attorno al 1585. Era ancora un bambino (un "putto", si legge nel documento) e, per questa ragione, viene facile ipotizzare che il suo ingresso nell'Ordine mauriziano sia legato prevalentemente alla volontà di suo padre Fabrizio il quale, forse, mirava ad ottenere, nell'arco di tre generazioni, un titolo di nobiltà per la sua famiglia.

Philippus Britius e Marcellus Paradisus sono gli "inquisitori" incaricati di recepire le informazioni necessarie ad attestare la "prova di nobiltà" di Prospero Bonafamiglia. Le testimonianze trascritte e firmate sono quelle di Scipione Belpiano di Napoli, Mario Colonna, Domenico Alissandri, Lucio Montano Abbate di Sant'Angelo e Gialonardo Lombardo. Da tutte le deposizioni si ricava che Prospero è figlio legittimo e naturale di Fabrizio Bonafamiglia e, dettaglio finora ignoto, di Elisabetta Francioni, sua madre. Rispetto alle famiglie di provenienza, nella deposizione dell'Alissandri, si legge: "i Bonafamiglia sono principali nella scurcula e molto facultosi e il padre è stato molti anni erario di casa Colonna" mentre dei Francioni si legge che sono di Roma e sono "boni cristiani". Un'altra caratteristica che si rileva da ogni testimonianza è legata alle origini dei Bonafamiglia che non hanno discendenze legate a "giudei, marrani o altre genti infedeli ma da cristiani antichi cattolici e fedeli". Il Lombardo, da parte sua, attesta: "Fabrizio ha esercitati governi per più lochi e sempre si è portato bonariamente né mai ha fatto arti meccaniche né mai ha fatto vigliaccherie né mai è stato urtato da alcuna infamia".

Porzione di testo deposto da Lombardo

In sostanza, dal documento che ho potuto leggere, si ricavano nuove e importanti informazioni: che nel 1595 Prospero fosse solo un bambino di dieci o undici anni, che sua madre si chiamasse Elisabetta Francioni ed era di Roma, che Fabrizio, erario dei Colonna, non ha mai esercitato "arti meccaniche" (lavori manuali). Per diventare cavaliere dell'Ordine mauriziano, inoltre, era fondamentale non avere discendenza ebraica, né essere marrani (ebrei convertiti), né infedeli (musulmani). Prospero aveva tutte le caratteristiche necessarie per diventare cavaliere, eppure da un altro documento, il "Registro di ammissione alle prove", si ricava che in questo frangente, ossia nel 1595, Prospero non venne ammesso nell'Ordine. In base a un appunto, probabilmente vergato molto più tardi, allo scurcolano Prospero Bonafamiglia l'abito mauriziano sarebbe stato assegnato solo l'8 marzo 1611. Tale data, però, confligge con altre essenziali e fondate notizie. In primis con quanto esplicitato in un libro intitolato "Istoria dell'Ordine equestre dei SS. Maurizio e Lazzaro" [2] da cui risulta che Prospero entrò a far parte dell'Ordine proprio nel 1595. In seconda istanza, l'esistenza del libro scritto da Prospero, "Sacra historia della santissima Sindone di Christo" [3], pubblicato per la prima volta nel 1606, in cui egli si definisce ufficialmente "romano, Cavaglier delli SS. Mauritio e Lazaro". Immagino che Prospero non potesse auto-attribuirsi un titolo tanto prestigioso in maniera abusiva per cui sono indotta a ritenere che la data riportata nel "Registro di ammissione alle prove", ossia l'8 marzo 1611, non sia corretta.


Note:
[1] Pietro Antonio Corsignani, "Reggia Marsicana", Napoli, Parrino, 1738, p. 484.
[2] Giovanni Battista Ricci, "Istoria dell'Ordine equestre dei SS. Maurizio e Lazzaro col Rolo de' Cavalieri e Comende", Torino, Stampa di Gio. Francesco Mairesse all'Insegna, 1714.
[3] Prospero Bonafamiglia, "La Sacra historia della Santissima Sindone di Christo Signor Nostro. Raccolta in compendio da gravi Auttori per Prospero Bonafamiglia romano, Cavaglier delli SS. Mauritio e Lazaro. Con una pia essortatione. All'illustrissima Archiconfraternità del Santo Sudario di Roma", Luigi Zanetti in Roma 1606 & ristampata in Torino appresso i FF. de' Cavaleris, 1608.

***

Ringrazio sentitamente l'avvocato Giacomo Tutinelli che, pur non conoscendomi, con estrema gentilezza, e comprendendo il senso delle mie ricerche su Scurcola, ha deciso di fornirmi informazioni molto rilevanti. A lui devo le "scoperte" legate alla figura di Prospero e altri fondamentali dettagli circa i Bonafamiglia di Scurcola.

2 commenti:

  1. Una tessera importante per conoscere il passato del nostro borgo (ora città).
    Enzo Colucci

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    Risposte
    1. Grazie Enzo.
      La storia dei Bonafamiglia è sorprendente.
      E, da ciò che so, mi sembra che nessuno prima d'ora l'abbia mai studiata. Secondo me c'è ancora molto da capire e conoscere su questa antica famiglia.

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