sabato 5 febbraio 2022

Terremotati di Scurcola Marsicana in un'inedita e preziosa foto d'epoca


L'affascinante fotografia, finora inedita, che apre questo post è stata resa pubblica da Arrigo Ferracuti. Si tratta della persona che, qualche tempo fa, aveva reso disponibile, via Facebook, il testamento del cavalier Antonio Ansini, di cui ho scritto. Ho avuto modo di conoscere, al momento solo telefonicamente, Arrigo Ferracuti e ho potuto apprezzare la sua grande passione per la storia, per la ricerca, per la conoscenza. Entrambi siamo convinti che condividere con altre persone ciò che torna alla luce dopo un'indagine storica sia l'unico modo per consentire alla memoria di sopravvivere all'oblio del tempo e degli uomini. Sono sicura che il materiale in possesso di Arrigo Ferracuti diventerà essenziale per l'approfondimento di numerosi dettagli della storia scurcolana.

Ad attestare la rilevanza del ruolo di Ferracuti vi è la scoperta di uno scatto fotografico molto prezioso che, finora, nessuno aveva mai visto. L'immagine è stata generata dallo sviluppo di un negativo rinvenuto solo di recente. La fotografia mostra quattro persone accanto a una serie di casette in legno sulle quali sono riportate delle iscrizioni: "Città di Fermo", "Servigliano", "Monsampietro Morico". Si tratta, come intuibile, di persone scampate al terremoto e accolte all'interno di piccole costruzioni temporanee donate da alcuni centri marchigiani. Nel pubblicare la fotografia, Ferracuti ha legato la bellissima, ma anche tragica, immagine al terremoto che colpì Scurcola (ed altri Comuni della Marsica occidentale) il 24 febbraio 1904.

Negativo dal quale è stata sviluppata la fotografia (Ferracuti)

I nostri quattro concittadini, secondo tale ipotesi, dovrebbero essere gli sfollati del sisma del 1904 che, come ho già scritto in precedenza, a Scurcola provocò diversi crolli ma nessuna vittima. La deduzione di Arrigo Ferracuti rispetto alla data del 1904 è legata al fatto che il negativo era incluso tra alcuni incartamenti che comprendono anche la lettera minuta (di cui scriverò in un prossimo post) scritta nel 1904 dall'allora Abate Curato di Scurcola, don Vincenzo De Giorgio, a papa Pio X per chiedere "un sussidio al disgraziato paese". Si tratta, come evidente, di supposizioni ragionevoli però, personalmente, non riesco ad escludere del tutto l'idea che la fotografia in esame potrebbe essere fatta risalire al periodo immediatamente successivo all'altro terremoto che colpì Scurcola, e gran parte della Marsica, nella mattina del 13 gennaio 1915.

Ad indurmi a considerare anche questa seconda, e più tarda, possibile datazione vi è un testo che Costantino Oddi, condividendo a sua volta l'immagine dei nostri terremotati, ha accostato alla fotografia recuperata da Ferracuti. Oddi richiama un documento del Comune di Scurcola risalente all'8 marzo 1922 [1], ricompreso in un saggio di Giuseppe Morzilli [2], nel quale si legge che la giunta comunale di Scurcola, guidata dal Sindaco del tempo, Costantino Oddi (nonno del nostro contemporaneo) vincolava "la somma ricavata colla vendita delle baracche del Comitato Fermo" che con verbale 21 Dicembre 1921 […] il Comune di Scurcola vendeva le sei baracche regalategli dal Comitato di Fermo […] per la complessiva somma di 9130 lire.  E poi "dal terremoto 1915 fu distrutto il pubblico orologio e che da quell'epoca, sino ad oggi la popolazione ne è rimasta priva con smormoramento generale".

Torre dell'Orologio di Scurcola (Corte Vecchia) inizi '900

In un altro documento del 1923 [3], sempre riportato da Morzilli [4], si legge: "Il terremoto del 13 gennaio 1915 abbatteva la torre dell'antico orologio comunale. Per ripristinare attualmente il nuovo orologio nel primitivo posto occorrerebbe riedificare la torre…". Dai due atti comunali del 1922 e del 1923 si evince un dettaglio non irrilevante: la torre del vecchio orologio pubblico di Scurcola, sita in zona "Corte Vecchia", crollò a seguito del terremoto del 1915 e non nel 1904 come, in qualche caso, è stato specificato. Nella fotografia sviluppata da Ferracuti, lì dove doveva trovarsi la Torre dell'Orologio, sono visibili delle macerie e un "buco" dovuto, evidentemente, al crollo della stessa.

Torre dell'Orologio crollata nel 1915

Ci sono altri due elementi che mi inducono a pensare che l'immagine storica e preziosissima dei nostri terremotati potrebbe forse risalire al 1915. Primo: se le casette di legno fossero state installate nel 1904, all'atto della loro vendita, attestata dall'atto comunale e realizzata nel 1921 (quindi dopo 17 anni), non dovevano essere più in condizioni ottimali. Anzi probabilmente a distanza di tanto tempo non sarebbero state più nemmeno così "appetibili" per gli eventuali acquirenti che, comunque, permisero di realizzare la discreta somma di 9130 lire. Secondo: sappiamo con certezza che il paese di Cappelle, dopo il terremoto del 1915, venne soccorso e aiutato dalla comunità marchigiana di Pollenza, in provincia di Macerata. Mi chiedo: non potrebbe essere accaduto che, nello stesso periodo, altre comunità marchigiane, facenti capo al Comitato di Fermo, città non distante da Pollenza, abbiano aiutato e soccorso Scurcola? La questione rimane aperta, nella speranza di compiere ulteriori ricerche e scoprire nuovi e finora ignoti dettagli legati a quel tragico e complicato momento storico del nostro paese.


Note:
[1] Archivio di Stato di L'Aquila, Atti del terremoto, busta 50.
[2] Giuseppe Morzilli, "Scurcola Marsicana Città dell'Abruzzo marsicano", Tomo I, 2016, p. 272.
[3] Archivio storico del Comune di Scurcola Marsicana, delibera n. 43/1923.
[3] Giuseppe Morzilli, "Scurcola Marsicana Città dell'Abruzzo marsicano", Tomo II, 2016, p. 151.

***

Devo ringraziare Arrigo Ferracuti che, attraverso la sua fotografia e alcuni interessanti dialoghi, mi ha aiutato a scoprire un documento storico essenziale per le vicende scurcolane dei primi del Novecento. Ringrazio Costantino Oddi per aver ascoltato, tra le altre cose, le mie ipotesi di datazione in merito alla fotografia in esame. Ringrazio Paolo Salucci per avermi consentito di entrare in contatto con Ferracuti e per il confronto avuto riguardo le vicende di Cappelle dopo il sisma del 1915. Ringrazio Antonella Curini per la tempestività con la quale, anche stavolta, mi ha segnalato la pubblicazione online della storica immagine dei terremotati scurcolani.

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