Non molto tempo fa Antonella Curini ha avuto la gentilezza di segnalarmi un documento che è stato condiviso online sul gruppo Facebook "C'era una volta a Scurcola" gestito dal signor Antonio Panfili (che non conosco). Il documento, reso pubblico da Arrigo Ferracuti (che non conosco), contiene il testamento del cavalier Antonio Ansini di Scurcola il cui nome è legato, come tutti gli scurcolani più attenti sanno, a via Cavalier Ansini, all'arco Ansini e, soprattutto, all'Asilo Ansini, che proprio sotto l'arco era ubicato. Avevo letto, in precedenza, una parte del testamento del cav. Ansini (redatto dal Notaio Carlo D'Alessandro di Cappadocia) ma non avevo ancora mai potuto visionare il documento per intero e, a onor del vero, si tratta di una lettura piuttosto interessante.
Via cavalier Ansini (vista dall'Arco Ansini) |
La figura del cavalier Antonio Ansini deve aver goduto di notevole prestigio a Scurcola nel corso dell'Ottocento eppure non è semplice capire chi fosse e cosa abbia fatto nella sua vita. Il testamento, che risale al 18 maggio del 1896, prima di tutto ci permette di sapere che Antonio Ansini era figlio di Filippo Ansini (1769ca-1853 - figlio di Mariano Ansini e Margherita Marcelli). Grazie agli elenchi degli "Antenati" stilati da Enzo Colucci, sono riuscita a rintracciare anche il nome di sua madre: Maria Luisa Di Stefano (1771ca-1831 - figlia di Giuseppe Di Stefano ed Elisabetta Letta di Celano). Gli Ansini da cui il cav. Antonio discende sono designati costantemente come "proprietari", tanto basta a farci capire che si tratta di una famiglia di possidenti che traeva le sue ricchezze dalle rendite delle proprietà terriere e immobiliari.
Asilo Ansini: iscrizione su portale del 1773 di casa Ansini |
Leggendo il suo testamento, si può dedurre, con una discreta sicurezza, che Antonio Ansini non fosse sposato né avesse dei figli: "E col presente lascio e lego a Mons. Marino Russo Vescovo dei Marsi, e quindi ai suoi successori protempore, tutti i miei beni stabili e mobili siti nel tenimento ed abitato di questo Comune di Scurcola, di Sorbo e di Poggio Filippo, frazioni del Comune di Tagliacozzo". Tutti i beni di Antonio Ansini, quindi, sono affidati al pugliese Marino Russo eletto Vescovo dei Marsi solo pochi mesi prima, ossia nel novembre del 1895. A seguire il cav. Ansini prega Mons. Russo di compiere alcuni atti per lui fondamentali. Il primo riguarda proprio la nascita dell'asilo che diventerà Asilo Ansini: "Che la mia casa con gli orti, chiesa, accessori ed altri diritti inerenti siti a Scurcola in Contrada Via della Pietà o Via Corradino, confinata da mio fratello Angelo e dalla strada a più lati, sia adibita a locale d'un asilo infantile per ambedue i sessi, da impiantarsi dopo la mia morte, non che delle scuole femminili a Scurcola. Le insegnanti debbono essere dell'ordine delle Maestre Pie Filippini, già dette Pie Operaie".
Le fanciulle di Scurcola istruite dalle maestre Pie Filippini (1918 ca) |
Le Maestre Pie Filippini sono presenti a Scurcola fin dal 1796, quindi da un secolo prima che il cav. Ansini facesse stilare il suo testamento. La prima "Opera dell'Istituto" venne inaugurata a Scurcola nel 1808 con il compito di educare e istruire le fanciulle. Non sappiamo con certezza quando sia morto il cav. Antonio Ansini, sappiamo però che, grazie al suo testamento, egli ha consentito alle Maestre Pie Filippini di gestire un asilo per bambine e bambini che, mi pare di intuire, prima di allora a Scurcola non esistesse. Alle suore dell'asilo, inoltre, Antonio Ansini destinava anche le rendite annuali dei beni mobili, immobili e fabbricati siti a Scurcola. In compenso raccomandava alle suore di "mantenere decentemente la mia Cappella nella Chiesa della Vittoria la quale non è gravata d'alcun peso nonché la chiesa che trovasi in questa mia casa abitata".
Classe di bambini dell'Asilo Ansini di Scurcola (1923) |
La Cappella Ansini, nella Chiesa della Madonna della Vittoria, dovrebbe essere, salvo smentite, quella caratterizzata dalla presenza di una pesante cancellata che, per diverso tempo, ha accolto la statua della Madonna della Vittoria e ora contiene un plastico. Della chiesa dentro la sua casa, purtroppo, non ho dettagli ma dubito che esista ancora. Dal testamento, inoltre, si apprende che Antonio Ansini lasciò una rendita a una sua sorella suor Matilde (nata Margherita) mentre a suo fratello Angelo non lasciò nulla a parte la "decorazione di S. Gregorio e l'orologio d'argento regalatomi da Sua Santità Pio Nono". La decorazione di San Gregorio è, forse, la croce che ha permesso ad Antonio Ansini di godere del titolo di "cavaliere". Dovrebbe trattasi della croce del cavalierato dell'Ordine equestre pontificio di San Gregorio Magno, fondato da papa Gregorio XVI il 1° settembre 1831. Si tratta di un titolo riservato a donne e uomini di religione cattolica come riconoscimento per il loro servizio alla Chiesa, per impieghi straordinari, in supporto alla Santa Sede e per il loro buon esempio presso le comunità e nel paese.
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Ringrazio Antonella Curini che nutre da sempre, nei confronti del blog, una grande affezione. Senza la sua segnalazione non sarei riuscita a leggere per intero il testamento del cav. Ansini. E ringrazio anche Enzo Colucci per aver messo a mia disposizione, ormai da tempo, i suoi preziosi elenchi ordinati degli "Antenati".
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