Sembra strano anche solo immaginarlo, eppure a Scurcola, un tempo, c'era un cinema. Si chiamava Cinema Arena Vittoria e si trovava in Largo Duca degli Abruzzi, poco oltre Piazza del Mercato. Oggi quel cinema all'aperto non esiste più. Al suo posto una normale abitazione e dei garage annessi. Per recuperare il ricordo del Cinema Arena Vittoria ho parlato con alcune persone che lo hanno frequentato al tempo le quali mi hanno aiutato a comprendere lo spirito comunitario e il bisogno di socialità che caratterizzava Scurcola pochi anni dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.
Da quanto ho potuto capire, il Cinema Arena Vittoria venne realizzato nei primi anni Cinquanta in un'area che era di proprietà della famiglia Palma. I film venivano reperiti grazie all'iniziativa di un cittadino di Magliano dei Marsi che si chiamava Manlio Gentile. Costui, assieme a suo fratello Fernando, aveva dato vita a una sorta di commistione tra il Cinema Eden di Magliano (che non esiste più) e il Cinema Arena Vittoria di Scurcola Marsicana. Le bobine dei film, infatti, venivano portate da Magliano a Scurcola per essere visionate prima in un cinema e poi nell'altro con tempistiche ben collaudate. Ovviamente si trattava di film per lo più già noti e usciti da qualche anno, ma nessuno riteneva rilevante tale dettaglio.
Lidia e Gianna Falcone (1954/1955) - Alle spalle Cinema Arena Vittoria |
Nei primi anni il cinema di Scurcola aveva una sola grande insegna con la dicitura "Cinema Arena", la denominazione "Vittoria" è stata aggiunta solo successivamente e mi viene facile pensare che la scelta del nome sia da collegare alla Madonna della Vittoria, da noi venerata da secoli. Secondo quanto mi è stato riferito, la struttura adibita a cinema all'aperto non era particolarmente rifinita, l'ingresso era situato sul lato destro (quello in cui oggi sono ubicati due garage) e il pavimento era fatto di terra e ghiaia. Una volta entrati si pagava il biglietto (per un periodo la bigliettaia fu Rosina Damia) e ci si accomodava sulle classiche poltroncine di legno composte in file uniche, tipiche dei cinema dell'epoca.
L'addetto alla proiezione, che tra gli anni Cinquanta e Sessanta avveniva con la cosiddetta "lanterna a carbone", era un certo Romano di Magliano dei Marsi a cui spesso si affiancava mio zio Domenico Tortora, al tempo un ragazzo di poco più di vent'anni. Il proiettore conteneva due "grissini" di carbone ricoperti di rame. Il calore che si generava tra i due elementi illuminava lo schermo e doveva essere sempre tenuto d'occhio perché i "grissini" si consumavano ed era fondamentale tenerli alla giusta distanza per evitare il buio completo o la bruciatura della pellicola. Le immagini, ovviamente, venivano proiettate su un telo bianco posto a una certa distanza dalla "lanterna".
Abitazione sorta al posto del Cinema Arena Vittoria |
Il Cinema Arena Vittoria, essendo un luogo all'aperto, veniva frequentato soprattutto durante la stagione estiva. Solitamente gli spettacoli erano previsti per il fine settimana, il sabato e la domenica. Nei periodi in cui la presenza dei villeggianti si faceva più imponente, il cinema veniva aperto anche il giovedì. Il Cinema Arena Vittoria poteva ospitare un centinaio di persone e, in quegli anni, ha rappresentato un'importante e coinvolgente forma di intrattenimento popolare e di spettacolo, accessibile praticamente a tutti. Il Cinema Arena Vittoria ha avuto vita per circa una decina di anni, poi è stato smantellato per lasciare spazio a una civile abitazione.
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Ringrazio chi mi ha raccontato del Cinema Arena Vittoria: mio padre Enzo Tortora e Gianna Falcone. Per le foto d'epoca ringrazio Costantino Oddi e Enzo Colucci.
Bellissimo, grazie di cuore per queste perle di memoria
RispondiEliminaNon so che anno era ma penso verso la metà degli anni 50, in una sola estate vidi tre fila all'Arena Vittoria:Frine cortigiana d'oriente, Miseria e nobiltà e Anna con Silvana Mangano, un film ormai cult, anche grazie ad una citazione cinematografica di Nanni Moretti. A proposito di questo film, ho un ricordo gioioso di quella serata, nel film c'è un ballo sudamericano della Mangano, "Il negro Zumbon" con un paio di pantaloni dove si immaginano le sue rotondità era a dir poco peccaminoso. Quella sera c'era tutta la mia famiglia allargata,ricordo zio Tito, zio Garibaldi, mia madre e tanti altri. Durante la proiezione venne giù una pioggia fittissima, tutti si alzarono a cercare un riparo e ovviamente la proiezione cessò. Gli uomini un po' goliardamente andarono nella cabina di proiezione dicendo che saremmo andati tutti via senza pretendere un rimborso se ci facevano vedere almeno il pezzo del ballo a piedi nudi della Mangano. Così fecero, mandandoci tutti a letto contenti.. Questa era Scurcola, negli anni del sogno nel presente e nel futuro.
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