martedì 21 aprile 2020

Ingeborg Knauth detta Rosella: la tedesca che aiutò gli scurcolani in tempo di guerra


Quando ricerco e studio la storia di Scurcola, difficilmente mi capita di incontrare figure femminili di cui sia rimasta traccia. Nonostante le donne abbiano spesso sopportato il peso di famiglie numerose e di lavori pesanti, nonostante siano state depositarie di abilità, talenti e maestrie ormai perduti, del loro nome o dei loro volti è rimasto poco o nulla. Una piccola eccezione è rappresentata da Ingeborg Knauth, una giovane tedesca che è arrivata a Scurcola grazie a suo marito Ennio Giuseppe Colucci. Ingeborg era nata nel 1916 a Jena, importante città della Turingia, figlia di un magistrato. Diplomata alla scuola interpreti di Heidelberg, alla fine degli anni Trenta, Inge viene a Roma per perfezionare la conoscenza della lingua italiana. Nel quartiere Monteverde, la giovane tedesca conosce il nostro concittadino "Peppino" Colucci che lavorava presso il Ministero dell'Istruzione. Era il 1938. La storia e la vita, però, li dividono: lui viene mandato il Libia per il servizio militare, lei torna in Germania. Dopo più di un anno, nel dicembre del 1939, Inge e Peppino riescono a sposarsi e lo fanno a Jena, dopo aver ottenuto i documenti che attestano la loro appartenenza alla "razza ariana". Tornano in Italia e vanno a vivere nello stesso quartiere di Roma in cui si erano conosciuti. 

Inge e Peppino il giorno del matrimonio a Jena (Germania 1939)

Nel luglio del 1942 nasce il loro primo figlio ma, come sappiamo, l'Italia e il mondo intero sono già in guerra da almeno un paio di anni. Le condizioni di vita non sono affatto semplici. Ben presto Peppino e Inge sono costretti a sfollare. Decidono di trovare riparo a Scurcola. Vengono ospitati in uno chalet di legno sistemato nel giardino di Palazzo Bontempi, messo a loro disposizione da Cesare Bontempi. Stiamo parlando di una fase in cui a Scurcola, così come in altri paesi, i tedeschi sono soliti requisire tutto quello che ritengono utile per il loro sostentamento. Portano via cibo, animali, attrezzi e oggetti di ogni tipo. La guerra ha ridotto allo stremo le famiglie del nostro paese e si cercava di nascondere ai tedeschi ciò che serviva per non morire di fame. 

Ed è proprio in questo momento che la presenza della "tedesca" diventa preziosa. A Scurcola la chiamano semplicemente Rosella: Peppino preferisce assegnarle un nome che tutti in paese possano capire e pronunciare correttamente. Ingeborg, quindi, diventa Rosella e inizia a fare da "mediatrice" tra gli scurcolani e i soldati stranieri. Viene chiamata ogni qual volta in una casa di Scurcola si presentano i tedeschi. Lei parla la loro lingua, riesce a comunicare con loro e, svolgendo un ruolo estremamente delicato e importante, può fare in modo che i soldati che, come lei, vengono dalla Germania, non sottraggano tutto ciò che possono alle famiglie scurcolane. Il suo aiuto è prezioso in quel periodo. Gli scurcolani non capiscono i tedeschi e i tedeschi non capiscono gli scurcolani. Rosella capisce entrambi e riesce a sistemare le cose senza che né i tedeschi né gli scurcolani perdano il controllo né quel poco che al tempo si poteva avere in casa. 

Ingeborg e Peppino Colucci a Roma

Presto a Ennio Peppino Colucci, come ministeriale, viene chiesto di trasferirsi a Salò, la capitale della Repubblica Sociale voluta da Mussolini dopo l'armistizio. Peppino inizialmente rifiuta e per questo suo diniego viene persino arrestato. Alla fine è costretto a cedere: si trasferisce a Venezia insieme a sua moglie Inge e al loro primogenito. Nel febbraio del 1945 nasce una seconda bambina, Loredana. Pochi mesi più tardi, dopo la Liberazione (25 aprile 1945), Peppino e Ingeborg rientrano a Roma. Ovviamente continueranno a frequentare Scurcola regolarmente e a tornare spesso nel paese in cui Ennio Giuseppe è nato. A Scurcola Rosella è molto amata perché tutti ricordano quel che ha fatto durante la guerra

Ingeborg e Peppino negli anni Cinquanta

Sono riuscita a recuperare e a raccontare la storia di una donna, finalmente! Ho raccontato la storia di Ingeborg che divenne Rosella. La giovane donna che, in un momento difficile della storia di Scurcola, ha offerto il suo aiuto riuscendo a evitare che la situazione, già di per sé piuttosto fragile e complicata, potesse degenerare. Devo ringraziare Loredana Colucci, figlia di Ennio Giuseppe Colucci e di Ingeborg Knauth che, con grande gentilezza e disponibilità, mi ha raccontato la storia dei suoi genitori e ha messo a disposizione le splendide fotografie che corredano questo post. Un ringraziamento va anche ad Aulo Colucci senza il quale non avrei mai saputo che, durante la Seconda Guerra Mondiale, a Scurcola, c'era una giovane tedesca, che tutti chiamavano semplicemente Rosella, che ha aiutato la nostra gente senza chiedere niente in cambio.

1 commento:

  1. Ricordo bene Loredana Colucci, non conoscevo la bella storia della mamma.

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