giovedì 16 gennaio 2020

Il sogno di una vecchia e la Madonna ritrovata


Quasi tutti gli scurcolani conoscono la leggenda della vecchia che sognò la Madonna. E quasi tutti gli scurcolani sanno che la Madonna apparsa in sogno chiese alla vecchia di essere ritrovata sotto le pietre della vecchia Abbazia, quella che Carlo d'Angiò volle far edificare nei pressi del campo della celebre battaglia del 23 agosto 1268, lì dove sconfisse Corradino di Svevia. La storia, seppur con diverse varianti, è narrata oralmente ormai da secoli dalle famiglie di Scurcola Marsicana. Una storia che ho potuto rintracciare anche tra le pagine del noto testo [1] redatto da Pietro Antonio Corsignani [2] nella prima parte del XVIII secolo. A quanto racconta il vescovo-scrittore Corsignani, egli stesso ebbe modo di leggere un manoscritto "serbato nella Scurcola" nel quale veniva raccontato il miracoloso ritrovamento della statua della Madonna della Vittoria.

Vecchia foto dei resti dell'Abbazia voluta da Carlo I d'Angiò

Il manoscritto di cui Corsignani riporta dei brani per intero, secondo una nota in latino apposta a fine pagina [3], si sarebbe trovato nella casa della famiglia Bontempi. Pietro Antonio Corsignani spiega di averlo consultato nel 1715 ma che non fu mai stampato. Il testo manoscritto, di cui ci sono più tracce, sarebbe stato redatto da Don Girolamo Buccieri il quale avrebbe trascritto semplicemente quanto riferitogli dai vecchi del paese e da uno zio "che si chiamava D. Gio. Battista Buccieri Canonico Sacerdote della Scurcola e Cappellano patentato in detta Chiesa della Vittoria dalli Signori Colonnesi che se ne passò a miglior vita nell'anno 1630, che si trovava in età di anni 99". Il racconto di Buccieri, trascritto da Corsignani, narra gli eventi che anche io, in questo post, vorrei citare e ricordare.

Copertina di "Reggia Marsicana" di Corsignani
Sembra dunque che la Madonna sia apparsa in sogno a una vecchia di Tagliacozzo. La donna spiegò ai suoi concittadini dove poter rinvenire la statua della Madonna ma, in un primo momento, nessuno le prestò fede. Finalmente, dopo qualche tempo, "andiedero a cavare in territorio della Scurcola con consenso ed assistenza de' Cittadini della medesima Terra, in un Monastero disfatto vicino al fiume, dove si dice l'Abbadia, fabbricato sontuosamente da Carlo d'Angiò". La leggenda (di Buccieri e Corsignani) narra che quando cominciarono a scavare, iniziò a diffondersi una melodia celeste e, appena dopo, venne rinvenuta tra le rovine l'immagine della Vergine "intatta senza macola alcuna nella forma, come se mai fosse stata sotterra, dentro una Cassa di noce, che stava dentro un'altra cassa più grande, quali casse presentemente ancora lì si trovano, e stanno dentro la detta Chiesa".

Chiesa della Madonna della Vittoria oggi

I tagliacozzani avrebbero voluto portarla via pensando che fosse di loro proprietà ma gli scurcolani si opposero visto che la Madonna era stata rinvenuta nei loro territori. A dirimere la questione intervenne il Vescovo Maccafani da Pereto [4] (il testo del Corsignani specifica che tutto avvenne nel 1525) il quale ordinò che la statua venisse posta sopra una lettiga collocata su dei muli e che fosse condotta lì dove i muli avrebbero liberamente scelto di andare. I tagliacozzani, proprietari dei muli, pensarono che le bestie si sarebbero dirette verso il loro paese, invece gli animali che trasportavano la Madonna "s'indirizzarono all'insù verso detta Terra [di Scurcola, ndr] e s'andarono a inginocchiare al di sopra della Terra dove stava una Cona colla figura della Beatissima Vergine detta della Provvidenza, dove fu poi fabbricata la Chiesa". Dunque i muli giunsero la cospetto di una icona ("Cona") già esistente e lì si fermarono. E nel luogo in cui si fermarono sorse la Chiesa della Madonna della Vittoria di Scurcola Marsicana che, va detto, all'inizio era più piccola e più semplice di quella che vediamo oggi.



Note:

[1] Pietro Antonio Corsignani, "Reggia marsicana", Parrino, Napoli, 1738.
[2] Pietro Antonio Corsignani, vescovo, scrittore e storico. Nato a Celano il 15 gennaio 1686. Fu nominato vescovo di Venosa il 17 marzo 1727 da papa Benedetto XIII e consacrato il 25 marzo 1727 dal cardinale Vincenzo Petra. Corsignani fu membro dell'Accademia dell'Arcadia e a Celano fondò l'Accademia Velina. Nel 1728 indisse il sinodo diocesano a Venosa. Il 23 luglio 1738 fu trasferito presso la diocesi di Valva e Sulmona. Morì a Celano il 17 ottobre 1751.
[3] A pagina 332 di "Reggia marsicana".
[4] Monsignor Giovanni Dionisio Maccafani, nipote di Giacomo Maccafani, nato a Pereto intorno al 1500. Eletto vescovo il 6 febbraio 1520 da Papa Clemente VII. È morto nel 1533 ed è sepolto a Trasacco, nella Chiesa di San Cesidio.

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