martedì 27 ottobre 2020

Borgo Pio di Perla, Ancizia e Lillida


Ve la ricordate Perla? Non serve specificare chi sia Perla perché, a Scurcola, ce ne era una sola: Perla di Borgo Pio. Me la ricordo anche io Perla. Me la ricordo perché ho vissuto la mia infanzia proprio a Borgo Pio, piccolo angolo di paese sorto nei pressi della Chiesa di Sant'Egidio, una tra le più antiche di Scurcola e, ai tempi del suo massimo splendore, molto più grande e composita di quella che vediamo oggi. Ma di questo parlerò a tempo debito, ora torno a Perla. Una donna piccola, con gli occhi svegli e i capelli ben tirati dietro la testa a formare uno chignon. Ricordo di Perla i suoi passi svelti, la sua voce sottile, il suo arrivare di corsa nella bottega di Lodovico per ordinare ciò che le sarebbe servito per cucinare. La fama dei suoi piatti, soprattutto delle sue "Fettuccine alla Perla", la cui ricetta rimane ancora un mezzo mistero, era arrivata lontano e aveva reso Scurcola famosa anche oltre i confini regionali. Da Perla arrivavano personaggi importanti: politici, attori, prelati. Un posto semplice, la trattoria Borgo Pio, ma pieno di storia e di ricordi per molti scurcolani e non solo.

Il fondatore dell'osteria Nazzareno Damia con un nipotino

Il primo a pensare di aprire un posto in cui potersi sedere a bere un bicchiere di vino fu Nazzareno Damia. Svolgendo qualche ricerca su di lui ho scoperto che era nato il 24 dicembre del 1853 (Cosimo Bontempi sindaco), figlio di Andrea Damia (nato nel 1810) e Pasqua Corazza (nata nel 1811). Sembra che Nazzareno abbia tentato la fortuna in Argentina: un documento rintraccia il suo sbarco nel Paese sudamericano il 23 settembre 1889. Al tempo Nazzareno era già sposato. Evidentemente qualcosa, in quel tentativo di fare fortuna nelle Americhe, non deve essere andato come si aspettava, per cui Nazzareno è tornato a casa, a Scurcola. Alla fine dell'800 apre la sua osteria in una piccola porzione di quello che era il palazzo della famiglia Tuzi. Era anche un carrettiere Nazzareno, aveva un calesse e un cavallo e trasportava le persone a destinazione, in un tempo in cui non c'erano ancora le automobili o i bus. 

Palazzo Tuzi ai primi del '900

A lui gli scurcolani avevano attribuito il soprannome di "Viola" per via di certe storie che, col tempo, hanno assunto il colore della leggenda. Si narra, infatti, che nella sua osteria, che all'occorrenza si tramutava in locanda, Nazzareno avesse più volte accolto il famoso brigante Berardino Viola (1838-1906) dandogli da mangiare e da dormire. Nazzareno non fu mai implicato né accusato di nulla, ma la presenza del brigante Viola, evidentemente, non era sfuggita ai suoi compaesani del tempo. Nazzareno, ormai anziano, lasciò l'osteria a suo figlio Tullio Damia che, in realtà, svolgeva l'arte del maniscalco: colui che forgia i ferri e li applica agli zoccoli di vacche, cavalli, somari e muli. Sarà anche per questo che, dopo un po' di tempo, Tullio decise di lasciare l'attività a suo fratello Italo Damia

Il brigante Viola

Italo, come suo padre, aveva provato l'avventura oltreoceano andando negli Stati Uniti ma, esattamente come suo padre, aveva deciso di tornare a casa. A lui il compito di portare avanti l'osteria di Borgo Pio insieme a sua moglie Cisalpina Corazza. I due misero al mondo tre figlie: Ancizia, nata nel 1920; Perla, nata nel 1924 e Lillida, nata nel 1927. Tre figlie e tre nomi sicuramente originali. Ancizia avrebbe dovuto chiamarsi Angizia, in onore della dea tanto cara all'antico popolo marso, il cui tempio si trovava lungo le sponde del Lago Fucino, ma qualcuno sbagliò a pronunciare o a scrivere il suo nome e da Angizia, sui documenti, si ritrova Ancizia. I nomi di Perla e Lillida, invece, sembrano derivare da quelli di due bellissime attrici americane che, probabilmente, Italo aveva visto e sentito nominare durante la sua breve permanenza negli States. 

Una fiera a Scurcola a metà degli anni '50

Italo, Cisalpina, Ancizia, Perla e Lillida. Furono loro a portare avanti l'osteria per tanti anni. Fondamentalmente ai tavoli di Borgo Pio si giocava a carte e si dispensava il celebre "mezzo litro e una gassosa". Tutto però cambiava quando a Scurcola c'erano le fiere. Durante la Fiera di S. Matteo, il 21 settembre, Borgo Pio si animava come non mai. L'osteria diventava una vera trattoria preparando piatti semplici della cucina povera locale: trippa, zuppa di ceci e baccalà. Quando possibile si friggevano anche piccoli pesci, quelli che arrivavano a Scurcola grazie a Giovannina di Capistrello (la mamma di Bruno "glio pesciarolo": un'altra storia!). Durante la fiera tutta la piazza di Sant'Egidio si riempiva di persone arrivate anche da lontano e la famiglia Damia si metteva in azione fin dai giorni precedenti. 

Italo Damia con la moglie Cisalpina e la figlia Lillida

Cisalpina, donna dallo spiccato spirito imprenditoriale, nei primi anni Sessanta pensò di ampliare l'offerta dell'osteria e cominciò con l'offrire agli avventori i supplì caldi. L'idea ebbe successo e, col fatto che a Scurcola erano già attivi Monna Laura e Renzo, i Damia pensarono di chiedere la licenza di osteria con cucina. In questo modo Borgo Pio cominciò a diventare un locale in cui si poteva mangiare e bere bene. Italo e Cisalpina lasciarono tutto nelle mani delle loro figlie anche se Lillida si era trasferita con la sua famiglia a Roma. Durante la bella stagione, in ogni caso, le tre sorelle tornavano insieme a cucinare coadiuvate da mariti, cognati, figli e figlie.

Borgo Pio nei primi anni '80

Ho scelto di fermarmi alla gestione di Borgo Pio di Perla, Ancizia e Lillida perché queste tre donne hanno rappresentato una parte della storia dell'accoglienza scurcolana. L'osteria Borgo Pio è stata l'osteria storica di Scurcola, la prima o tra le prime a essere aperte in paese. Nazzareno, Italo, Perla: tre generazioni di persone che hanno portato avanti ininterrottamente la loro attività con passione, genuinità e gentilezza almeno per un secolo. Per ragioni anagrafiche posso ricordare personalmente solo le ultime fasi di questa storia, ma i miei ricordi di Borgo Pio sono pieni di affetto

Borgo Pio (chiuso) e Palazzo Tuzi oggi

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Questo post non sarebbe mai stato scritto se non avessi avuto la preziosa, paziente e cortese collaborazione di Italo Camilli, Nevio Frezzini e Maria Agostina Talone, discendenti e rappresentanti della famiglia Damia. Ringrazio con tutto il cuore Italo, Nevio e Maria Agostina per avermi raccontato delle loro zie, dei loro nonni e delle loro infanzie. Li ringrazio per avermi concesso il loro tempo e la loro attenzione. Lo hanno fatto con disponibilità e gentilezza, permettendomi di recuperare la memoria di persone, luoghi e vicende che spero vengano ricordate e apprezzate anche da molti altri scurcolani.

16 commenti:

  1. Grazie Maria per questa bellezza raccontata. Mi hai emozionato!

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    1. Ti ringrazio Anna.
      Sono felice che questa storia ti sia piaciuta.

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  2. Complimenti! Con la garbata narrazione mi hai fatto rivivere ricordi e affetti
    molto cari. Grazie

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    1. Grazie per i complimenti.
      Certi ricordi sono cari a molte persone.

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  3. Quale preziosità ci sono in questa storia, borgo Pio sempre nel cuore. A distanza di anni ci ho portato i miei figli nelle brevi passeggiate fatte a Scurcola per far assaggiare loro l'aria di un paese che è stato e sarà sempre un pezzo importante nella mia vita. Grazie Maria
    Federica Corazza (nipote di Renato, jo Marcone).

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    1. Ciao Federica! Sono felice di rileggerti.
      Italo Camilli, che mi ha aiutato molto, insieme a Nevio e a Maria Agostina, a ricostruire la storia di Borgo Pio, mi ha spiegato che tuo nonno Renato (il grande e indimenticabile Renato!) era il fratello più piccolo di Cisalpina. Non lo sapevo.
      Quindi il legame della tua famiglia con Borgo Pio ha radici lontane.
      Spero che ai tuoi figli piaccia Scurcola.
      Ti ringrazio per il commento. E ti abbraccio.

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  4. Grazie Maria!
    Ricordo sempre con affetto Perla e Lillida con il loro incedere davanti casa.

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    1. Ciao Sara.
      Beh, anche tu sei cresciuta a Sant'Egidio. Le sorelle Damia erano un'istituzione. Noi abbiamo avuto la fortuna di conoscerle e vederle in azione.

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  5. Ho ancora il sapore di quella zuppa di ceci e dei racconti di mio padre e il papà di Italo e Pino, di cui ora non ricordo il nome, che quel giorno incontrammo nella trattoria

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    1. La zuppa di ceci, simile a quella del Cenacolo di Scurcola, era uno dei loro cavalli di battaglia.
      Il papà di Italo e di Pino si chiamava Mario, marito di Lillida.

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  6. Le fettuccine alla persa le ricorderò a vita così come Perla

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    1. Chiunque abbia avuto la fortuna di mangiare quella specialità non potrà dimenticare. Così come non si può dimenticare Perla.

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  7. Grazie Maria, i tuoi scritti sono come un portale del tempo, attraverso cui si può entrare in quel mondo semplice,autentico, buono e forte, e frequentare attraverso i tuoi racconti quelle persone che possono insegnarci ancora cose molto preziose. Grazie di cuore.

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    1. Il tuo commento è davvero importante per me. L'intento di questo blog è proprio quello di riuscire a ricucire un legame di memorie, di conoscenza e di rispetto con ciò che Scurcola era in passato. Per fondare un modo più consapevole di vivere il nostro paese adesso e in futuro.
      Grazie a te!

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  8. Un tuffo nel passato, nei ricordi di famiglia! siamo le figlie di Nazzareno Damia, nipote di quel Nazzareno Damia del tuo racconto, scritto con molto garbo, che ci ha fatto emozionare! Rita e Loredana Damia

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    1. Grazie a entrambe. Vi ho inviato un messaggio email. Spero di incontrarvi presto.

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