venerdì 23 ottobre 2020

Santa Anatolia, dipinto scurcolano firmato da Luigi Giannantonj (1855)


Nella Chiesa della Madonna della Vittoria, nella seconda cappella laterale a sinistra rispetto all'ingresso, c'è un altare dedicato a Santa Anatolia. Il quadro che rappresenta la giovane Santa è opera di Luigi Giannantonj, valente artista di Tagliacozzo, che lo dipinse nel 1855, come si può chiaramente leggere nell'angolo della tela in cui, oltre alla datazione, si riconosce anche la firma dell'artista: "Luigi Giannantonj de Tagliacozzo fecit 1855". Il Giannantonj, il cui nome spesso viene scritto anche semplicemente Giannantoni, era nato nel 1810 e, secondo quanto afferma il Gattinara, sarebbe morto il 23 gennaio del 1872. Di lui lo storico Paoluzzi scrisse che fu "valente ritrattista e miniaturista sull'avorio, buono affreschista e bravo pittore ad olio". 

Firma di Luigi Giannantonj de Tagliacozzo - 1855

Il Giannantoni è noto, nelle nostre zone, anche per aver realizzato degli ex-voto: alcuni di essi sono tuttora visibili presso il Santuario della Madonna dell'Oriente, situata a Santa Maria d'Oriente, tra Tagliacozzo e la località Sfratati. Non conosciamo il committente dell'opera di cui parliamo ma, rilevando l'anno della sua esecuzione, il 1855, non ho potuto non pensare all'epidemia di colera che colpì il nostro paese proprio tra il 1854 e il 1855, un'epidemia che causò la morte di moltissime persone. Non è escluso che la realizzazione del ritratto di Santa Anatolia sia connessa alla devozione di chi la invocava affinché sconfiggesse il colera

Anatolia e Vittoria (S. Apollinare Nuovo di Ravenna)

Si tratta di una semplice supposizione personale, ovviamente, ma vale la pena sottolineare che Santa Anatolia è inclusa tra i taumaturghi, ossia quelle figure sacre in grado di guarire dalle malattie. Anatolia viene spesso ricordata a menzionata assieme a Santa Vittoria. Entrambe vissute nel III secolo d.C., entrambe di nobili origini romane, erano state destinate a convolare a nozze con due giovani patrizi. Sia Anatolia che Vittoria rifiutarono perché avevano già scelto di consacrarsi a Dio. Secondo la tradizione cattolica, Anatolia venne rinchiusa in una stanza con un serpente da un soldato chiamato Audace. Il serpente non sfiorò nemmeno la giovane ma morse Audace quando rientrò nella stanza. Audace venne salvato dalla ragazza e divenne cristiano, tanto bastò a condannarlo a morte: sia Anatolia che Audace vennero uccisi trafitti da una spada. 

Tomba di Anatolia e Audace nel Monastero di S. Scolastica a Subiaco

Il martirio delle due giovani avvenne nella Sabina ed è per questo che il culto di Santa Anatolia e di Santa Vittoria è particolarmente diffuso in questi territori. Dopo alcune peripezie, oggi i corpi dei Santi Anatolia e Audace riposano a Subiaco, nella Chiesa di Santa Scolastica. Nel paese di Santa Anatolia di Borgorose, poco distante dalla Marsica, all'interno del Santuario, viene tuttora conservato un piccolo frammento osseo della Santa, mentre parte di un braccio si trova a Esanatoglia, in provincia di Macerata. 

Dettagli del martirio: serpente e spada sorretta dall'angelo

Il dipinto scurcolano di Santa Anatolia, opera di Luigi Giannantoni, raccoglie gli elementi iconografici legati tradizionalmente alla morte della giovane Santa: sulla sinistra il serpente che, secondo le intenzioni dei suoi carnefici, avrebbe dovuto morderla; sulla destra un piccolo angelo che sorregge la spada con la quale Anatolia è stata poi uccisa. Nella mano destra la Santa regge la palma del martirio mentre sul suo capo un altro angelo porta la corona di alloro, antichissimo simbolo di santità.

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