Attualmente in un angolo della piazza di Scurcola Marsicana, nel vertice tra via Roma e l'inizio di Corso Vittorio Emanuele III, si trova un bene archeologico di discreto interesse: il cippo romano con gladio. Stiamo parlando di un grosso blocco funerario rinvenuto in una località denominata San Giovanni in Via Romana che ancora oggi, tradizionalmente, gli scurcolani chiamano "Santianni" (evidente contrazione di San Giovanni). Stiamo parlando di una zona in cui i romani avevano fondato un tempio, proprio lungo il decumano massimo. Non è semplice datare con esattezza il cippo ma, sicuramente, si tratta di un reperto di epoca romana abbastanza significativo. Ciò che mi lascia perplessa? Che l'antico cippo si trovi in una posizione molto infelice; che sia stato praticamente ignorato da chiunque; che non venga valorizzato né tutelato in alcun modo.
Dettagli: gladio e nastro |
Ho chiesto lumi al professor Giuseppe Grossi, il quale mi ha spiegato che, proprio grazie alla presenza del gladio, si può dedurre che il cippo potrebbe essere stato realizzato come pietra funeraria in onore di un ex militare romano (forse un veterano) che doveva godere di qualche prestigio. Il gladio, come si può evincere dalla raffigurazione, è riposto nel suo fodero, questo lascia intendere simbolicamente, spiega Grossi, che l'uomo che lo utilizzava era oramai morto e la sua arma era destinata ad essere riposta per sempre.
Oltre alla corta arma leggera utilizzata dai legionari romani, sul cippo è stato scolpito anche un nastro svolazzante. Non è chiaro quale possa essere il significato di questa striscia di stoffa che accompagna il gladio però si sa che gli ufficiali romani erano soliti portare sull'armatura un lembo di tessuto con un nodo che segnalava la loro condizione di condottieri. Si può ipotizzare che il cippo sia stato realizzato forse in memoria di un ufficiale e il nastro dispiegato potrebbe essere il simbolo di un nodo di comando che viene sciolto, un legame con la vita che viene a estinguersi con la morte.
Il cippo e la mola vicino al Monumento dei Caduti |
Enzo Colucci mi ha raccontato che, prima di essere collocato nell'infelice posizione che oggi occupa, il bel cippo romano era stato per molti anni vicino al Monumento ai Caduti di Scurcola Marsicana. Accanto alla grande pietra funeraria, al tempo, c'era anche una vecchia mola, ossia una pietra per macinare che, secondo i ricordi di Ennio Giuseppe Colucci, potrebbe giungere da un antico mulino medievale che sorgeva nei pressi dell'antica Abbazia di Santa Maria della Vittoria, in zona Cardosa. Nei miei ricordi, invece, il cippo romano era posizionato, assieme alla colonna romana che oggi si trova nell'aiuola del Piazzale della Venere, sul marciapiede tra Via Roma e Via Gabriele D'Annunzio, nei pressi della fermata dei bus. Quando sono stati realizzati i lavori di rifacimento della piazza, che hanno portato alla totale (e a mio avviso deleteria) rimozione dei bei giardini che circondavano l'edificio scolastico e di quelli che si trovavano lungo Corso Vittorio Emanuele III, qualcuno ha avuto l'insana idea di portare il cippo col gladio nel luogo in cui si trova adesso.
Il cippo oggi: fontana "conciglia" e mola interrata |
Non solo: l'antico cippo romano è stato rovinato dalla presenza di una fontanella a forma di conchiglia (sic!) appiccicata sul lato posteriore oltre ad essere stato appoggiato sulla bella e antica macina ora in gran parte sotterrata. Due scempi in un colpo solo! Nemmeno la collocazione della pietra funeraria romana, a mio parere, è stata una scelta ottimale. Se per una ragione qualsiasi, come negli anni recenti è già avvenuto, un automobilista proveniente dal Colle di Sant'Antonio dovesse perdere il controllo della vettura, potrebbe facilmente schiantarsi contro il cippo col gladio. E sono quasi certa che il cippo resisterebbe piuttosto bene all'impatto, molto meno l'eventuale automobile e il suo conducente.