Sembra che Scurcola abbia una predilezione naturale nel lasciarsi rubare, con una particolare quanto innata impassibilità, opere di un certo valore. Ho già scritto di un'antica iscrizione doganale, che si trovava presso l'ormai demolito Palazzo Bontempi, sparita da un momento all'altro ad opera di chissà chi. Ho poi raccontato di come, quasi misteriosamente, sia svanito nel nulla anche un prezioso sarcofago d'epoca romana, trafugato dalla campagna scurcolana dove veniva indegnamente utilizzato come fontanile. Ho fatto anche rilevare la strana assenza di un'insegna che, fino a qualche anno fa, si trovava al di sopra dell'ingresso della Chiesa della SS. Trinità e che oggi non si trova più. Adesso è il momento di dedicare attenzione a un altro oggetto di enorme valore storico e artistico che, negli anni '70, è inspiegabilmente sparito.
Chiesa della SS. Trinità a Scurcola Marsicana |
Faccio riferimento a un bellissimo dipinto su tavola, risalente al XIV secolo, che era collocato all'interno della Chiesa della SS. Trinità. Una bellissima "Madonna con Bambino" di cui, a oggi, ci resta solo un'immagine in bianco e nero, quella che correda questo post e che ho ricevuto da Franco Farina il quale, come sempre, ha dimostrato grande disponibilità. In base a quanto ho potuto leggere nel volume "Scurcola Marsicana Historia", nella sezione curata dal professor Giuseppe Grossi, la pala d'altare dipinta a tempera, doveva trovarsi originariamente nella Chiesa di S. Maria de Pontibus. Come ho scritto qualche tempo fa, parlando della presenza di Templari a Scurcola, "Santa Maria ad Pontes o Santa Maria de Pontibus, edificio sacro presente nel piccolo villaggio chiamato Villa de Pontibus (o Villa Pontium), che si trovava tra Scurcola e l'Abbazia della Madonna della Vittoria, nei pressi dell'attuale fiume Salto e di cui oggi, purtroppo, non rimane nulla".
La Maestà di Simone Martini - Siena 1315 |
Ebbene: la splendida Madonna con Bambino, detta anche "Madonna di Ponte", con buone probabilità, era uno dei pochi oggetti sacri superstiti provenienti dall'antica e perduta Chiesa di S. Maria de Pontibus, la chiesa dei Templari, per l'appunto. Osservando con attenzione la figura della Madonna e del Bambino, possiamo rilevare motivi e temi tipici dell'arte sacra trecentesca italiana. La figura della "Madonna di Ponte" ricorda vagamente un'opera più celebre e importante, ossia la Maestà del noto pittore Simone Martini, un affresco ospitato nella Sala del Mappamondo nel Palazzo Pubblico di Siena e risalente al 1315.
Il cartiglio del Bambino della Madonna di Ponti |
La nostra Madonna, rubata e mai ritrovata, non ha nulla a che fare con l'opera di Simone Martini, questo è scontato, ma mi sembra interessante sottolineare alcuni elementi in comune tra le due figure: la Madonna è seduta; il Bambino si trova sul lato sinistro rispetto alla Madre; il piccolo Gesù benedice con la manina destra e regge un cartiglio con la sinistra; la veste della Madonna è strutturata nello stesso modo. Non sappiamo chi abbia dipinto la "Madonna di Ponte" né quando esattamente lo abbia fatto. Ciò che è evidente è che essa rispetti in pieno lo stile della sua epoca, il XIV secolo. Un altro dettaglio che mi pare interessante è il cartiglio che Gesù Bambino tiene in mano. È scritto in caratteri gotici, proprio come quello del Bambino della Maestà di Martini, e reca parole tratte dal Vangelo di Giovanni: "Ego sum lux mundi qui sequitur me non ambulat in tenebris" ossia "Io sono la luce del mondo chi segue me non camminerà nelle tenebre [ma avrà la luce della vita]". E potrebbe continuare con "ego sum alfa et omega": "io sono il principio e la fine".