martedì 25 gennaio 2022

Il prodigio che scacciò l'epidemia asiatica: l'epigrafe scurcolana del 1854


All'interno della Chiesa di Maria SS. della Vittoria, nei pressi dell'ingresso laterale, è affissa una lapide di marmo che ricorda uno dei momenti più complicati e dolorosi della storia ottocentesca di Scurcola Marsicana. Temo che non sia mai stata data grande rilevanza a questa preziosa iscrizione che pure racchiude in sé la fede in un "prodigio" e l'apertura alla speranza. Ho pensato che, in questo momento, durante il quale la pandemia Covid ha ripreso a marciare spedita e si apre, per tutti, la terza annata di lotta al contagio, possa essere emblematico soffermarsi sulla traccia storica e umana che questa epigrafe racchiude.

Prima di tutto vado a trascrivere il testo, in latino, scolpito sul marmo: "MARIAE DOMINAE NOSTRAE / OPIFERAE EXORATAE/ QUOD LUEM ASIANAM / VELUTI PRODIGIO / PROCUL HINC DEPULERIT / SCURCULENSES BENEFICII MEMORIS / ANNO REP. SAL. MDCCCLIV". Per avere una corretta versione, mi sono rivolta alla gentile professoressa Laura Saladino, presidente dell'Archeoclub Marsica, docente oltre che storica, medievalista e grande conoscitrice dell'antichità. La Saladino, che stimo enormemente, si è dimostrata come sempre disponibile tanto da rendermi il preciso scioglimento del testo: "A Maria Nostra Signora soccorritrice implorata. Gli scurcolani memori del beneficio perché scacciò lontano da qui l'epidemia asiatica come per prodigio. Nell'anno del ripristino della salute 1854".

La devozione verso la Madonna della Vittoria, da parte degli scurcolani, li ha sempre condotti, nel corso dei secoli, a rivolgersi alla loro patrona per ricevere soccorso e aiuto. È quanto accaduto anche nel 1854 quando, come ho scritto nel post "Epidemie d'altri tempi: il colera che colpì Scurcola nel 1854-1855" a marzo scorso, l'epidemia travolse anche il nostro paese causando la morte di decine di persone in poco tempo. L'epigrafe richiama l'origine orientale del male che viene definito letteralmente "asiatico". Il colera, in effetti, era "sbarcato" in Europa con una nave proveniente dall'India giunta in Inghilterra nel 1854. Ciò che i devoti scurcolani non immaginavano è che, nonostante tutto, il prodigio della Madonna della Vittoria non poté completarsi in quell'anno visto che la stragrande maggioranza dei contagi e delle vittime, a Scurcola come altrove, vi fu l'anno successivo, ossia nel 1855. Solo più tardi, quindi, si raggiunse l'evocato  "ripristino della salute".

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Ringrazio la prof.ssa Laura Saladino che, come sempre, ha mostrato attenzione nei miei confronti.

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