Il 27 gennaio è stata celebrata la "Giornata della memoria" durante la quale vengono commemorate le vittime dell'Olocausto. Anche io, seppure con un po' di ritardo, vorrei rendere onore a chi perse la vita per via dello scellerato e ignobile progetto di sterminio nazista, senza avere altra colpa che l'essere nati [1], come ha spiegato spesso la senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah. La "memoria" che ho recuperato si lega alla figura di una suora scurcolana che rispondeva al nome di Lelia Orlandi. Non ho avuto modo di conoscere personalmente suor Lelia, il suo nome è spuntato per caso durante le mie solite ricerche su Scurcola Marsicana e ho pensato che sarebbe stato interessante recuperare e condividere un suo racconto.
Il volto di suor Lelia e le sue parole sono parte di un breve film documentario intitolato "A Debt to Honor" (Un debito da onorare) realizzato da Sy Rotter nel 1984. Il regista e sceneggiatore statunitense Sy Rotter, fondatore della "Foundation for Moral Courage", ha realizzato un resoconto dedicato alla sopravvivenza degli ebrei italiani durante l'Olocausto, molti dei quali trovarono rifugio presso istituzioni ecclesiastiche o presso semplici cittadini. L'episodio raccontato da suor Lelia è stato anche accolto all'interno di un libro scritto da suor Margherita Marchione [2]. Era il 1943 e suor Lelia prestava il suo servizio a Cave, in provincia di Roma. Era una serata di novembre e pioveva molto, intorno alle 21 le suore sentirono bussare alla porta. La superiora, suor Lucia De Angelis aprì e si trovò di fronte una piccola famiglia: "Siamo fuggiti da Roma. Siamo ebrei. I tedeschi ci stanno inseguendo. Permettici di restare altrimenti rischiamo di essere fucilati!".
Si trattava dell'ingegnere Luciano Capon, di sua moglie Clara Coen e della loro bambina di appena un anno. Suor Lelia ricorda che la superiora spiegò ai fuggitivi che la legge non permetteva di offrire rifugio agli ebrei, c'era il concreto rischio di essere fucilati. Luciano e Clara implorarono suor Lucia che, nel frattempo, aveva già accolto tra le braccia la piccola. La decisione, seppur pericolosa, venne presa all'istante e con coraggio: "seguiremo il vostro destino" disse suor Lucia. I Capon furono salvati e protetti dalle maestre Pie Filippini di Cave. Luciano venne ospitato nella comunità francescana, non molto distante dalla casa delle suore. A Clara venne fatto indossare l'abito delle suore per evitare di destare sospetti. La famigliola rimase nascosta a Cave fino alla fine della guerra.
Tomba di suor Lelia Orlandi nel cimitero di Scurcola |
La testimonianza di quanto avvenne è stata raccontata da suor Lelia in persona. La suora di Scurcola, scomparsa alcuni anni fa, appare dal minuto 6 del documentario di Sy Rotter (LINK). Il regista ha donato il suo film "A Debt to Honor" allo United States Holocaust Memorial Museum nell'ottobre 2009. Il film è stato prodotto dalla Foundation for Moral Courage per essere trasmesso in televisione nel 1995.
Note:
[1] Liliana Segre, Gherardo Colombo, "La sola colpa di essere nati", Garzanti, Milano, 2021.
[1] Liliana Segre, Gherardo Colombo, "La sola colpa di essere nati", Garzanti, Milano, 2021.
[2] Margherita Marchione, "Yours is a Precious Witness: Memoirs of Jews and Catholics in Wartime Italy", Paulist Press, New York e Mahwah, 1997, p. 114.
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