Il nome del pittore tagliacozzano Luigi Giannantoni (o Giannantonj) non è nuovo all'interno di "Scurcola Marsicana Blog". Qualche tempo fa, infatti, ho citato il bravo artista marsicano descrivendo il quadro di Santa Anatolia, custodito all'interno di una delle cappelle della Chiesa di Maria SS della Vittoria, da lui realizzato e firmato nel 1855. Forse non tutti sanno che a Scurcola esistono anche altre opere dipinte da Giannantoni e, tra di esse, ho scelto, in questo frangente, di soffermarmi sul ritratto di Sant'Egidio, conservato presso l'omonima chiesa scurcolana che si trova all'ingresso del paese, lungo la Via Tiburtina Valeria.
Chiesa di Sant'Egidio (XI sec.) |
Va detto che ciò che resta della Chiesa di Sant'Egidio è solo una minima parte di ciò che fu l'edificio sacro originario, uno tra i più antichi di Scurcola e della Marsica, visto che risale, con ottime probabilità, all'XI secolo. La sua fondazione si deve all'ordine dei Benedettini che utilizzò per alcuni secoli l'originaria costruzione sia in funzione di Chiesa, sia come luogo di ricovero e di sosta per i pellegrini che si muovevano lungo l'antico tracciato della via Valeria. Delle origini e della storia della piccola chiesa di Sant'Egidio parlerò prossimamente, ora vorrei tornare alla tela dipinta da Luigi Giannantoni.
Altare cinquecentesco con tela di S. Egidio |
Il ritratto di Sant'Egidio è accolto presso l'altare laterale di sinistra, un altare realizzato in pietra che dovrebbe risalire al Cinquecento ed è quasi gemello di quello di San Luca, collocato sulla parete opposta. Nel dipinto di Luigi Giannantoni (o Giannantonj, come lui stesso si firma), Sant'Egidio è ritratto secondo i canoni dell'iconografia classica: un uomo anziano con la barba bianca accanto al quale si nota la presenza di una cerva. Secondo la Legenda Aurea, Egidio, vissuto forse tra il VII e l'VIII secolo, era giunto da Atene e si era stabilito nel sud della Francia. Decise di vivere da eremita presso la foce del Rodano. La sua vita era scandita dalla preghiera e dai digiuni: il Santo si nutriva solo di erbe e di frutti selvatici dormendo sulla nuda terra. Dio, al cospetto della grande prova di fede e del sacrificio di Egidio, volle inviargli una cerva affinché gli donasse latte ogni giorno: ecco spiegata la ragione per cui anche Giannantoni ha incluso nell'opera scurcolana la figura di una cerva.
Dettagli: pastorale e mitra |
Meno chiaro, invece, è il senso del pastorale, ossia del bastone dall'estremità ricurva usato dal vescovo nei pontificali e nelle cerimonie più solenni. Così come poco chiara è la presenza, in questo dipinto, della mitra, ossia del copricapo che, sempre secondo i dettami della Chiesa Cattolica, rappresenta lo splendore della santità, della dignità e dell'autorità del Vescovo. Sant'Egidio non è mai stato Vescovo, eppure qui si associano al Santo elementi tipici della figura episcopale ossia il pastorale, sorretto con la mano destra, e la mitra che viene presentata da un angelo che si trova ai piedi di Sant'Egidio. Non possiamo affermare che Luigi Giannantoni si sia sbagliato ma che, probabilmente, si sia solo limitato a seguire una tradizione pittorica antecedente che vedeva il Santo ritratto spesso in abito pontificale con tanto di pastorale e mitra.
Chiesa abbaziale di Saint-Gilles du Gard |
Come detto, Sant'Egidio non fu mai Vescovo ma più semplicemente Abate di un monastero benedettino nei pressi di Arles che, dopo la sua morte (avvenuta intorno all'anno 720), prese il suo nome: "Abbazia di Saint-Gilles du Gard" (Egidio in francese è Gilles). La figura sacra di Egidio (festeggiata il 1° di settembre) è inclusa tra quelle dei cosiddetti "Santi ausiliatori". I benedettini che, nell'XI secolo, fondarono la Chiesa di Sant'Egidio a Scurcola vollero forse omaggiare una delle figure più significative del loro ordine. Solitamente Sant'Egidio è invocato per essere liberati dal delirio della febbre, dalla paura e dalla follia. Egli è considerato il santo che assicura l'assoluzione: a lui ci si confessa con fiducia.
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