venerdì 5 febbraio 2021

Clelia Pompa Nissirio, la signora di Rodi giunta a Scurcola nel 1943


La signora di Rodi. È così che il carissimo amico Erminio Di Gasbarro ha intitolato uno dei suoi racconti [1]. A suo tempo lessi con grande attenzione la storia di questa donna, Clelia, la quale giunse a Scurcola nel novembre 1943 insieme ai suoi cinque figli: Giovanni (detto Susi), Ignazio (detto Nuni), Luciano, Aldo e Cesare. Recentemente ho avuto modo di parlare con Giovanni (Susi), il più grande dei fratelli Nissirio, oggi 95enne, che mi ha raccontato la rocambolesca avventura della sua famiglia in tempo di guerra. Il loro arrivo a Scurcola fu del tutto fortuito: Clelia e i suoi ragazzi si erano imbarcati su un aereo militare partito da Rodi, luogo divenuto invivibile, per raggiungere Brindisi. Successivamente si sono spostati a Ladispoli, ospitati da un ufficiale dell'esercito, il tenente Di Lorenzo. Da Ladispoli, in treno, seguendo persone di Magliano de' Marsi, provarono a chiedere asilo al podestà del tempo che li rifiutò e consigliò loro di venire a Scurcola. Giunti nel nostro paese vennero ospitati temporaneamente in un'aula scolastica (l'ultima sul lato destro del piano terra).

Clelia con suo padre nel 1904 (museoparigino.org)

Quando Clelia giunse a Scurcola aveva già 43 anni. Era nata l'11 novembre 1900 a Kursk, una città russa che si trova a circa 600 km a sud di Mosca. Secondogenita del baritono romano Ignazio Pompa e di sua moglie, il contralto Lucia D'Orazio. Ignazio Pompa era nato nel 1860 e, da ragazzo, aveva studiato canto a Roma e a Milano. Ebbe modo di lavorare in diverse compagnie teatrali e si esibì spesso all'estero: Parigi, Le Havre, Liegi, Poltava, Smirne, Atene, Costantinopoli, Il Cairo, Alessandria d'Egitto ma anche a San Pietroburgo, Minsk, Kursk. Ignazio Pompa fu amico di Enrico Caruso e di numerosi altri esponenti del mondo del "bel canto" del tempo. Nel 1899 aveva sposato, a Vilnius (Lituania), Lucia D'Orazio, cantante lirica nata a Costantinopoli da una famiglia originaria di Bisceglie. Dal loro matrimonio nacquero tre figli: Cesare (nato nel 1897 e morto a Roma nel 1901); Clelia (la nostra signora di Rodi) e Caterina (nata ad Alessandria d'Egitto nel 1905). [2]

Lucia D'Orazio (museoparigino.org)

Clelia aveva sposato, presumibilmente nella prima parte degli anni Venti, Michele Nissirio, un uomo greco nato al Cairo, in Egitto. Quando, nel 1943, Clelia giunse a Scurcola era sola con cinque figli da mettere al sicuro e da far crescere, in un modo o nell'altro. Giovanni ricorda che il primo scurcolano che diede loro una mano fu Alvise Nuccetelli il quale mise a disposizione un piccolo appartamento che si trova vicino al vecchio municipio di Scurcola, affacciato su Piazza Umberto I. La sistemazione, però, fu momentanea poiché da lì a poco i Nissirio furono costretti a trovare un'altra soluzione e si stabilirono in una casa che si trova in Largo Duca degli Abruzzi.

Clelia e sua sorella Caterina Pompa (museoparigino.org)

La signora Clelia si trovò ad affrontare mille difficoltà: era sola, lontana dalla sua famiglia d'origine e da suo marito, doveva crescere cinque figli e si trovava in un luogo sconosciuto tra persone che non la conoscevano. Nonostante le tante e gravi difficoltà, Clelia Pompa Nissirio non si perse mai d'animo. Accettò ogni tipo di sostegno che potesse giungerle dagli scurcolani e molti furono coloro che, nonostante il periodo difficile, l'aiutarono e si affezionarono a lei. Clelia conosceva perfettamente il latino, il francese e l'inglese per cui, come ricorda nel suo racconto anche Erminio Di Gasbarro, iniziò a insegnare ai giovani di Scurcola che presero a frequentare casa Nissirio. Giovanni descrive sua madre come una persona molto colta, cresciuta in ambienti raffinati, abituata a viaggiare e a confrontarsi con persone di altissima levatura eppure non mancò di adattarsi, con umiltà e modestia, alla semplicità della vita scurcolana. "Mia madre è stata un'eroina" mi ripete suo figlio con orgoglio nel corso della nostra chiacchierata.

L'abitazione di Clelia e figli in Largo Duca degli Abruzzi

Giovanni ha ragione: Clelia Pompa Nissirio è stata un'eroina. Una donna che, con grande coraggio e grande intelligenza, ha saputo proteggere e crescere cinque figli praticamente da sola. Una donna che ha attraversato un pezzo d'Europa durante il secondo conflitto mondiale pur di mettere in salvo i suoi ragazzi. È arrivata nel nostro paese per caso, vi è rimasta fino ai primi anni Cinquanta, fino a quando la vita e il destino dei suoi figli l'hanno condotta altrove. Nonostante siano trascorsi tanti anni, a Scurcola sono molte le persone che ricordano la signora di Rodi e i suoi cinque figli, giunti all'improvviso a piedi da Magliano in una fredda giornata di novembre del 1943.



Note:

[1] Erminio Di Gasbarro, "Indietro tutta", LCL, Avezzano, 2011.
[2] Le notizie sulla famiglia di origine di Clelia Pompa Nissirio e le fotografie d'epoca dei suoi genitori, Ignazio Pompa e Lucia D'Orazio, sono tratte da http://www.museoparigino.org/, sito internet dedicato al Museo Parigino a Roma, fondato da Cesare Nissirio (1940-2020) nel 1987. 

***

Ringrazio Giovanni Nissirio ed Erminio Di Gasbarro per aver condiviso con me i loro personali ricordi della signora di Rodi, Clelia Pompa Nissirio.

5 commenti:

  1. Cara Maria,
    questo racconto è un'opera d'arte: fissa nel tempo l'immagine di una donna coraggiosa e forte come solo una mamma può essere.
    Grazie mille!

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  2. Grazie a Maria Tortora per questo bel racconto sull'arrivo di mio padre, Giovanni Nissirio (mancato nell'aprile 2022) e della sua famiglia a Scurcola. Papà diceva sempre che non avrebbe mai dimenticato la generosità di tanti scurcolani. E neanch'io. Un saluto, Patrizio Nissirio

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    1. Salve Patrizio. Mi spiace sapere che Giovanni, o Susi come tutti a Scurcola continuano a chiamarlo, sia scomparso. Ho avuto la possibilità di parlare con lui nel 2021 e ho ascoltato i ricordi di sua madre, la signora Clelia.
      Gli scurcolani non vi hanno dimenticato, soprattutto quelli che hanno conosciuto suo padre e i suoi zii. È un peccato che il legame con i Nissirio, col tempo, si sia affievolito. Sarebbe bello riuscire a rianimarlo un po'.
      Saluti a lei e grazie per aver lasciato un commento sul mio blog.

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    2. Cara Maria, sono a disposizione - come giornalista e scrittore, oltre che come Nissirio - per qualsiasi evento in cui si voglia ricordare non solo la mia famiglia (ci sono moltissime altre storie, naturalmente), ma anche quel tempo difficile e i suoi legami con il presente (guerra e profughi sono argomenti che non passano di moda, purtroppo). Un saluto e grazie ancora per l'articolo

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    3. Potrebbe essere una buona idea, anzi eccellente. Anche se a Scurcola non è semplice catturare l'attenzione delle persone con iniziative del genere. Il paese sta morendo in maniera lenta e inesorabile. Siamo sempre più piccoli e distratti.

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