venerdì 15 ottobre 2021

La Venere


Ho scattato la foto che apre questo post solo pochi giorni fa: la nostra Venere oggi. È del tutto evidente che la splendida fontana storica di Scurcola ha urgentemente bisogno di essere curata, ripulita, restaurata. Per gli scurcolani la Venere è ormai da tanti anni un emblema, un punto di riferimento spaziale e affettivo. Come sappiamo ha perso completamente l'uso per il quale venne realizzata (l'essere una fontana) ma può e deve rimanere almeno uno dei simboli d'arte, di storia e di bellezza del nostro paese, qualcosa che Scurcola non può permettersi di lasciar deteriorare, come purtroppo è già accaduto in altre circostanze.

Fontana della Venere oggi

La posizione che la Venere occupa attualmente, al centro del piazzale che tradizionalmente prende il suo nome, dietro al vecchio edificio scolastico, non è, come molti sanno, quella originaria. Ci sono diverse foto d'epoca che ci mostrano la Fontana della Venere proprio al centro di quella che, ai tempi, era Piazza Vetoli, divenuta poi Piazza Risorgimento. Come ho scritto altre volte, e spiegato a chi me lo ha chiesto, personalmente mi piacerebbe veder tornare la Venere lì dove i nostri avi l'avevano collocata, in una posizione centrale, importante, visibile e ben riconoscibile.

Fontana della Venere in piazza (primi '900)

La Venere fu commissionata dagli amministratori di Scurcola quando, nel 1888, giunse in paese la prima conduttura d'acqua potabile. Ai tempi (e ancora per molto tempo), nessuno in casa aveva i rubinetti con acqua corrente, nessuno aveva dei servizi igienici, nessuno poteva permettersi di curare la propria igiene personale quotidianamente, con tutte le conseguenze sanitarie che possiamo immaginare. Non sappiamo chi scelse il soggetto: una splendida divinità che prende il bagno, la Venere Anadiomene, copia dell'opera scultorea dell'artista francese Christophe-Gabriel Allegrain (1710-1795), allievo e assistente del più famoso scultore Jean-Baptiste Pigalle.

Fontana della Venere in piazza (primi '900)

Sulla struttura che sorregge la Venere, in diversi punti, è riportato il nome della fabbrica storica che l'ha realizzata: Val d'Osne. Si tratta di una fonderia d'arte, non più attiva, situata fuori dal comune di Osne-le-Val, nell'alta Marna, Francia nord orientale. Venne avviata nel 1836 da Jean-Pierre Victor Andre e da quel momento cominciò a produrre oggetti di arredo urbano e ghisa decorativa. Nell'arco di alcuni anni la Val d'Osne divenne la più grande azienda di produzione di ghisa artistica di Francia e le opere prodotte vennero esportate in tutto il mondo. Anche in Italia, anche a Scurcola, evidentemente.

Marchio "Val d'Osne" sul basamento della Venere

Secondo i racconti degli scurcolani, la presenza della Fontana della Venere o, meglio, le sue sensuali fattezze, avrebbero arrecato disturbo alla moglie del Sindaco del tempo la quale, dalle finestre della sua abitazione, posta proprio alle spalle della fontana, non tollerava la vista del fondoschiena della statua. Così, alla fine degli anni Quaranta, la statua fu rimossa. Non trovando una collocazione migliore, venne abbandonata nel cortile dell'edificio scolastico dove rimase più di un trentennio.

Nuova installazione della Venere (1974)
Prima edizione della Sagra della Ciammella

Fu solo nel 1974 che un comitato costituito da diversi cittadini scurcolani decise di rimetterla in sesto e restituirle la dignità che ha sempre meritato. La Fontana della Venere fu posizionata lì dove ancora oggi è possibile vederla anche se, a mio personale giudizio, averla trasformata in una sorta di "rotatoria" non le si addice per niente anzi, forse la penalizza più di quanto sia già stato fatto. La Venere è il fulcro della famosa "Sagra della Ciammella" che, fatta eccezione per gli ultimi due anni, caratterizzati dalle restrizioni Covid, è sempre stata celebrata, più o meno attorno al Ferragosto, nei pressi di questa storica fontana dalle cui cannelle, per l'occasione, sgorga vino. Spero vivamente che nel 2022 si possa tornare a una piena normalità così da riuscire a organizzare di nuovo la "Sagra della Ciammella". E chissà se la Venere, per la prossima estate, avrà recuperato il suo aspetto migliore.

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