Di recente ho avuto la conferma che a Scurcola Marsicana, nella Chiesa di Sant'Antonio da Padova, era conservato un dipinto che ritraeva Santa Petronilla. Rintracciare la presenza di un'opera dedicata a questa martire cristiana a Scurcola, onestamente, per me, è stata una sorpresa anche se, in realtà, un minimo accenno a Santa Petronilla era stato già fatto da Dario Colucci in una delle sue passate pubblicazioni [1]. Ultimamente, però, ho recuperato una testimonianza per me nuova, custodita all'interno di un'opera curata dal professor Gustavo Strafforello, pubblicata nel 1899 [2].
Nel volume relativo alle Province di Aquila, Chieti, Teramo e Campobasso, nel capitolo dedicato ai "Mandamenti e Comuni del circondario di Avezzano", in riferimento a Scurcola, si può leggere: "Nella chiesa di Sant'Antonio da Padova, fuori del paese, sono poco noti, ma degni di studio, due quadri su legno: una Tumulazione di Santa Petronilla, che è certamente buona copia dell'originale che si conserva nella Pinacoteca Vaticana, e una Deposizione dalla Croce, copia o bozzetto (?) del Quercino. Su tutte queste opere d'arte è stata richiamata, dal prof. De Nino, l'attenzione del Governo".
L'accenno, come si può rilevare, è minimo, eppure, nel 1899, qualcuno attesta che, nella chiesa scurcolana di Sant'Antonio, vi fossero due tavole dipinte, una con la rappresentazione della "Tumulazione di Santa Petronilla" e un'altra con la "Deposizione dalla Croce" la quale poteva addirittura essere un bozzetto realizzato dal celebre artista Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino. Da quanto ho potuto ricostruire, anche la "Tumulazione di Santa Petronilla" presente a Scurcola doveva essere copia di un'opera del Guercino che, tra l'altro, dipinse una sola volta tale soggetto.
Il dipinto originale, olio su tela, in realtà, oggi si trova presso i Musei Capitolini, a Roma. Il titolo preciso della grande e bellissima pala è "Sepoltura e gloria di santa Petronilla". È un'opera realizzata dal Guercino tra il 1621 e il 1623 per essere collocata all'interno della Basilica di San Pietro. Successivamente venne trasferita al Palazzo del Quirinale, a lungo residenza stabile dei papi. La tela venne in seguito requisita dalle truppe napoleoniche e portata a Parigi, al Museo del Louvre. Fu poi riportata in Italia da Antonio Canova e collocata nei Musei Capitolini nel 1818. Probabilmente il compilatore di "La patria; geografia dell'Italia" ha confuso i Musei Vaticani con i Musei Capitolini ma, a ogni buon conto, se il dipinto su tavola raffigurante la "Tumulazione di Santa Petronilla" custodito a Scurcola poteva essere considerato "buona copia dell'originale" può voler dire che, per l'appunto, l'opera presente nella chiesa di Sant'Antonio doveva avere un aspetto molto vicino alla pala dipinta dal Guercino.
Sepoltura e gloria di santa Petronilla - Guercino |
A questo punto sorge spontanea la domanda: che fine ha fatto il dipinto della "Tumulazione di Santa Petronilla" di Scurcola? A tal proposito può essere interessante riportare una missiva risalente al 13 febbraio del 1934, tra il podestà di Scurcola, Vitantonio Liberati, e la Soprintendenza la quale chiedeva notizie in merito ad alcuni arredi sacri presenti nella Chiesa di Sant'Antonio. La risposta del podestà è la seguente:
[...] Probabilmente tale dipinto, sottratto alle rovine del terremoto del 13 Gennaio 1915, unitamente ad altro quadro, che si ritiene sia quello riflettente la Tumulazione di S. Petronilla, e trasportato in questa Sede Municipale, sia andato poi distrutto nell'incendio di detta sede, avvenuto il 11 Gennaio 1922. Anche il busto della Maddalena è rimasto distrutto nel detto incendio dopo di essere stato trasferito dalla chiesa di S. Antonio a seguito del terremoto.
Lo stesso Vitantonio Liberati, il 24 febbraio 1934, continua a fornire e a confermare alla Soprintendenza gli stessi dettagli:
Dissi già nella mia precedente lettera del 13 corrente che due quadri ed il busto della Maddalena salvati dalle rovine andarono poi distrutti nell'incendio di questa Casa Comunale. Probabilmente tali quadri sono quelli che rappresentavano la Deposizione della Croce e la Tumulazione di S. Petronilla; due quadri delle stesse dimensioni e probabilmente della stessa epoca e dello stesso autore.
In un vecchio numero di "Marsica Nuova", il giornale pubblicato negli Stati Uniti dai migranti marsicani nel primo Novecento, in un brevissimo articolo del 1-18 novembre 1921 si legge: "PREZIOSE OPERE D'ARTE SALVATE durante il Terremoto della Marsica - Nel terremoto della Marsica, il capitano dottor Stefano Molle, il dottor Eustachio Meli, direttore della Croce Rossa, ed il signor Vitantonio Liberati, penetrarono con grave pericolo della loro vita, nella chiesa storica di Sant'Antonio a Scurcola dei Marsi, in parte crollata, e riuscirono a mettere in salvo preziose opere d'arte, comprese rimarchevoli terre cotte di Dalla Robbia. Il Conte Vetoli, sindaco di Scurcola dei Marsi, ha portato adesso a conoscenza del sottosegretario delle belle arti, l'atto coraggioso, per il quale le preziose opere d'arte poterono essere conservate al nostro patrimonio artistico".
Chiesa di Sant'Antonio (foto Tomas Paolucci) |
È evidente che la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, a causa del terremoto del 13 gennaio 1915, subì danni importanti. Come si evince anche dalla cronaca pubblicata solo nel 1921 da "Marsica Nuova", molte opere lì conservate vennero tratte in salvo e spostate, verosimilmente senza i permessi necessari della Soprintendenza, nella sede municipale. Tra di esse, a quanto pare, c'era anche il dipinto di Santa Petronilla che, come si evince dalle parole del podestà Liberati, era tra quelle portate nella casa comunale in attesa, forse, di essere ricollocate in Chiesa appena possibile. Anche se non sembra essere stato denunciato ufficialmente, pare assodato che l'incendio del 1922 distrusse le opere sacre conservate nel Comune di Scurcola e, tra di esse, anche la tavola con Santa Petronilla.
Note:
[1] Dario Colucci, "1a Appendice a De Scurcola Marsorum", 2011, p. 27.
[2] Gustavo Strafforello, "La patria; geografia dell'Italia. Provincie di Aquila, Chieti, Teramo, Campobasso", Unione Tipografica Editrice, Torino, 1899.
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