martedì 15 dicembre 2020

La storia del Convento dei Cappuccini di Scurcola Marsicana


Come ogni scurcolano sa bene, per molti secoli, nel nostro territorio, su un colle che si trova a circa due chilometri dal centro abitato, è esistito il Convento dei Cappuccini. Dell'antico luogo, abitato per lungo tempo da membri di uno dei più importanti ordini mendicanti francescani, oggi non restano che poche mura e qualche decadente traccia di una storia secolare. Da ragazzina ricordo di aver visto le numerose pietre crollate, la cappellina che ospitava la perduta "Madonna dello Latte" (ai miei tempi ancora parzialmente visibile) e, soprattutto, ho bene in mente le sepolture abbandonate di chi, per circa un centinaio di anni, è stato sepolto in prossimità del Convento in una terra consacrata che ancora chiamiamo "Camposanto Vecchio". 

Ecco cosa si legge in un saggio [1] di Nicola Petrone a proposito del vecchio Convento: "A mezza costa, lungo un ripido colle, c'era una chiesetta dedicata alla Vergine, di proprietà della Collegiata di Scurcola, a circa due kilometri dal centro abitato. Il popolo, ottenuta la chiesetta dai canonici, con il consenso del vescovo dei Marsi, vi edificò accanto un convento che i frati Cappuccini abitarono sin dal 1590. Poiché il suolo era impervio e proibitivo per i fedeli che avevano bisogno di recarvisi per chiedere consigli ai religiosi, dopo qualche tempo fu deciso di abbatterlo per edificarne uno nuovo sulla sommità del colle. Con le sovvenzioni della famiglia Orsini fu costruito un nuovo convento con 17 celle, con la chiesetta dedicata a S. Maria del Colle". Dettaglio importante: la chiesetta di Santa Maria del Colle è altra cosa rispetto alla Cappellina della "Madonna dello Latte" che venne messa in piedi negli anni Cinquanta grazie a una sorta di "scuola-cantiere".

Cappella della Madonna dello Latte (foto Aulo Colucci)

Nel 1880 anche frate Filippo da Tussio [2] ha scritto a proposito del nostro convento: "Nel declivio di un colle distante circa un miglio da Scurcola esisteva una Chiesa di Maria Vergine, Parrocchiale di una Villa già diruta e però incorporata con tutte le sue pertinenze alla Collegiata di detta Terra; presso questa chiesa fu fondato il Convento de' Cappuccini. Nel 1590, avendola i canonici a tal'uopo ceduta con tutto il terreno circostante per la fabbrica e per l'orto. Ma perché il sito era troppo scosceso, fu necessario demolirlo e fabbricarlo sulla sommità del medesimo Colle ove fu eretta la Chiesa col medesimo titolo trasportatovi il muro in cui è l'antico e prodigioso dipinto della Vergine. La Cappella della Madonna fu fatta lavorare da P. Provinciale Carlo da Pescina nel 1775. Questo devoto e solitario Santuario di Maria è ancora custodito da Cappuccini". 

Interno della Cappella della Madonna dello Latte (foto Aulo Colucci)

Tornando al Convento di Scurcola, esso fu abitato da numerosi religiosi appartenenti all'Ordine dei frati minori Cappuccini (Ordo fratrum minorum capuccinorum - O. F. M. Cap.), uno dei tre ordini mendicanti maschili di diritto pontificio che, ancora oggi, costituisce la famiglia francescana. L'OFM nacque attorno al 1520 per iniziativa del frate francescano osservante Matteo da Bascio il quale riteneva che lo stile di vita condotto dai francescani del suo tempo non era più quello che San Francesco aveva insegnato. Frate Matteo voleva tornare a una vita di solitudine e penitenza come quella praticata dal Santo ma, insieme ad altri compagni che come lui desideravano un ritorno alle origini, fu costretto a scappare e nascondersi. Solo nel 1528, grazie alla mediazione di Caterina Cybo, duchessa di Camerino, Matteo ottenne l'approvazione da parte di papa Clemente VII, con la "Religionis zelus", redatta a Orvieto. Fu concesso a Matteo, e a chi volesse seguire il suo esempio, di vivere in povertà e di predicare ai poveri. I Cappuccini sono da sempre legati alla preghiera e alla cura dei poveri e dei malati. Anche per questo l'ordine crebbe rapidamente sia in dimensioni che in popolarità. 

I Cappuccini furono introdotti in Abruzzo da Matteo Silvestri, medico di Leonessa. Egli era entrato a far parte dell'OFM di Roma e iniziò a operare partendo dalla città dell'Aquila nel 1540. Con il Capitolo generale del 1558 "la provincia di S. Bernardino (Abruzzo), poiché aveva pochi conventi e non v'era speranza di un prossimo incremento, fu soppressa e i suoi conventi furono uniti in parte alla provincia romana, in parte alla provincia delle Marche" [3]. Nel 1575 venne eletta canonicamente in "provincia" dell'Ordine, il primo superiore fu P. Lorenzo Bellarmino da Montepulciano. Da quel momento in poi la diffusione dei Cappuccini in Abruzzo fu imponente anche grazie alla protezione e al supporto di nobili famiglie. 

Area dell'ex Convento dei Cappuccini dall'alto

I Cappuccini, al contrario di altri ordini regolari, non risentirono della soppressione dei piccoli conventi voluta da Papa Innocenzo X, formalizzata con la bolla "Instaurandae regularis disciplinae" del 15 ottobre 1652. Molti conventi che non raggiungevano il numero di 12 membri (richiesto per essere convento regolare) vennero chiusi ma le Costituzioni dei Cappuccini stabilivano già un minimo ottimale di 12 frati per convento. A seguire vi fu la soppressione decretata durante l'occupazione francese, il 7 agosto 1809, da Gioacchino Napoleone (Murat), Re delle Due Sicilie. Anche in questo caso i conventi che non raggiungevano i 12 religiosi, vennero soppressi. Ben più devastante fu, per i Cappuccini, la soppressione seguita all'unificazione d'Italia. Infatti con un decreto piemontese del 7 luglio 1866 veniva ordinata la soppressione di tutti gli ordini religiosi (dei quali si espropriavano beni e conventi) e si rendeva obbligatorio il servizio militare per tutti i religiosi. In Abruzzo su un totale di 36 Conventi Cappuccini, ben 26 vennero chiusi

Ex Casale Colucci (foresteria dei Cappuccini)

Anche il Convento di Scurcola, dopo il decreto del 1866, venne chiuso e abbandonato. Come per altre strutture del genere, veniva lasciato alla cura di un frate "custode". Nel 1928, Vitantonio Liberati (designato alla carica di Podestà di Scurcola, ruolo che rivestì dal 1926 al 1937), decise di far demolire il fabbricato del Convento dei Cappuccini che, a seguito del terremoto del 1915, aveva subito pesantissimi danni. Il Convento era dotato anche di una preziosa biblioteca costituita da ben 489 antichi volumi di cui, tanto per cambiare, si sono perse le tracce. Del Convento e della Chiesa di Santa Maria del Colle, oggi, non rimane nulla. L'edificio che molti chiamano ancora "Casale Colucci", posto accanto a quello che era il vecchio Convento, può essere considerato una pertinenza: la foresteria dei Cappuccini ossia il luogo dove alloggiare e dare riparo ai "forestieri". Nonostante l'area dei Cappuccini sia ormai quasi inaccessibile, poiché invasa da sterpaglie, arbusti e alberi di ogni genere, penso potrebbe divenire, se ripulita e rimessa in sesto, un luogo da riscoprire e valorizzare per restituire dignità a una parte della storia di Scurcola e recuperare un'area sacra di grande rilevanza. 



Note:
[1] Nicola Petrone, "Francescanesimo in Abruzzo: dalle origini ai nostri giorni", Tagliacozzo, Biblioteca Tommasiana, 2000. 
[2] M.R.P. Filippo Di Tussio, "I frati cappuccini della provincia monastica degli Abruzzi. Memorie cronologiche-biografiche", S. Agnello di Sorrento, Tip. all'insegna di San Francesco, 1880. 
[3] I Cappuccini, "Fonti documentarie e normative del primo secolo", vol. 1, E. F. I., Perugia 1990, pag. 254.

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