venerdì 27 novembre 2020

L'astronomo scurcolano Flaminio De Magistris e la dedica alla nipote di Mazzarino


Tra i personaggi "famosi" nati a Scurcola che Pietro Antonio Corsignani cita nel suo noto testo del 1738, "Reggia Marsicana", c'è anche Flaminio De Magistris. La brevissima descrizione che ne dà il Corsignani è la seguente: "Fr. Flaminio De Magistris della Scurcola, e del terz'Ordine di S. Francesco, fu Provinciale, e stampò un libro: Vera et nova Tabula convertendi die Ægyptiacos: in Roma 1668. Morì nell'anno 1690". Informazioni piuttosto succinte dalle quali si ricava che Flaminio De Magistris era un frate e apparteneva all'ordine dei Terziari di San Francesco, lo stesso a cui era stato affidato il Convento fondato nel 1520, per volere di Ascanio Colonna, nei pressi della Chiesa di Sant'Antonio, il cui primo religioso fu Guglielmo Malparlante, di cui ho già scritto in precedenza. 

Frontespizio del libro di Flaminio De Magistris

Padre Flaminio deve aver avuto una grande passione per l'astronomia visto che, come ricorda lo stesso Corsignani, fu autore di un'opera piuttosto curiosa intitolata: "Vera et nova Tabula convertendi dies Ægyptiacos in nostrates". Sottotitolo: "Necessaria professoribus omnibus Chronologiae et Astronomiae" vale a dire "Necessaria a tutti i professori di Cronologia e Astronomia". In sostanza De Magistris, nel 1668, ha pubblicato un breve trattato, redatto in latino come ogni testo di un certo prestigio, col quale cerca di correggere alcuni errori compiuti in precedenza nella conversione e interpretazione del calendario egizio, fornendo ai lettori una nuova e vera tavola di corrispondenza. 

Una delle tavole contenute nel libro

Dal frontespizio dell'opera, oltre alle già citate informazioni relative all'appartenenza di Flaminio De Magistris al Terzo Ordine Francescano, si legge anche una dedica. Un tempo era abitudine, da parte degli autori, inserire all'inizio delle opere pubblicate una dedica a una persona nota, solitamente di alto rango, sia laica che religiosa, con l'intento di porre l'opera sotto la sua protezione e soprattutto sotto la sua tutela economica. De Magistris dedica la sua "Vera et nova Tabula convertendi dies Ægyptiacos in nostrates" alla principessa donna Maria Mancini, moglie del contestabile Colonna, duchessa di Tagliacozzo, Paliano, ecc. Maria Mancini, oltre a essere stata moglie di uno dei membri della prestigiosa famiglia Colonna, è nota anche per aver avuto una vita molto particolare. 

Ortensia, Maria e Olimpia Mancini (dette Mazarinettes)

Prima di tutto, Maria Mancini è una delle nipoti del Cardinale Giulio Mazzarino (Pescina 1602-Vincennes 1661). Figlia di Geronima Mazzarino (sorella del Cardinale) e del barone Michele Lorenzo Mancini, Maria era nata a Roma nel 1639. Poco dopo la morte del padre, venne condotta presso la corte del re di Francia, a Parigi, insieme alle sue sorelle (ribattezzate "Mazarinettes") affinché il potente zio cardinale riuscisse a combinare un matrimonio vantaggioso. Maria Mancini viene descritta come meno bella delle sorelle ma, comunque, piuttosto graziosa e piacevole tanto che lo stesso re Luigi XIV, ancora giovanissimo, se ne infatuò

Cardinale Mazzarino (dipinto di Pierre Mignard)

Il legame tra Maria e Luigi divenne sempre più profondo tanto che Luigi aveva persino pensato di sposarla. Maria e Luigi, però, vennero presto separati per volere del Cardinale Mazzarino e della madre del futuro Re Sole, Anna d'Austria. Maria, nel 1661, fu costretta a sposare il nobile italiano Lorenzo Onofrio I Colonna. Da lui ebbe tre figli ma, nel 1672, decise di abbandonare il marito, i figli e la dimora dei Colonna per sfuggire a un marito che era diventato insofferente e minaccioso. Trovò riparo in Francia e rientrò in Italia solo dopo la morte di Lorenzo Onofrio avvenuta nel 1689. Maria Mancini Colonna morì nel 1715 ed è sepolta nella Chiesa di San Sepolcro, a Pisa.

1 commento:

  1. Grazie, molto interessante. Anche un astronomo rilevante per il suo tempo, da Scurcola!

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