La piastrina è una piccola placca metallica che i militari portano appesa al collo e sulla quale sono riportati i dati essenziali di chi la indossa. Serve per il riconoscimento del soldato, solitamente in caso di morte. Pochi giorni fa, il capogruppo in carica del Gruppo Alpini di Scurcola Marsicana, Giovanni Di Cosimo, mi ha inviato un messaggio con l'immagine di una piastrina appartenuta a un alpino scurcolano che risponde al nome di Fernando Petitta. Il ritrovamento della piastrina del nostro Alpino, però, si deve a Mauro Giovannucci di Avezzano, Luogotenente dell'Esercito Italiano, fa parte del 9° Reggimento Alpini a L'Aquila. Giovannucci, durante le sue ricerche via Internet, si è imbattuto nel prezioso cimelio e lo ha segnalato a Di Cosimo.
Fernando Petitta è morto nel 1942 durante la devastante campagna di Russia, intrapresa da Mussolini a sostegno dell'operazione Barbarossa, lanciata dalla Germania nazista contro l'Unione Sovietica. La sua piastrina identificativa, come ha evidenziato Giovannucci, è in vendita, insieme ad altre dieci, su un sito internet straniero. Nell'inserzione si legge: "Piastrine trovate vicino Voronezh nella località di Rossosh. Sono state ritrovate sul campo di battaglia dell'8° e 9° Reggimento Alpini dell'Esercito Italiano. Nessun soldato è stato ritrovato, solo le loro piastrine".
Fernando Petitta è morto nel 1942 durante la devastante campagna di Russia, intrapresa da Mussolini a sostegno dell'operazione Barbarossa, lanciata dalla Germania nazista contro l'Unione Sovietica. La sua piastrina identificativa, come ha evidenziato Giovannucci, è in vendita, insieme ad altre dieci, su un sito internet straniero. Nell'inserzione si legge: "Piastrine trovate vicino Voronezh nella località di Rossosh. Sono state ritrovate sul campo di battaglia dell'8° e 9° Reggimento Alpini dell'Esercito Italiano. Nessun soldato è stato ritrovato, solo le loro piastrine".
Fernando Petitta |
Spendo solo qualche parola per una considerazione personale: trovo macabro e irrispettoso che vengano messe in vendita delle piastrine che erano al collo di giovani soldati morti durante una terribile battaglia. Detto questo, Rossosh è una città della Russia europea sudoccidentale, capoluogo del distretto omonimo. A Rossosh esiste un museo in cui sono presenti delle sale dedicate agli alpini italiani che lì avevano impiantato il loro comando durante la Seconda Guerra Mondiale.
Attraverso una ricerca nella Banca dati dei nomi di caduti durante la campagna di Russia sul sito dell'UNIRR (Unione Nazionale Italiana Reduci di Russi), ho rintracciato la scheda di Fernando, uno dei tantissimi militari della provincia dell'Aquila morti in Russia tra il 1942 e il 1943. Nella scheda di Fernando Petitta, così come dalla sua piastrina, si legge che era nato il 27 ottobre del 1921, figlio di Panfilo Petitta e Maddalena Nicolai. Faceva parte del 9° Reggimento Alpini L'Aquila ed è morto il 26 dicembre del 1942 a soli 21 anni. Luogo del decesso, Selenyj Jar, un luogo in cui, semplicemente, si apriva un incrocio tra quattro strade dirette in quattro località diverse: Komaroff, Krinintschnaja, Deserowatka e Ivanowka. A dicembre, a Selenyj Jar, a parte una quantità spaventosa di neve e temperature parecchi gradi sotto lo zero, non c'era nient'altro.
La ritirata dalla Russia (1943) |
Per conquistare quel semplice quadrivio, che avrebbe potuto aprire il passaggio dell'esercito russo verso il Don e quindi verso l'intero schieramento alpino, dal 20 al 30 dicembre del 1942 si svolse una battaglia violentissima, passata alla storia come la "Battaglia di Natale". Gli Alpini difesero con tutte le loro forze il quadrivio di Selenyj Jar pagando a carissimo prezzo la loro impresa. Le perdite furono pesantissime e tra i tanti giovani uccisi durante la feroce "Battaglia di Natale" c'era anche il nostro Fernando Petitta. Accanto agli Alpini L'Aquila c'erano anche quelli Monte Cervino e, successivamente, i battaglioni Vicenza e Val Cismon. Il 16 gennaio 1943 arrivò l'ordine di ritirarsi. Selenyj Jar era stato difeso ma le spoglie di numerosi alpini vennero lasciate sul campo. Il Battaglione L'Aquila era costituito da richiamati fino alle classi 1910 ma soprattutto da ragazzi delle classi 1921 e 1922. La sua Forza, alla partenza per la Russia, nel mese di agosto 1942, era costituita da 52 ufficiali, 52 sottufficiali, 1650 alpini e 360 muli. Dalla Russia tornarono, nel marzo 1943, solo 3 ufficiali, 159 alpini e 12 muli.
Il loculo di Fernando Petitta nel cimitero di Scurcola |
Nel 1992 i resti del caporale alpino Fernando Petitta sono stati disseppelliti e nel 1993 il nostro alpino morto a Selenyj Jar è tornato a casa. Ad accoglierlo una cerimonia commemorativa durante la quale è stato celebrato il suo ricordo e onorata la sua morte. I suoi resti, oggi, riposano presso il Cimitero di Scurcola Marsicana. Per chiudere, vale la pena sottolineare che tra i giovani scurcolani che, nel 1942, erano partiti per la Russia, c'era anche Vincenzo Rossi, classe 1922. A differenza di Fernando, Vincenzo è riuscito a sopravvivere anche se, durante quella terribile campagna militare, subì il congelamento degli arti inferiori. Vincenzo, che molti di noi ricordano con affetto, è sempre stato legatissimo al Gruppo Alpini di Scurcola Marsicana e ci ha lasciati, alla bellissima età di 95 anni, nel 2018. Anche a lui dedicherò un post nei prossimi tempi.
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Ringrazio Mauro Giovannucci per aver tempestivamente segnalato il suo ritrovamento online e Giovanni Di Cosimo per avermi informata dell'esistenza della piastrina di Fernando Petitta, il giovane alpino che sono felice di aver ricordato e raccontato attraverso questo scritto.
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