Anche a Scurcola ci sono state persone, vissute nei secoli passati, che si sono divertite a deturpare antichi affreschi lasciando la propria firma o qualche altro segno del proprio passaggio nel mondo. Potremmo serenamente definirli vandali perché è esattamente ciò che sono: persone che compiono atti irrispettosi per il puro gusto di sfregiare ciò che è bello o ciò che appartiene a tutti. Una "moda" che, inevitabilmente, non è mutata molto nel tempo. La tendenza alla deturpazione e la voglia di infrangere le regole sono vecchie quanto il genere umano, evidentemente.
Iscrizione incisa sotto all'affresco di San Michele Arcangelo |
Recandomi presso la Chiesa della SS. Trinità e, nello specifico, all'interno della Cappella dell'Angelo Custode, dipinta in larga parte nel 1604 da Angelo Guerra di Anagni, mi sono soffermata nell'osservare non tanto e non solo gli affreschi quanto i graffiti, le firme, gli scarabocchi, le escoriazioni e i solchi lasciati nei secoli scorsi da persone che, anche con una discreta laboriosità, va detto, hanno vandalizzato le pareti della Cappella. Ho cercato di decifrare alcune di queste scritte, firme e abrasioni varie ma, onestamente, non sono stata in grado di capire molto a parte qualche firma come quella di Sabatino Orlandi, Nicola Miranti (o Micanti?), nomi sparsi come Evandro, Domenico, Battista, Vincenzo e delle date che vanno dal '700 all'800.
La firma lasciata da Nicola Miranti (o Micanti?) |
Sarebbe interessante concentrarsi nello studio di questi antichi "vandalismi" perché, seppur riconducibili ad atti spregevoli ed esecrabili, a modo loro, ci raccontano una storia. Si leggono datazioni ottocentesche, si leggono nomi tratteggiati sopra altre parole, si rilevano presenze che né il tempo, né i restauri hanno potuto cancellare. Ho notato che non in tutte le Cappelle della Chiesa della SS. Trinità ci sono graffiti del genere, essi sembrano abbondare proprio nella Cappella dell'Angelo Custode. Forse perché tra le più antiche, forse perché la meglio conservata.
Esempi di iniziali, nomi e altre incisioni |
Alla fine, quindi, i vandali hanno avuto ragione: con un loro sfregio sono riusciti a sopravvivere nel tempo. Forse proprio perché si sono aggrappati a qualcosa che è destinato a vivere nei secoli come un'opera d'arte. Ciò non autorizza nessuno a deturpare o rovinare i nostri piccoli tesori artistici. Anzi, il nostro compito, oggi, è quello di conservarli e fare in modo che, nei secoli a venire, chi verrà dopo di noi, potrà continuare ad ammirarli, a comprenderli e ad amarli.
Non sempre “era meglio ai miei tempi”
RispondiEliminaGozzano diceva che noi amiamo le cose del passato solo perché ci riportano alla giovinezza”